Il jazz “spirituale” della NTS: come (e cosa) non perdersi sul web

ISpiritual Jazzl web è una fonte inesauribile e gratuita di musica, questo l’abbiamo capito. La difficoltà talvolta è cercare di non perdersi, inondati da “consigliati per te” e link in ogni angolo della nostra benedetta pagina. Il fastidio del non poter surfare indisturbati non deve farci dimenticare che questa è comunque una grande risorsa. Allora a volte è bene sapere già dove andare. Ad esempio, i podcast. Sapete tutti cosa sono, ma per i pochi  che “l’ho sentito nominare, ma non so esattamente…”, si tratta di selezioni musicali, per lo più radiofoniche, che restano sul web, a disposizione di chi voglia riascoltarle. Volete musica di qualità? Ci sono i podcast di “Battiti” di Radiotre, ad esempio. E già che siamo sulla pagina, non lo facciamo un giro sulle puntate de La Barcaccia? Allora io questo mese, al posto del solito disco, vi segnalo un podcast.

Andate sul sito della benemerita NTS, dove troverete tanti bei mixcloud degli artisti più innovativi in circolazione, e cercate quello che si chiama History Of Spiritual Jazz. Da tempo cercavo la definizione esatta del tipo di jazz che mi piace di più. È vicino al free, ma nel calderone free c’è anche tanta roba molto fredda, invece “quel” free che dico io è caldo, trascinante. Ed ecco che arriva questo podcast fantastico, che lo chiama, con grande intuizione, Spiritual Jazz. E ci sono tutti: Alice e John Coltrane, Richard Abrahams, Albert Ayler, Art Ensemble Of Chicago, Douglas Kirk, Pharoah Sanders, Don Cherry, naturalmente Sun Ra, o gente che col free non c’entra nulla ma con lo spiritual sì, come Miles Davis o Lester Bowie, o perfetti sconosciuti (almeno alle mie povere orecchie): Kochi, Dwight Trible, Oneness Of Ju, The Village Poet… C’è perfino il nostro compianto Massimo Urbani.

Gli episodi sono cinque, durano 2-3 ore l’uno, sono tutti fenomenali, tranne forse i primi 4-5 pezzi della puntata Psychedelic Jazz, che però poi si riprende alla grande e vola altissimo. Il bello del web è che potete ascoltarli, mollarli, riprenderli, ripartire daccapo, saltare avanti e indietro,  insomma le stesse comodità che avete con ogni altro “device” (volevo troppo usare questa parola prima o poi). Basta prenderci confidenza.

E vi consiglio un giro su tutti i podcast di NTS. Lì sì che è bello perdersi.

 

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