Una villa moderna e bianca nel paesaggio della pianura cesenate

La buona prova degli architetti Baldacci e Piraccini recentemente premiata dall’Ordine degli Architetti di Forlì-Cesena

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Selezionata dal Premio d’architettura Forlì-Cesena 2014 per la categoria ”migliore opera residenziale realizzata”, ideato dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Forlì-Cesena, questa algida villa bianca, distesa sulla pianura cesenate, si fa compatta verso la strada come per respingere, anche visivamente, i venti freddi del nord e i rumori della vita pubblica.

All’esterno le linee dominanti ricalcano l’orizzonte della pianura, rivisitata con un giardino passante che in realtà è già un museo all’aperto, e si irrobustiscono nei forti aggetti delle terrazze rivolte alle colline e nel robusto cornicione scuro mediano del lato strada.

Una particolare attenzione viene dedicata al portale che inquadra lo spazio centrale, completamente trasparente, concepito come una vera «cerniera compositiva dell’intero progetto», in cui si colloca  l’ingresso. È questo uno spazio speciale, che viene ad essere concepito, come spiegano i progettisti, alla stregua di «elemento di collegamento interno tra due diversi volumi, ma anche come punto di continuità del paesaggio, essendo completamente aperta verso l’esterno tramite un’ampia superficie vetrata».

Il ciclo annuale di conferenze dal titolo I sedici – il ruolo dell’architettura contemporanea, promosso e organizzato dal da questa rivista e curata da Nuovostudio di Ravenna si è appena concluso che ne inizia un altro sotto l’egida di nuovi auspici. Il tocco finale è stato dato da Emilio Roberto Agostinelli, architetto Direttore Coordinatore della Soprintendenza per i Beni architettonici e il paesaggio di Ravenna, la cui villa è stata ampiamente recensita sulle pagine di questa rivista e nel volume Cronache e racconti di architettura, redatto da chi scrive per i tipi di Reclam editrice. Per la parte “giovani” hanno calcato la scena gli architetti Christian Baldacci (Cesena, 1975) e Alessandro Piraccini (Cesena, 1981), recentemente vincitori del concorso “Hub”, promosso dal gruppo Ravimm per il recupero di una ex sede della Banca Popolare di Ravenna.Nell’ambito dei riconoscimenti ecco invece la menzione d’onore alla prima edizione del Premio d’Architettura Forlì-Cesena 2014 per la categoria ”migliore opera residenziale realizzata”, ideato dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Forlì-Cesena. L’opera selezionata dal Premio dell’Ordine è questa algida villa bianca, distesa sulla pianura cesenate. Come recita il Bando, «il Premio d’architettura ha come fine quello di selezionare e far conoscere le opere di architettura realizzate nella provincia di Forlì-Cesena che si distinguono per qualità dell’idea, innovazione e costruzione rispetto a materiali, tecnologie, sostenibilità e fattibilità, e che siano capaci di interpretare le aspirazioni della committenza e di creare ambienti migliori per la quotidianità oltre che per la capacità di generare nuovi spazi relazionali e nuovi modi di abitare». La collaborazione tra Baldacci e Piraccini nasce nel 2009 quando vengono invitati al Concorso per il nuovo centro parrocchiale Fulgor di Gambettola, in seguito vinto e tutt’ora in fase di realizzazione. «Da questo momento – raccontano i progettisti cesenati – si crea una stabile sinergia che porta alla realizzazione di numerosi progetti compiuti, i quali esplorano ogni ambito del progetto dalla scala urbana al design di interni. Filo conduttore della loro ricerca è un attenta lettura del paesaggio circostante ed una forte relazione tra forma e funzione che spesso caratterizza l’estetica dei loro progetti. L’attenzione all’artigianalità del mestiere mette in risalto l’aspetto esecutivo e lo studio del particolare».

ESTERNI

Come spiegano Baldacci e Piraccini, la “Villa H” nasce in sostituzione di un fabbricato esistente all’interno del lotto e la sua idea compositiva si configura al termine di un processo di “sottrazione”, al termine del quale il fabbricato si smaterializza soprattutto al centro, «per consentire la vista del paesaggio», che si increspa con i leggeri lontani rilievi delle prime colline dell’Appennino, allorché raggiunge le porte della Repubblica di San Marino. In realtà verso la strada provinciale che ne borda il confine e ne consente l’accesso la villa appare compatta come per respingere, anche visivamente, i venti freddi del nord e i rumori della vita pubblica: «il lato sud, il principale si apre al paesaggio e alla vista dello skyline cercando con questo un rapporto diretto e captando gli apporti energetici solari con controllo estivo tramite strutture a sbalzo». All’esterno le linee dominanti ricalcano l’orizzonte della pianura, rivisitata con un giardino passante che in realtà è già un museo all’aperto, e si irrobustiscono nei forti aggetti delle terrazze rivolte alle colline e nel robusto cornicione scuro mediano del lato strada. Una particolare attenzione viene dedicata al portale che inquadra lo spazio centrale, completamente trasparente, concepito come una vera «cerniera compositiva dell’intero progetto», in cui si colloca  l’ingresso.

SEZIONI E PIANTE DELLA VILLA CON LA DISTRIBUZIONE DEGLI SPAZI NEI VARI PIANI

È questo uno spazio speciale, che viene ad essere concepito, come spiegano i due architetti, alla stregua di «elemento di collegamento interno tra due diversi volumi, ma anche come punto di continuità del paesaggio, essendo completamente aperta verso l’esterno tramite un’ampia superficie vetrata. Questo permette anche ai passanti di ritrovare inquadrato il paesaggio che ha sempre caratterizzato quel luogo e che altrimenti sarebbe andato perduto». Sia nel fronte chiuso rivolto alla strada, sia in quello aperto al paesaggio emerge in ogni caso la scelta di una cifra stilistica improntata ad un linguaggio moderno, fatto di linee essenziali, in grado di mettere in scena una eleganza architettonica pronta a rendere omaggio al paesaggio lineare con nette linee orizzontali, mentre adotta un ductus memore del Movimento Moderno, ormai diventato un vero “classico” e che ritroveremo sotto forma di un raffinato e ponderato design negli spazi interni, alternato ad oggetti di grande forza plastica proiettati al piano terra su una pavimentazione in resina, pronta a lasciare il posto alle tonalità calde di un pregevole parquet al primo piano.

LA CUCINA E IL DISIMPEGNO

La soluzione volumetrica in realtà non rimane un semplice gioco formale, bensì si configura come la traduzione di un programma funzionale articolato nella zona giorno al piano terra e in quella notte al primo piano. Il piano terra a sua volta si suddivide in due sottozone, l’una destinata al binomio cucina-pranzo, l’altra allo spazio living, rispettivamente separati dalla grande cerniera trasparente. Anche la zona notte al primo piano risulta essere suddivisa in due «cellule private ed autosufficienti» con doppia soluzione a “king bed”. In questo caso l’architettura esalta il gioco dei volumi con spazi a doppia altezza sul soggiorno su cui è possibile affacciarsi sporgendosi da una leggiadra passerella in ferro, legno e cristallo, che rende meno residenziale e molto più scenografico il momento del ritiro dei padroni di casa nelle proprie stanze, «regalando – come segnalano ancora i progettisti – scorci interni inaspettati e ampie viste sul panorama esterno».

CREDITI

•    Progettisti: Arch.Christian Baldacci e Arch. Alessandro Piraccini
•    Arredi: Arch. Christian Baldacci e Silvia Foschi
•    Strutture: Ing. Gianfranco Brandolini  e Ing. Stefano Lelli
•    Impianti: Ing. Luca Bartolini
•    Sicurezza: Geom.Francesconi Alberto
•    Impresa Edile: Edilgambettolese di Chierici Oscar
•    Impianto termico idraulico: Farfani Lucio
•    Impianto Elettrico: Imea di Zamagni Ivan
•    Serramenti esterni: Bisacchi Bruno & C.
•    Porte interne e arredi: falegnameria Ceccarelli e Neri
•    Resine: Oltremateria
•    Parquet e arredo bagno: Remo Biserni
•    Tinteggiature: Decarli Fabrizio e Turci William
•    Piscina: Campedelli s.r.l.
•    Giardino: Scarpellini vivai
•    Opere d’arte: Laboratorio dell’Imperfetto

•    Alessandro Piraccini   nasce nel 1981, dopo gli studi tecnici frequenta la Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” sede di Cesena. Durante gli studi frequenta numerosi workshop vincendo nel 2007 il premio Piranesi-Yourcenar a Villa Adriana, Tivoli. Si laurea nel 2008 e si trasferisce nello stesso anno a Genova dove rimane fino al 2010 collaborando con lo studio OBR, nel quale si occupa di progetti e concorsi internazionali. Nel 2010 fonda Internoundici Architetture dove svolge l’attività progettuale tra incarichi privati e concorsi d’architettura, ottenendo numerosi riconoscimenti. Dal 2010 al 2014 collabora la Facoltà di Cesena come cultore della materia nel corso di Sintesi Finale “Archeologia e progetto di Architettura”.
•    Christian Baldacci   nasce a Cesena nel 1975, dopo gli studi tecnici frequenta l’Istituto Universitario di Architettura a Venezia IUAV dove nel 2003 si laurea con il massimo dei voti, durante gli studi collabora presso diversi studi di Architettura, nel 2004 apre lo studio ABITA architettureinterni svolgendo attività progettuale in diversi settori, residenziale, produttivo e architetture d’interni. Frequenta e supera i corsi di approfondimento presso l’Associazione Nazionale di Architettura Bioecologica ANAB a Bologna della quale è socio dal 2010.

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