Ravenna di notte

Mogwai TheBadFire ScaledMogwai – The Bad Fire (2025 Rock Action)
Quando è scoccata la mezzanotte di venerdì stavo uscendo dal cinema dopo aver visto il film su Bob Dylan – è piaciuto molto, a me mi ha lasciato freddo e vuoto, può capitare. È una sensazione che ho già sperimentato e che, lo so per esperienza, apre lo scenario a un bel momento musicale. Mi dirigo verso l’auto e metto su un disco adatto, qualcosa che abbia trame morbide e suoni avvolgenti, come certe coperte che ti metti sulle gambe nel divano la sera. Mezzanotte è già scoccata, e da quel momento è in streaming un disco perfetto. I Mogwai esistono da trent’anni, vengono da Glasgow (se facessimo un torneo delle città del rock indipendente, secondo me Glasgow dovrebbe giocarsi la finale con Minneapolis) e suonano una cosa che potremmo chiamare “post- rock”. Più esattamente, quando dal 2002 diciamo che un gruppo suona “post-rock” intendiamo che si ispira in una qualche misura alla musica dei Mogwai: tendenzialmente strumentali, pezzi molto lunghi, melodie di stampo classico, approccio orchestrale e sfuriate rumorosissime da un certo punto in poi. Il loro nuovo disco si chiama The Bad Fire e inizia con uno strano giro di sintetizzatore anni ottanta, anche un po’ inusuale per la band. Poi, nel giro di un minuto, tutte le cose del mondo sembrano finire al loro posto.
Sto guidando la mia auto per i viali deserti di Ravenna, a un certo punto cerco di alzare il volume e non ci riesco – è già in palla – e prima di svoltare verso casa decido di continuare un secondo la strada per sentire come finisce il pezzo. E poi prendo un’altra via per allungare un altro pochino, e alla fine decido di ascoltarmi tutto il disco così, nella mezzanotte tra un giovedì e un venerdì qualunque. I Mogwai fanno il loro lavoro: suonano come se stessi ma non come se si sentissero obbligati a esserlo. Non è il loro disco più ispirato ma è decisamente un disco ispirato. La loro musica è fatta apposta per essere riempita dalle cose che escono dalla testa di chi la ascolta, e delle cose che passano dentro la mia testa in quel momento non ha molto senso parlare. Poi è ora di andare a casa perché va bene la poesia della Ravenna di notte ma il gpl costa dei soldi. I Mogwai si avviano alla fine del loro nuovo disco, c’è un po’ di malinconia – un altro disco che sembrava doverti cambiare la vita, e invece domattina si torna comunque al lavoro. Vabbè.

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