Dal palco di Sanremo, una scommessa tutta romagnola

E va bene, parliamo di Sanremo. Anche se solo tangenzialmente, dei primi minuti della prima serata. Che per noi, di Ravenna e dintorni, è stata caratterizzata soprattutto da quel “evviva la Romagna, evviva il Sangiovese” con cui si è accomiatato un simpatico ragazzo che romagnolo lo è di seconda generazione. Lui si chiama Thomas O. Fadimiluyi, in arte Fadi, cantautore “italo-nigeriano della riviera romagnola”, si legge nella sua biografia. Di Riccione, in particolare, dove il padre, originario dell’etnia Yoruba, è arrivato nei primi anni ottanta e ha messo su famiglia, iniziando a gestire un albergo insieme alla moglie.

Sul palco di Sanremo Fadi è stato forse un po’ tradito dall’emozione ed è stato eliminato nella gara tra le “giovani promesse” (o come si chiamano) dal figlio di Alessandro Gassmann (che poi ha vinto il festival dei giovani). Peccato perché Fadi sembra davvero uno dei più talentuosi (anche se ancora naturalmente incompiuto) cantautori esordienti del panorama italiano, con un talento cristallino, su cui ci sentiremmo di scommettere, in particolare dopo aver ascoltato il suo (mini) album di esordio, uscito pochi giorni prima la sua esibizione all’Ariston.

Come cita esplicitamente in uno dei pezzi più divertenti (anche se non il più riuscito) Fadi riesce a tenere insieme il bianco e il nero, il ritmo africano e la riviera romagnola, “Fela Kuti e Casadei”. In realtà poi quelle che spiccano davvero sono soprattutto le influenze dei cantautori classici italiani, da Battisti a De André (omaggiato con una fin troppo fedele “Rimini”) con il valore aggiunto di una voce vagamente soul con accento romagnolo, davvero personale e funzionale a canzoni che uniscono l’indie di oggi (Calcutta?) a ritmi simil-reggae (“Se ne va”) o che diventano ballate degne del folk-rock che una volta si sarebbe detto alternativo (i due pezzi migliori del disco, “Cardine” e “Pugni”), fino ad arrivare alla “Due noi” presentata a Sanremo che sembra quasi un omaggio invece a Dalla e (purtroppo) non è probabilmente la migliore del lotto.

Ancora è presto per dare un giudizio definitivo su Fadi, ma è sicuramente una promessa da continuare a seguire, anche e soprattutto lontano da Sanremo.

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