Recupero della casa di un pubblicitario in centro storico a Ravenna

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La cucina

In una via dalle case “a tasti di pianoforte”, l’architetto Pezzele dà nuova vita ad una casa a schiera

«Quando guardo queste parti del centro fatte di tante case abbinate – commenta l’architetto Alberta “Betti” Pezzele mentre ci illustra questa casa del centro di Ravenna, da lei completamente ristrutturata per un pubblicitario tra il 2002 e il 2003 –
 mi viene da dire che potrebbero definirsi “a tasti di pianoforte”, con la sequenza di case lunghe e strette, ciascuna delle quali con il proprio retro distanziato da un cortile interno»

Via Pasolini è una di quelle strade caratteristiche del centro storico di Ravenna, in cui il fronte continuo di case a schiera si manifesta con evidente coerenza di matrice tipologica. E la memoria non potrebbe non andare, solo per citarne alcune, all’immagine delle cortine urbane di via Cerchio e via Tombesi Dall’Ova. Ci ritroviamo ad osservare la serie di facciate  omogenee, spesso alte non più di un primo piano, con portone d’ingresso da un lato e una o due finestre a fianco. Normalmente il fronte cela un corpo di fabbrica stretto e allungato, eretto su quello che viene usualmente definito “lotto gotico”: vale a dire una porzione di terreno stretta e lunga, causata da successive ripartizioni di aree edificabili, con larghezza non superiore a 5-6 metri e lunghezza pari circa ad un rapporto di 1/2 o 1/3. In questo modo si spiega la caratteristica paratattica dell’evoluzione di questa parte del tessuto urbano, con tanti corpi stretti e affiancati gli uni agli altri. Ovviamente non è una caratteristica solamente ravennate; anche Lugo, Bagnacavallo e la stessa Bologna – quest’ultime due con un’articolazione più complessa ad affaccio porticato – mostrano organizzazioni edilizie similari, come ci raccontano i cabrei degli archivi storici, a volte destinate a rimanere quasi intatte nella loro semplicità di impianto tipologico di base, altre volte destinate ad evolversi in tipologie di maggior rango urbano, dalle case in linea ai palazzi ad androne passante. Ma purtuttavia questa rimane una caratteristica tipica che contribuisce alla costruzione dell’immagine del centro storico di Ravenna, che la lettura della città e un Museo della Città dovrebbero mettere in evidenza. L’organizzazione in pianta dell’unità edilizia di base – tuttora evidente – consiste in un corridoio laterale al servizio di due stanze, separate da una scala a due rampe e pianerottolo inserita nella classica posizione centrale mediana, che finisce per sboccare in un cortiletto interno su cui si affaccia il fronte del vecchio proservizio. «Quando guardo queste parti del centro fatte di tante case abbinate – commenta l’architetto Alberta “Betti” Pezzele mentre ci illustra questa casa del centro di Ravenna, da lei completamente ristrutturata per un pubblicitario tra il 2002 e il 2003 – mi viene da dire che potrebbero definirsi “a tasti di pianoforte”, con la sequenza di case lunghe e strette, ciascuna delle quali con il proprio retro distanziato da un cortile interno».

«Queste vecchie case sono una vera passione – prosegue Alberta Pezzele –
far rivivere la storia che le ha fatte crescere nel tempo, un tempo che ne ha modificato
mura, volumi, accorpamenti, usi, e reinventarle su quelle basi»

«Questa è uno dei  tanti “tasti”», prosegue, rivelandoci un po’ del proprio lavoro, vale a dire «ristrutturare vecchie case, che un tempo erano abitate da più nuclei familiari e ora sono recuperate per ospitarne uno solo». Un po’ di tempo è trascorso da quando i nostri passi non si intrecciavano con quelli dell’architetto Pezzele, su queste pagine fin dalla recensione della sua ristrutturazione di una casa in via Tombesi Dall’Ova (vedi Cronache e Racconti di Architettura, 2011, p. 191, ndr). L’occasione è questa abitazione a schiera di via Pasolini. «Queste vecchie case sono una vera passione. Far rivivere la storia che le ha fatte crescere nel tempo, un tempo che ne ha modificato mura, volumi, accorpamenti, usi, e reinventarle su quelle basi. Per cui gli spazi possono essere modificati, le aperture allargate, il giardino che una volta era ad uso comune ora diventa parte integrante della casa, un luogo legato agli spazi del living visto come una espansione all’esterno del soggiorno o della cucina. Il “dentro” e il “fuori” diventano uno spazio unico». Entriamo e siamo accolti da un salotto in cui già si mostrano le scelte di fondo del progetto: parquet in doghe di rovere a pavimento, su cui si trovano posati mobili prevalentemente in legno, come la credenza, l’armadio e il tavolo romagnolo, omaggiato da un lume sferico moderno, mentre ecco il gaio irrompere della righiera gialla della scala, pronta a salire alla zona notte. Alla domanda sulla posizione dei solai, in legno dipinto bianco e collocati in posizione ribassata rispetto all’origine, la progettista ne spiega subito il motivo: «sono stati ribassati per poter usufruire del sottotetto, in cui si è potuto inserire un soppalco, organizzato come un piccolo luogo dove potersi isolare».

Gesto moderno dalla sintassi antica, con colonne in ferro
e tetto in rame, il nuovo portichetto “lega” la casa principale alla casetta del retro,
un tempo semplice proservizio e ora destinata a lavanderia
al piano terra e soprattutto camera per gli ospiti
al primo piano

Salendo ai piani superiori, scopriremo una successione di trattamenti della vista dei tre solai, con quello del soggiorno al primo piano risolto con finitura a vista, mentre in cima il soppalco viene sovrastato dalla classica orditura a travi, travicelli e scempiato di tavelle in cotto del tetto. Poiché queste case sono caratterizzate da fronti poco estesi sia su strada che verso il giardino interno, «molto importante è la ricerca della luce in quanto, soprattutto al piano terra,  sono poco illuminate». Quindi si cerca di aprire il lato giardino con una superficie finestrata notevolmente più grande di quella presente in origine. Anche in questo caso così si è lavorato. Attraversato il salotto di ingresso, si raggiunge la sala da pranzo con tavolo Nat e cucina Bulthaup, in cui la pavimentazione in parquet si articola soggiacendo al cambio di dettato funzionale e accogliendo un inserto a mezzaluna risolto con grandi piastrelle in ceramica scura rugosa, di cui ritroveremo eco nella pavimentazione del piccolo cortile. Si tratta di un ambiente particolarmente gradevole, sia nella scelta degli arredi, ma soprattutto perché generosamente illuminato da una vetrata tripartita, con porta-finestra che immette direttamente sotto un nuovo portichetto. Gesto moderno dalla sintassi antica, con colonne in ferro e tetto in rame, il portichetto “lega” la casa principale alla casetta del retro, un tempo semplice proservizio e ora destinata a lavanderia al piano terra e soprattutto camera per gli ospiti al primo piano. Osservando gli ambienti interni, si nota un tocco vintage che impreziosisce la casa, come il recupero delle «vecchie porte “povere” del Settecento», che ora ritroviamo in soggiorno o per accedere al bagno dello studiolo all’ultimo piano. Quindi accanto al recupero dell’intero fabbricato, l’architetto procede alla rivitilizzazione di una serie di elementi preesistenti, perché «ognuna di queste case ha qualche elemento da mantenere come memoria», come gli elementi del parapetto della vecchia scala preesistente che ora sono nel soppalco che si affaccia sulla camera da letto padronale. Altrove la scelta è stata differente, con materiali provenienti da altri contesti edilizi storici, come i gradini della scala in marmo di carrara che «vennero smontati durante il restauro delle case dei dipendenti dello zuccherificio di Classe». Per quanto riguarda gli arredi, accanto all’inserimento di mobili di famiglia e a pezzi classici di design si è proceduto alla loro integrazione da altri provenienti da antiquari della zona, oppure operando con un tocco personale della progettista, come il parapetto della scala, realizzato su suo disegno al pari del camino del soggiorno al primo piano, davanti al quale ha disteso un “tappeto” parafuoco, fatto da alcune vecchie piastrelle di cemento con disegno geometrico.

CREDITI

•    Lavori realizzati tra il 2002 e il 2003
•    Progetto e D.L.: architetto Alberta Pezzele        Studio Pezzele Associato, Via Pasolini 55,         48121 Ravenna
•    Impresa esecutrice: Ediltecnica
•    Impianto elettrico: Barisani Fabrizio – Alfonsine
•    Impianto idraulico: Navarra Adriano – Ravenna
•    Infissi: falegnameria Forlivesi Guerrino – Cervia
•    Arredi in legno: falegnameria Brighi         di Gasponi Sergio – Ravenna
•    Marmista: Spadoni – Carraie (RA)
•    Fabbro: Giannelli – Ravenna
•    Specchi: Marco Fabbri
•    Corpi illuminanti: COMET – Forlì
•    Cucina: Bulthaup
•    Tavolo cucina: Nat – Trieste
•    Mobili di famiglia e trovati da antiquari della zona come Nerina Melandri

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