Yunlong Wang: «Non importa da dove vieni, ma accanto a chi vivi»

Raccolti fondi e gesti di generosità da parte della comunità di origine straniera per combattere il Covid-19

Cinesi Donazione Mascherine

«Perché siamo tutti uguali davanti ad una catastrofe naturale, siamo i compagni della stessa trincea e abbiamo lo stesso nemico difronte! Mi auguro di vedere la fine di questa battaglia il più presto possibile e allora invito a tutti a brindare la vittoria dell’Umanità!».

Non sono grandi imprenditori, ma piccoli commercianti che si sono messi assieme e hanno acquistato 5mila mascherine per la Croce Rossa di Ravenna. Uno ha il kebab in via Faentina, altri fanno il mercato in piazza con bancarelle di vestiti, altri hanno negozi e ristoranti a Ravenna.

L’idea è nata spontaneamente, come ci racconta Yunlong Wang, responsabile del centro culturale cinese a Ravenna e insegnante di lingua cinese. «La cosa che importa non è da dove vieni, ma accanto a chi vivi. Io vivo accanto agli altri ravennati e anche io sono ravennate».
Il gruppo, originario dello Stato dove è partito il coronavirus ma ormai da tempo residente in Italia, ha anche vissuto sulla propria pelle momenti di difficoltà con gesti di discriminazione. Dopo aver pensato a una raccolta in denaro si è sparsa la notizia delle difficoltà di approvvigionamento per i presidi di sicurezza e allora si è passati al piano B con le mascherine.

«Non siamo italiani, ma l’Italia è il paese in cui abbiamo scelto di vivere e dove sono nati i nostri figli, è la nostra seconda casa. Non siamo venuti per fare affari, ma per costruire qui la nostra vita e ci sentiamo parte di Ravenna. Nella buona e nella cattiva sorte».
Wang racconta anche di come oggi in diversi posti, come alle Mauritius, i ristoranti italiani stiano pagando caro il virus in Italia. Il pregiudizio è una piaga che non risparmia nessuno. Come in Italia le persone evitavano senza motivo i ristoranti cinesi il mese scorso ora tocca ai molti italiani che vivono all’estero pagare le conseguenze. Siamo tutti insieme, non ha senso guardarsi con sospetto gli uni con gli altri, ma dobbiamo capire come collaborare tutti assieme. A queste si sono aggiunte in Emilia-Romagna a 220 mila mascherine provenienti dalla Cina. «Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino».

Questo il messaggio che accompagna il carico di 200 mila mascherine chirurgiche arrivate questa mattina per iniziativa del governatore della Provincia cinese del Guangdong, Ma Xingrui, territorio gemellato con la Regione Emilia-Romagna dal 2015, e che saranno subito consegnate al magazzino farmaceutico centralizzato di Reggio Emilia per essere distribuiti in tutte le province.

Tra le tantissime donazioni registrate in questo periodo nella nostra provincia a favore del sistema sanitario in questa emergenza, il sindaco di Fusignano Nicola Pasi ha tra gli altri ringraziato anche Hamel Reduoane, cittadino marocchino che vive in Italia da molti anni e a Fusignano ha aperto e gestisce un negozio multietnico.
«Un gesto generoso – commenta il sindaco – effettuato da una persona che stimo molto e che ci dimostra come l’attaccamento e l’affetto per la nostra comunità animi profondamente anche il cuore di chi a Fusignano ci è venuto a vivere e non solo di chi ci è nato».

L’imprenditore ha donato 5mila euro all’ospedale di Lugo per affrontare l’emergenza Covid-19. «Con la consapevolezza dell’importanza di essere tutti uniti nella la lotta alla pandemia in corso – ha commentato su Facebook – e convinto che in questo momento drammatico è più che fondamentale agire con senso civico e spirito di cittadinanza attiva ho deciso di contribuire con la mia donazione destinata all’ospedale Umberto di Lugo una somma di 5.000 euro».

«Come lui – è un commento postato su Facebook invece dall’avvocato Lina Taddei, eletta in consiglio comunale con il Pd alle ultime amministrative e ora nel consiglio d’amministrazione di Acer, esperta sul tema immigrazione – anche altri mi hanno contattata con lo stesso spirito, lo stesso che ha mosso e muove molti cittadini anche di origine straniera a compiere gesti di solidarietà e di amore verso questa terra, cittadini attivi parte di un tutto. Uno scrittore diceva che casa non è dove sei nato, ma dove ti senti a casa. Per ora, non posso che ringraziarli. Quando sarà tutto finito, continueremo a condividere questa casa».

E tra le raccolte fondi da segnalare in questo senso anche quella lanciata dalle comunità islamiche di Fusignano, Lugo, Bagnacavallo, Conselice, Massalombarda, Cotignola, Lavezzola, Russi, Alfonsine «perché ci sentiamo parte integrante delle nostre città e del nostro paese. Il nostro – si legge su Facebook – è un gesto doveroso in questa emergenza che si ripercuote su tutti noi. Vorremmo dare il nostro supporto ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari e ai volontari che stanno mettendo a rischio la loro vita per difendere tutti noi. Tutto il fondo raccolta verrà donato all’Ospedale di Lugo, che sia di aiuto ad affrontare questa difficile emergenza generata dal Covid19. È l’occasione di poter dare un vero contribuito a questa terra che tanto ha dato a noi».

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