Le cassette chiuse nei cassetti Seguici su Telegram e resta aggiornato Gastr Del Sol – We Have Dozens Of Titles (2024 Drag City) Ho sempre pensato di odiare i Gastr Del Sol, come del resto tutta la scena postrock di cui i Gastr Del Sol facevano parte, e poi ho scoperto di no. Durante il lockdown, a un quarto di secolo circa dallo svolgersi dei fatti, ho riascoltato alcuni di quei dischi; quel modo di suonare insistente ma quieto ma scarno ma semplice ma complesso ha fatto click e oggi non voglio dire di essere un esperto, ma quantomeno il postrock è diventato qualcosa che fa parte della mia vita di ascoltatore. “Post-rock” è il modo con cui si è tentato (con scarso entusiasmo da parte dei protagonisti della vicenda) di definire un particolare braccio del rock indipendente, che aveva mollato il punk brutale e si era invaghito delle forme libere di jazz e prog rock. Nel caso della scena dei Gastr Del Sol, parliamo di band che gravitavano attorno all’area di Chicago e Louisville, come eredità di progetti precedenti di alcuni musicisti che ne avevano coinvolti svariati altri. La band è un’evoluzione dei Bastro, progetto post-hardcore di un ex-Squirrel Bait di nome David Grubbs; dopo qualche assestamento in formazione, si erano stabilizzati come band di due elementi, Grubbs e un musicista di 23 anni di nome Jim O’Rourke. Tra il ’93 e il ’98 avevano fatto uscire un sacco di dischi e poi si erano più o meno sciolti. Sciolta la band, O’Rourke e Grubbs hanno avuto carriere piuttosto simili, che hanno approcciato la musica contemporanea, in una prospettiva che sembrava sempre avere in qualche modo a che fare con il punk hardcore americano degli anni ottanta. Dei due è stato decisamente più fortunato O’Rourke: alcuni dei suoi dischi di area indiefolk sono piaciuti tanto, e a un certo punto ha suonato in pianta stabile con i Sonic Youth. Nondimeno, all’inizio del 2024 Drag City ha annunciato il primo disco di inediti dei Gastr Del Sol da 26 anni. Si chiama We have Dozens Of Titles, come una canzone di Camoufleur. In realtà è una raccolta di pezzi risalenti al periodo e rimasti in un cassetto, che non hanno vere e proprie pecche rispetto alle canzoni dei Gastr Del Sol che conosciamo – lo stesso atteggiamento che mischia “rock”, field recordings ed elettronica pedestre, la stessa insistenza ossessiva di un pezzo su un canovaccio che va avanti per 8 minuti senza spostarsi, eccetera. Tutt’altro che un brutto disco, va detto. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Popponi