Sorpresa: la quinta serie di “Black Mirror” inizia malissimo

Striking Vipers Black MirrorBlack Mirror 5×01: “Striking Vipers ” (di Owen Harris, 2019)
Torna Black Mirror, la regina delle serie tv con una quinta stagione che riprende la formula degli esordi presentando solo tre episodi, come sempre autoconclusivi e indipendenti tra loro. Come da tradizione, il primo episodio è scritto da Charlie Brooker, che avendo creato la serie, crea di conseguenza anche molte aspettative, che a loro volta diventano altissime sapendo che a dirigere il tutto c’è Owen Harris, regista di uno degli episodi cult della serie, “San Junipero”.

Dopo un incipit non particolarmente significativo, la vicenda mostra due vecchi amici quarantenni che, dopo essersi ritrovati a una festa, iniziano a giocare online (ognuno a casa propria) al videogioco del momento che di nome fa proprio “Striking Vipers”, omaggio al noto ed esistente gioco Tekken.
Grazie a un visore per la realtà virtuale i due protagonisti saranno completamente catapultati all’interno dei mondi del gioco isolandosi completamente, finendo per confondere le due realtà.

Sorpresa: dopo quattro anni di pura gloria, la quinta serie di Black Mirror inizia malissimo, con un episodio che manca di originalità, confuso nel raccontare e nel trasmettere un qualsiasi messaggio allo spettatore, e mal risolto nel finale. Non si può spiegare del tutto il motivo di questa recensione negativa senza spoilerare alcunché, però si nota fin dall’inizio una grande confusione narrativa (e la storia di per se è semplice) e l’incapacità di dire qualcosa che non sia già stato detto sia sulla realtà virtuale, sia sugli altri temi che l’episodio snocciola. L’idea è che il presente sia già arrivato al futuro ipotizzato dalla serie e che le vicende che vivono i protagonisti appartengono appunto all’oggi piuttosto che ipotizzare fantasiosamente un domani distopico.

E il risultato è la noia e la certezza che per tutte le cose, serie tv in primis, il gioco è bello quando non dura all’infinito.

Capitolo Arene. Lunedì 8 luglio torna all’Arena Borghesi di Faenza Manhattan di Woody Allen, che è un capolavoro di 40 anni fa che spero abbiate visto tutti e vogliate tornare a rivederlo.
Martedì 9 nella “nuova” Arena Europa (sempre a Faenza) gli attori Marco Cortesi e Mara Moschini presentano Rwanda, opera prima di Riccardo Salvetti, originale e di provenienza teatrale (scritta proprio dai due attori citati), basata sul celebre e tragico genocidio che questo paese subì 25 anni fa.
Fatti i dintorni, concludiamo con Ravenna che ospita mercoledì 10 il regista Simone Godano che presenterà la sua nuova commedia Croce e delizia, con Fabrizio Bentivoglio, Alessandro Gassman e Jasmine Trinca.

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