Stop al superbonus, aziende in crisi: «Lo Stato deve trovare una soluzione»

Morelli (Top Rent): «In questo momento tutto è congelato, in tanti a rischio»

Lo stop del governo all’erogazione del bonus al 110% per la ristrutturazione e alla cessione del credito da parte delle imprese ha causato blocchi e rallentamenti ai cantieri, provocando danni ad aziende e privati su scala nazionale.

A oggi infatti possono continuare ad usufruire delle agevolazioni fiscali solo coloro che hanno presentato la Cilas (Comunicazione Inizio Lavori Superbonus) entro scadenze diverse (a seconda del tipo di abitazione) dell’anno scorso. I rimborsi inoltre sono concessi solo per gli interventi indicati sul documento ed eventuali ristrutturazioni, se non precedentemente specificate, sono da considerarsi a pieno carico del proprietario dell’abitazione. Le unità unifamiliari hanno invece come termine ultimo di conclusione dei lavori quello del 31 marzo 2023, anche se è probabile l’emendamento di una proroga al 30 giugno.

Ponteggi Top Rent

Uno dei ponteggi noleggiati e montati da Top Rent, azienda ravennate con una lunga esperienza nel settore

A fare il punto sulla situazione ravennate è l’imprenditore Stefano Morelli, che da oltre dieci anni opera sul territorio con Top Rent, azienda di via Dismano specializzata nel settore edilizio: «La situazione è disastrosa. In questo momento è tutto congelato e lo Stato ha il dovere di intervenire. Le leggi sui bonus sono cambiate in corsa più volte, portando molte aziende e professionisti a temere queste pratiche, arrivando anche a rifiutarle. Ora in tanti che avevano investito sul settore delle ristrutturazioni agevolate dai bonus rischiano il crollo».

Molte delle piccole e medie imprese che hanno deciso di investire sui bonus e super bonus effettuando sconti diretti in fattura (superando a volte il tetto del proprio “cassetto fiscale”) si trovano oggi a dover fronteggiare l’impossibilità di cedere il proprio credito a banche e imprese. Questa situazione ha favorito il proliferare di speculatori disposti a cedere il credito ad aziende in difficoltà a prezzi estremamente ribassati, che spesso permettono alle attività di rientrare a malapena nelle spese sostenute.

«Tra i motivi dello stop ai bonus figurano certamente le frodi e le truffe anche milionarie che si sono accumulate nel corso di questi anni – continua Morelli – oltre che all’esponenziale aumento dei prezzi di materiali edilizi e manodopera. Ma i prezzi di oggi, anche se calmierati, non torneranno ai minimi storici del pre pandemia e le frodi andrebbero fronteggiate grazie a un maggiore controllo, esercitato anche tramite l’assunzione di nuovo personale addetto alle ispezioni, e non con il blocco di pratiche e cantieri già avviati».

La momentanea eliminazione degli incentivi legati alla ristrutturazione e all’innalzamento della classe energetica delle abitazioni rema inoltre in direzione contraria a quella che è la direttiva europea “Case Green” che prevede per tutti gli edifici residenziali (ad esclusione di edifici di valore storico/culturale, case vacanza utilizzate per meno di 4 mesi l’anno, edifici di culto, governativi, e case unifamiliari sotto i 50 metri quadrati) il raggiungimento di almeno la classe energetica E entro il 2030 e classe D entro il 2033, nell’ottica di una riduzione significativa di inquinamento domestico e consumi. «Senza un intervento governativo questo piano risulterà inattuabile. Solo a Ravenna, circa l’80% delle abitazioni oggi risulta essere in classe F o G, e per riuscire ad adeguarsi alle nuove normative europee è necessario non solo istituire un nuovo siste- ma di incentivi o finanziamenti (come quello studiato per i restauri condominiali) ma anche e soprattutto snellire la burocrazia che rende tutto più lento, mac- chinoso e costoso. Mi dispiace dire che come azienda edile stiamo lavorando quasi di più a livello burocrati- co che sul fronte operativo. Questa situazione parados- sale è frutto di disorganizzazione da parte dello Stato e mancanza di dovuti controlli, è necessario che venga fornita adesso una nuova soluzione».

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