Le ragioni del pop inglese

Download

Yard Act – Where’s My Utopia? (2024 Universal)

Le ragioni del pop inglese possono essere misteriose, o comunque non facilmente comprensibili da quelli come me gli Yard Act. Nel modo in cui si muovono le cose sembra spesso essere in funzione una sorta di hype campanilista che esiste sempre e si concentra di volta in volta su un gruppo diverso, portandolo a vette di popolarità che – specie in un certo tipo di rock, diciamo di estrazione intellettuale – nel resto del mondo è semplicemente impensabile.

Per capirci, l’ultima volta che i Mogwai hanno fatto un disco sono andati al primo posto in classifica, ed è vero che le classifiche di oggi non dicono necessariamente quello che dicevano trent’anni fa, ma da noi l’ultimo disco di qualcosa che potrebbe vagamente corrispondere ai Mogwai (che ne so, i Giardini di Mirò) si presenterebbe sì e no in top 300. Allo stesso tempo, alcuni dei gruppi baciati da questo hype improvviso e brutale sono spesso elevati al rango di stelle pochi mesi dopo la formazione e devono più o meno arrangiarsi per conservare il loro status. Una cosa del genere è successa agli Yard Act di Leeds, esorditi col botto all’inizio del 2022, e forse non proprio senza meriti – un britpop piuttosto complesso venato dell’immancabile postpunk anni venti. Assurti al rango di star, oggi hanno il dovere di confermarsi in qualche modo, e sembrano aver interiorizzato i discorsi di chi li ha già dati per grandi geni.

Il nuovo disco degli Yard Act è suonato con un atteggiamento quasi iperrealista, da gente convinta di essere i nuovi Beastie Boys o Go!Team o Happy Mondays del postpunk inglese, e con un briciolo di cockiness alla Alex Turner, quell’atteggiamento stile “non ho voglia di fare il mio lavoro ma potrei scrivere la prossima Bond Song in venti minuti”.
È un disco decisamente più evoluto dell’esordio, esplora territori ultra-groovy (funk e derivati). E a dispetto di un grosso entusiasmo critico, il sospetto è che abbiano fatto il passo più lungo della gamba, che la cockiness non basterà, che ad oggi non sono né gli Arctic Monkeys né tantomeno gli Happy Mondays né i Beastie Boys e che forse, nel fingere di esserlo, non sono più nemmeno gli Yard Act. O magari questo Where’s My Utopia? è il primo grande passo sulla strada per diventare i nuovi reggenti del pop inglese, ma nel caso ho paura che si prospetti un governo molto noioso.

FONDAZIONE FLAMINIA BILLB TUFFO MARE UNIVERSITA 01 – 15 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24