lunedì
30 Giugno 2025

Il Cocoricò e la musica brutta

Condividi

Dopo questa bella pausa estiva arrivo volutamente lungo a parlare del Cocoricò di Riccione. E ne voglio parlare soprattutto con voi che fate i simpatici, che fate la battuta sulla chiusura dicendo che tanto la musica fa schifo. Ah ah. Vorrei informarvi che no, la musica non fa schifo e come al solito non è neppure questione di gusti. E no, per ascoltare quella musica non devi per forza sballarti, né prendere pasticche strane. C’è chi lo fa, certo, come quelli che si fanno una canna a un concerto rock. Però c’è anche chi quella musica l’ascolta in cuffia fermo immobile seduto su una poltrona (tipo me). O chi va ad ascoltare quegli stessi artisti che per voi fanno musica di merda a un festival, comodamente seduto nella platea di un teatro o di un museo di arte contemporanea. Volevo dirvi che il Cocoricò in Italia è tra i pochi che certa gente l’ha portata qui in tempi non sospetti, negli anni Novanta, quando tutti i rockettari di ‘sta minchia (tra cui sempre il sottoscritto) schifavano l’elettronica. Ora che l’elettronica è stata sdogantata da tempo, occorre almeno ribadire il concetto. E ricordare che al Cocoricò ci ha suonato, e più volte, per esempio Richie Hawtin, che poi si è pure sputtanato ma che con il suo pseudonimo Plastikman ha chiarito il concetto di minimal e alcuni suoi album di techno si dovrebbero far ascoltare nelle scuole. In fondo c’è poi così tanta differenza con la classica? Con il jazz? È musica astratta dei nostri giorni e i suoi Mozart o Bach (mi viene da ridere ma dico fondamentalmente sul serio) hanno suonato quasi tutti al Cocoricò. Jeff Mills per esempio. O addirittura un giovanissimo Aphex Twin, a dire il vero cacciato dalla consolle, un episodio di cui ancora ci dovremmo vergognare (tutti noi che teniamo alla musica). E Carl Craig, e Four Tet, e Ricardo Villalobos. La lista è lunga, la trovate su internet, e comprende anche alcuni campioni molto pop(olari) come i Daft Punk (che in realtà non sono riusciti a suonarci, al Cocoricò, ma la storia è lunga) o i Chemical Brothers, per dire, che hanno tra l’altro da poco pubblicato un altro album che spacca il culo probabilmente a tutti i nuovi gruppi con le chitarre usciti con un disco quest’anno.
Scusate se sono stato un po’ aggressivo, ma il concetto è che, anche se ormai non è più all’avanguardia come un tempo, mi piacerebbe che tutti fossero almeno un pochino tristi per i quattro mesi di chiusura (per il ragazzo morto per droga) di un luogo che di cultura (perché oltre alla musica qui sono nati, praticamente, la performance e il teatro sperimentale in Romagna) ne ha fatta eccome.

Condividi
Contenuti promozionali

LA CLINICA DELLA FINANZA

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Casa CZ, nuova luce in una bifamiliare

Il progetto di ristrutturazione dello studio Locarc a San Mauro Pascoli

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi