lunedì
07 Luglio 2025

Un album eccezionale, alla riscoperta del contrabbasso

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Daniele Roccato
Daniele Roccato in una foto di Ariele Monti

Stefano Scodanibbio – Alisei (1982)
Ho visto per la prima e purtroppo ultima volta Stefano Scodanibbio suonare a Napoli, nella Chiesa di Santa Caterina da Siena, pochi anni prima della sua prematura scomparsa. Contrabbasso acustico e basta. La gamma di suoni, la cristallina purezza della musica che tirò fuori dal quell’imponente pezzo di legno che sembrava parte del suo corpo, ha completamente cambiato la mia percezione della fisicità degli strumenti acustici.

I più grandi compositori della seconda metà del 900 hanno scritto partiture appositamente per lui: Luigi Nono, Luciano Berio, Giacinto Scelsi, Iannis Xenakis, Charles Ives, Maurice Ravel. Ma Scodanibbio è stato anche un innovativo compositore, ovviamente focalizzato sulla musica per contrabbasso o per “vero quartetto d’archi” (cioè violino viola violoncello e contrabbasso). La conoscenza profonda delle possibilità espressive dello strumento rende le esecuzioni particolarmente ardue. In questo “Alisei” a cimentarcisi è Daniele Roccato, coadiuvato all’occorrenza dal Ludus Gravis Ensemble di cui fa parte (e che ha cofondato proprio con Scodanibbio).
Ospiti frequenti di Ravenna Festival, abbiamo avuto spesso occasione di ammirarli a Ravenna.

Per questo cd su ECM scelgono un programma che si apre con la title track per proseguire con una prima mondiale, la prima registrazione di Ottetto, un’estenuante quanto esaltante mezz’ora che esplora tutte le tecniche affinate dal Maestro. Seguono i picchi virtuosistici di “Due Pezzi Brillanti” per finire con un’altra premiere, quella di “Da Una Certa Nebbia” che chiude sontuosamente un disco eccezionale, che riporta l’attenzione, semmai ce ne fosse bisogno, su uno strumento importantissimo come il contrabbasso.
Lo consiglio sia a chi già lo ama, sia a chi è curioso di scoprirne l’incredibile gamma espressiva.

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