Quando la musica è (anche) mitologia

Beatrice Rana “Bach: Goldberg Variations BWV 988”
RanabeatriceL’idea di scrivere delle Variazioni Goldberg mi è venuta dopo aver ascoltato un bel disco di Claudio Rocchetti, che partendo dal capolavoro bachiano è giunto ad un lavoro di grande sensibilità di cui spero prima o poi di parlare. Mi sono messo a cercarne alcune versioni recenti, per non parlare delle solite esecuzioni storiche (Glenn Gould, Ralph Kirkpatrick, Wanda Landowska, Gustav Leonhardt fino a Keith Jarrett e Ramin Bahrami), e mi sono imbattuto in questa spumeggiante interpretazione di Beatrice Rana.

Pugliese di Copertino, classe 1993 (!), carriera per ora fulminante che la porta dal Conservatorio di Monopoli a incidere per la Warner Classics. Un piccolo fiore all’occhiello in quest’Italia esterofila dove i talenti ci sono, bisogna solo saperli riconoscere e coltivare. L’opera, scritta per fini educativi-ricreativi come la maggior parte delle composizioni bachiane per clavicembalo, è notoriamente molto complessa sia nella sua concezione, sia nella difficoltà di esecuzione. Beatrice Rana non ci fa pesare per nulla questo aspetto, la sua diteggiatura è fluida e naturale, l’interpretazione è leggera, verrebbe da dire quasi divertita, se non sapessimo bene che dietro a registrazioni come questa c’è tanto lavoro. L’opera è infatti una straordinaria cattedrale in cui le regole “matematiche” dell’armonia vengono sviscerate con un’efficacia senza precedenti, sia per la complessità architettonica generale (un’Aria da cui vengono tratte 30 Variazioni, ricche di sottotracce e rimandi interni), sia per il risultato artisticamente ineguagliabile. La leggenda, mai del tutto provata, vuole che le Variazioni siano state scritte per il giovane e talentuoso Johann Gottlieb Goldberg, protetto di un ambasciatore russo. La critica tende allo scetticismo, perché il giovane aveva solo 15 anni quando Bach le scrisse, e sebbene avesse fama di virtuoso, si vuole escludere la possibilità che potesse eseguire una partitura di tale difficoltà. Ascoltando però questa versione così poco rigida, così “giovane” da parte della 25enne Beatrice Rana, mi piace pensare che invece fosse proprio così: un esercizio, quasi una sfida, per un quindicenne di talento.

La musica è fatta anche di mitologia e sfugge al controllo della razionalità, anche quando è scritta come una complessa architettura matematica.

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