Un pozzo di bei pezzi

IronandWine 1713952789Iron And Wine – Light Verse (2024 Sub Pop)
Credo (non potrei giurarci) fosse scritto nella recensione di Bubblegum, l’ultimo disco davvero carino di Mark Lanegan, su Blow Up. Non mi ricordo chi l’aveva firmata, ma all’inizio aveva fatto riferimento a un pozzo di canzoni a cui qualcuno aveva accesso e quando voleva ne tirava su un secchio, e questo era più o meno quanto.

È un’immagine che per qualche motivo mi è rimasta in testa e a cui continuo a tornare ciclicamente, soprattutto quando mi capita di affrontare un disco come quello di cui parlo oggi. Voci e chitarre acustiche, qualche arrangiamento più o meno ricco, e via andare. Musica nuda o comunque poco vestita che si mostra alle persone con poco pudore e un briciolo d’orgoglio nel far vedere il fisico asciutto e i fianchi torniti o magari qualche rotolino di grasso per cui non serve chiedere scusa. O funziona o non funziona, e se funziona è solo merito delle canzoni. E in questi casi c’è una bella differenza tra avere accesso al pozzo oppure no.

Così, insomma, c’è un disco nuovo di Iron And Wine. Non so nemmeno più quanti ne abbia realizzati, ma so per certo che Iron And Wine ha accesso a quel pozzo. Iron And Wine è il nom de plume di un tizio cresciuto in Sud Carolina, tale Sam Beam. Un ragazzo avviato a una modesta carriera accademica, che aveva mollato i pennelli e s’era comprato una chitarra con cui aveva iniziato a scrivere, due seratine qui e là, come passatempo. L’aveva fatto per così tanto tempo da diventare un autore completo, nel totale disinteresse del mondo. Quando qualche amico l’aveva convinto a registrare un demo, Iron And Wine era già pronto a conquistare il mondo. Aveva incrociato i favori di Sub Pop, che nei primissimi anni duemila gli aveva proposto un contratto. Stavano smettendo di essere il simbolo del grunge e avviandosi a diventare il simbolo dell’indiefolk americano, e Iron & Wine era diventato improvvisamente una pedina importante. Il suo primo disco registrato in maniera professionale è del 2004, vent’anni fa: da allora una decina malcontata di titoli, da solo o in collaborazione. Di tanto in tanto si fa un giro nel pozzo, porta a casa dieci canzoni e le registra. Lo trovate come presenza fissa di film e serie TV, quando serve una canzone che sottolinei un momento poetico. L’ultimo album, Light Verse, è uscito venerdì scorso.

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