Abitare tra antico e moderno nel centro storico di Ravenna

L’appartamento dell’architetto Vanessa Maestri  tra spazi della storia ed elegante modernità

Quando si passeggia per un centro storico di una città europea e si osservano distrattamente le facciate di edifici spesso carichi di segni e forme di un illustre passato di eventi e stili architettonici, può accadere che una domanda venga alla mente. Chi vive dietro a quei muri, a quelle finestre, a quel brano di edilizia storica e come può avervi concepito l’arredo della propria abitazione?  È il caso di questo palazzo del centro storico di Ravenna, appartenuto alla nobile famiglia dei Rasponi del Sale fin dalla fine del Settecento, allorché fu costruito, forse su progetto dell’architetto Domenico Barbiani. Chi si affaccia alle grandi finestre barocche degli ultimi piani? In questo caso è l’architetto e interior designer Vanessa Maestri, che ha restaurato l’ultimo piano di un’ala del palazzo e lo ha arredato per viverci con i propri figli. Su queste pagine si è già segnalata una sua creazione una prima volta nel febbraio 2007, allorché si è descritto il recupero di una falegnameria sulla cinta muraria di Cesena in casa-studio, progettata insieme all’architetto Andrea Agostini. Già allora si intravedeva la tendenza a rivitalizzare il testo architettonico storico, pur con rispetto, mettendo in scena una gamma articolata di scelte illuminotecniche, fino ai lampadari di Tord Boontje, integrati con un gusto un po’ surrealista negli inserimenti di oggettistica d’arredo, fino al design ormai classico di Philippe Stark per Kartell. Il gusto per una contaminazione controllata si è mantenuto successivamente, come dimostra l’aura shabby chic del negozio Bon Ton da lei curata.

Entrando ci accoglie un’atmosfera totalmente moderna, che deriva dai movimenti di una morbida luce avvolgente total white,
creata dall’azione congiunta
dei flussi luminosi provenienti dalle cornici a veletta prossime
ai soffitti e dal calibrato inserimento di luci zenitali
di lampadari e piantane dalle note forme di un elegante design

Quindi, risalendo per la sontuosa scala barocca in marmo scuro brecciato di questo palazzo ci aspettiamo qualcosa di più di una scelta rivolta al legno naturale nei pavimenti e ai toni e alle forme della tradizione. Infatti, non appena la grande porta sormontata da una pregevole cimasa barocca si apre, quello che per prima ci colpisce è un’atmosfera totalmente moderna, pur sempre rispettosa dei grandi spazi, degli alti soffitti e delle ampie finestrature che si affacciano sulle vie del centro di Ravenna. E ci accorgiamo come quest’atmosfera derivi dai movimenti di una morbida luce avvolgente total white, creata dall’azione congiunta dei flussi luminosi provenienti dalle cornici a veletta prossime ai soffitti e dal calibrato inserimento di luci zenitali di lampadari e piantane dalle note forme di un elegante design, fino alle grandi ironiche abat-jour a forma di uccello che troveremo accanto al tavolo da pranzo e nel bagno della padrona di casa. Ne deriva un tono luminoso e armonico che si riflette sui pavimenti, risolti con il dispiegarsi ovunque di una resina dal tono sabbia chiaro, e su pareti, porte e finestre, quasi sempre bianche così come gran parte degli arredi.

Proseguendo scopriremo come nell’ambiente di maggiore rappresenza, vale a dire la sala per la conversazione e la TV, compendiata dal tepore visivo proveniente dal caminetto, alla tirannia del bianco fa da contrappunto l’emergere scuro di alcuni pezzi, come la pezzata chaise lounge di LC. In realtà l’ingresso mette subito alla prova la nostra disponibilità a farci ammaliare/interrogare dagli spazi di questo grande appartamento, il cui enigmatico guardiano è una grande maschera bianca, collocata nell’angolo sinistro di questo spazio inaugurale, di cui risulta l’unico elemento di arredo insieme alla sfera luminosa del magmatico lampadario centrale, pulsante di frenetiche linee di luce. In questo modo non avvertiamo subito la presenza della fascia di base a boiserie in leggeri rilievi bianchi orizzontali, che troveremo a bordare quasi tutti gli ambienti dell’appartamento. Ugualmente non avvertiremo come importante per la nostra visita la presenza della porta a filo muro che si trova a fianco della grande maschera. Così facendo incorreremmo in un sicuro errore che la nostra Sibilla-padrona di casa ci sta inducendo a commettere, come in un esercizio di prossemica. Questa infatti è invece la porta che ci introduce nello spazio più segreto della casa, vale a dire la zona notte dell’architetto Maestri.

In realtà l’ingresso mette subito alla prova
la nostra disponibilità a farci
ammaliare/interrogare dagli spazi di questo grande appartamento,
il cui enigmatico guardiano
è una grande maschera bianca, collocata nell’angolo sinistro
di questo spazio inaugurale,
di cui risulta l’unico elemento
di arredo insieme alla sfera
del magmatico lampadario centrale, pulsante di frenetiche linee di luce

 

Essendoci concesso tale privilegio, abbiamo invece la possibilità di ammirare la camera ancora saldamente ancorata al concetto total white, bordata dalla lunga cabina-armadio ad ante trasparenti e da un mobile divisorio con specchio e TV, posto a creare un piccolo corridoio a protezione della stanza dall’ingresso all’appartamento. L’atmosfera raggiunge un tocco quasi provenzale nel bagno, così come ornato dalle grandi enigmatiche conchiglie in dialogo con il rivestimento in mosaico industriale, tono subito stemperato dai sontuosi lampadari posizionati nei punti strategici, come per esempio sopra la vasca idromassaggio. Dall’ingresso il suggerimento per l’ospite è opportunamente rivolto ad entrare nell’ambiente che si apre davanti a lui. È questo una sala suddivisa in un salotto centrale, arredato con comode bianche poltrone imbottite, dietro alle quali si dispone la zona pranzo, con tavolo e sedie in resina, che ben si allungano a fianco di una porta-vetri di significative dimensioni, oltre la quale si trova una loggia vetrata, pronta a divenire in un prossimo futuro una lussureggiante serra. Dalla sala si può accedere al salotto/TV, viceversa raggiungere le camere dei figli, oppure proseguire fino in cucina e da qui scendere leggermente ad una terrazza esterna.

La presenza elegante del tavolo e delle sedie del pranzo rende possibile di verificare ancora meglio la qualità pervasiva del sottile messaggio provenienti dall’uso del materiale plastico, già presente nei pavimenti e che ritroveremo nel mobile della zona cottura e preparazione vivande della cucina, un corian rigorosamente bianco. La resina acrilica del corian o delle sedie di Starck e la resina epossidica impastata con inerti a pigmenti colorati nei pavimenti ci narrano di una modernità ormai prossima a farsi tradizione, tendenza sapientemente descritta da Cristina Morozzi in recentissime pagine su AD. Narrando delle lussuose qualità estetiche di Precious, modello della sedia Masters in plastica versione oro di Starck, Morozzi avverte la necessità di «cambiare radicalmente il percepito della plastica: non più materiale povero destinato soprattutto ai casalinghi, ma elemento nobile da utilizzare per arredi di prestigio».

Alle mutevoli epifanie
della proteiforme plastica, progenie
di quello che una volta era un simbolo del modernismo funzionalista
come il moplen, si deve inoltre aggiungere la scelta vincente di trasformare gli interruttori dei punti luce in complementi d’arredo
con placchette glass collection,
che contribuiscono ad aggiungere
un altro significante particolare
di algida bellezza
all’effetto d’insieme.
Ma questa casa ha in riserbo
molte altre sorprese

 

Questo quindi significa «modificare la semantica degli oggetti in plastica, che mutano di rango, perdendo la connotazione ipermoderna per guadagnare un’aura più classica» (AD, marzo 2015, p. 47). Alle mutevoli epifanie della proteiforme plastica, progenie di quello che una volta era un simbolo del modernismo funzionalista come il moplen, si deve inoltre aggiungere la scelta vincente di trasformare gli interruttori dei punti luce in complementi d’arredo con placchette glass collection, che contribuiscono ad aggiungere un altro significante particolare di algida bellezza all’effetto d’insieme. Ma questa casa ha in riserbo altre sorprese. Così è la camera-studio a fianco dell’ingresso, con il suo bagno dettagliatamente studiato fino all’inserimento del piccolo tronco sbiancato dalla salsedine del mare posato sul lavello bianco, con cui si chiude il ciclo della memoria marina inaugurato dalle conchiglie del bagno della padrona di casa e proseguito da una composizione di rametti sbiancati preziosamente inseriti entro diafani vasi di cristallo situati a fianco della finestra del soggiorno. Così è anche per il baldacchino, stile casetta brit style della camera dalla figlia. Così è infine allorché si raggiunge la terrazza dopo aver attraversato la cucina passante: è questo uno spazio nel cuore del centro storico ma lontano dai ritmi e dai suoni della città, sospeso a mezza altezza all’interno dell’isolato, nel quale si segnala per la parete frangisole moderna sulla facciata del palazzo settecentesco, mentre scendiamo percorrendo quattro gradini di ferro bianco e cristallo alla volta di un pavimento, ossessivamente e coerentemente bianco.

CREDITI

•    Interior designer: : architetto Vanessa Maestri
•    Pavimento in resina: Ecobeton
•    Rivestimenti bagni: mosaici Sicis
•    Infissi: Internorm
•    Radiatori: Scirocco
•    Bagno turco e vasca: Glass
•    Mobili: Fendi (divano soggiorno), LC Cassina (chaise longue),  Moroso (divano zona pranzo), Kartell (tavolo e sedie da pranzo),   Ernesto Meda (cucina),  Knoll (sgabelli cucina),  Altamarea (mobili bagni)
•    Luci: piantana Tolomeo Mega-Artemide, lampadario Sky Garden- Flos (soggiorno), lampadario di Murano a goccia,         Pinguino-Sluiz (zona pranzo), abat-jour Carlotta l’uccellino-Ingo Maurer (stanza letto),Papera-Sluiz (bagno)

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