“Easy Rider”, un ritorno da non perdere anche per chi l’ha già visto Seguici su Telegram e resta aggiornato Easy Rider (di Dennis Hopper, 1969) Torna nelle sale il cult movie “on the road” per eccellenza, e lo fa in versione restaurata perché dopo aver perso qualche anno fa Dennis Hopper, recentemente ha bussato alle porte del paradiso anche il co-autore e co-protagonista Peter Fonda. Il film ha 50 anni e un po’ li dimostra, ma per chi non lo avesse mai visto scoprirebbe un sorprendente apologo su libertà e diversità, raccontato tra l’altro con un’impronta cupa e pessimista. I due protagonisti, unito a un terzo, giovanissimo Jack Nicholson, sono magnetici e “coincidono” perfettamente con l’identità di biker e di hippie di quel periodo. Hopper e Fonda nel film incarnavano esattamente le idee e le speranze già perdute da un paese che aveva già sotterrato le sue rivendicazioni sociali e culturali nella stessa tomba dei fratelli Kennedy e di Martin Luther King, portando avanti un sogno già svanito che poi è il film stesso a celebrare postumo. In definitiva il ritorno di Easy Rider, che ai tempi dell’uscita e anche col passare degli anni ha diviso fortemente la critica, può e deve stimolare la curiosità di chi lo ha visto in passato, unita a quella, spero enorme, di coloro che non lo hanno mai visto. In più la colonna sonora è davvero una delle migliori compilation di rock, pop e psichedelia americana che siano state mai realizzate. Manifest (Serie TV, Prima stagione, 16 episodi) Un volo di linea con a bordo i passeggeri protagonisti della serie scompare dai radar, viene dato per disperso, ma riappare e atterra come se nulla fosse 5 anni dopo la sua scomparsa. Il fatto è che per i protagonisti sono passati soltanto pochi minuti e arrivano più giovani appunto di 5 anni. Il governo vuole ovviamente capire, con le buone o con le cattive, che cosa sia successo. Passato da noi sulle reti Mediaset (prima Premium poi Canale 5), Manifest ricorda a tutti gli amanti delle serie tv il grande e (per chi vi scrive) incompiuto Lost, e infatti il pubblico si è appassionato subito e ha purtroppo involontariamente scatenato quello che ad oggi è il grande flagello delle serie: il successo. Col passare degli episodi, molto avvincenti tra l’altro, troviamo qualche risposta ma soprattutto si moltiplicano a dismisura gli enigmi cercando di tirare avanti la serie per ben più di una stagione (la seconda è già stata annunciata) e stancando oltre misura uno spettatore che si è già dovuto vedere ben 16 puntate per capire qualcosa. Manifest è un titolo azzeccato perché è davvero il manifesto di ciò che stanno diventando le serie tv al giorno d’oggi: un prodotto a uso e consumo del pubblico. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Visibili e Invisibili