Nuove funzionalità per il vecchio ippodromo

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Una ricerca dell’università per la riqualificazione e il riuso dell’impianto sportivo nel quartiere Darsena

La storia della Darsena ha tra i suoi capitoli più interessanti anche quello dello Sport e la rilettura degli spazi destinati all’agonismo e alla libera attività fisica potrebbe arricchire il già ampio giacimento di idee finalizzate alla sua rigenerazione urbana. Si muove in tal senso lo Studio di fattibilità per la riqualificazione e il riuso dell’Ippodromo Candiano, presentato nello scorso mese di aprile.
La ricerca è stata avviata, nell’ambito del Laboratorio sulla Città e il Territorio dell’Università di Bologna, grazie ad una Borsa di perfezionamento finalizzata al completamento della formazione accademica e professionale, intitolata al Cav. Alfredo Cavezzali, figura storica dello sport ravennate, scomparso nel 2011. Il progetto ha avuto, inoltre, il supporto della Fondazione Flaminia, del Comune di Ravenna, del Panathlon Club di Ravenna e del Comitato Regionale del Coni dell’Emilia Romagna. L’organizzazione scientifica dello studio è stata affidata alla Scuola Superiore di Studi Sulla Città e il Territorio, insieme al Corso di Laurea in Ingegneria Edile dell’Università di Bologna, con il coordinamento di Massimiliano Casavecchia e Luca Cipriani.

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Spaccato dell’impianato sul lato della vecchia tribuna, con a fronte la nuova struttura metallica per spettacoli e manifestazioni ricreative

Alla fine del 1800 la regolamentazione dell’Ippica italiana e il ripensamento, in chiave moderna, delle dotazioni pubbliche e dell’assetto urbanistico della città borghese/industriale ha spinto alla realizzazione di nuovi impianti sportivi attrezzati (pista, tribune, scuderie e area servizi) destinati a trotto e galoppo. Non fa eccezione Ravenna dove «…dinanzi alla Loggia del Giardino (Loggetta Lombardesca, ndr) si stende un ampio prato, aperto nel 1886 e usato per ippodromo sino al 1920» – come ricorda anche Corrado Ricci nella sua Guida di Ravenna (pag. 130, VI edizione). Dopo tale data viene destinata ad Ippodromo un’ampia area in zona Darsena, già Piazza d’Armi, posta poco fuori le antiche mura urbane.
La Borsa di perfezionamento, avente per oggetto la realizzazione di uno studio preliminare rivolto alla valorizzazione delle aree sportive presenti a Ravenna, è stata assegnata all’ingegnere Concetta di Tommaso e ha condotto ad uno studio articolato sull’impianto di via Marani, destinato fino al 2013 al trotto, con una pista in sabbia lunga circa 805 m, una tribuna da 800 posti e scuderie con 180 box (come si legge ancora oggi sulla scheda ufficiale, dal sito Assi-Unire).

Piante del Progetto di Riqualificazione

Lo studio prende le mosse da un concreto dato di fatto: i tagli ai finanziamenti pubblici e la crisi del settore ippico in Italia, a partire dai primi anni del nuovo secolo, hanno come conseguenza principale la sospensione (parziale o totale) delle competizioni, l’abbandono progressivo, fino alla chiusura, degli impianti. Le cronache descrivono le condizione di degrado urbano e le proposte di riqualificazione di impianti,  teatro di prestigiose storie sportive: Agnano (Napoli), Le Cascine (Firenze), San Siro (Milano), solo per citare quelli più noti.In coerenza con le indicazioni della strumentazione urbanistica comunale vigente, la proposta di progetto conferma (amplificandola) la destinazione a servizio pubblico per lo sport. L’analisi dello stato di fatto parte con una schematica cronistoria dello sviluppo edilizio dell’area, dalla sua conversione in Ipodromo fino agli anni ’80 del secolo scorso, e dei suoi diversi utilizzi. La pista viene aperta nel 1921, le scuderie sono state realizzate nel 1926, la tribuna nel ’29; quest’ultima (che comprende i locali di deposito e servizio al suo interno, oltre alla casa del custode) con balaustre, le colonne a sostegno della copertura, il fronte misurato ma di impianto classico verso via Marani, costituisce il principale manufatto dell’impianto. Nel corso degli anni l’area ha visto la realizzazione di un circolo tennis, del Pala Costa e di una palestra.

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Stato attuale dell’ippodromo

Tornando all’Ippodromo, lo studio evidenzia come occupazioni e usi incongrui, uniti ad incuria manutentiva, abbiano introdotto elementi di criticità nello conservazione complessiva dell’impianto.L’analisi affronta anche il tema generale dello sport (e delle sue dotazioni) a Ravenna evidenziando, inoltre, le direttrici principali di comunicazione e del sistema del trasporto pubblico locale e sottolineando la fruibilità e l’accessibilità di elevato livello dell’Ippodromo, i rapporti spaziali con i principali edifici pubblici del centro urbano con particolare attenzione alle sedi scolastiche-universitarie e alle residenze per studenti.Gli obiettivi principali del progetto sono chiari: creare sinergie con le attività sportive già presenti sul territorio, garantire il rispetto della memoria storica dei luoghi e delle strutture edilizie, rivitalizzare l’area per contribuire alla riqualificazione del suo immediato contesto, organizzare gli spazi seguendo criteri di polifunzionalità al fine di soddisfare un ampio spettro di fruitori e sostenere i costi di gestione. A tale proposito il “motore economico dell’intervento” è rappresentato dalla previsione di un parcheggio interrato da intendersi come dotazione di un servizio alla città (con 415 posti auto, da realizzare con una iniziativa di project financing) sull’esempio dell’Ex Ippodromo di Modena (oggi Parco Novi Sad), tra i riferimenti progettuali individuati dall’Ing. Concetta di Tommaso.

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Immagine dal satellite dell’area

Sempre nell’ottica della sostenibilità il prato centrale è pensato in materiale sintetico e a bassa manutenzione, con superfici di gioco adattabili, oltre al calcio (e al calcetto), a diverse altre discipline sportive (rugby, pallavolo e pallacanestro); previsti anche spazi dedicati al parkour e allo skateboard.
L’anello ovale esterno al prato, un tempo dedicato al trotto, viene suddiviso in due fasce: la più esterna (in sterrato) destinata a corsa e podismo; quella più interna (pavimentata) riservata al pattinaggio e al ciclismo.
I manufatti congrui con la storia dell’impianto vengono recuperati con nuove destinazioni: il magazzino e le vecchie scuderie potrebbero ospitare uno Sport Club, la Biblioteca e il Museo dello sport e della Pallavolo, quasi in continuità con il patrimonio rappresentato dalla storia sportiva scritta nel vicino Pala Costa; la ricostruzione di alcuni edifici, tramite moduli prefabbricati, darebbe la possibilità di offrire comodi alloggi per gli atleti in occasione di manifestazioni agonistiche; tutti gli spazi liberi sono pensati come spazi di condivisione e aggregazione sociale. Per garantire un pieno utilizzo della tribuna, magari destagionalizzato, il progetto propone la realizzazione di una struttura metallica su due livelli da destinare a palcoscenico teatrale o a sede di manifestazioni sportive, posizionata a poca distanza dal pubblico.
Infine lo studio di fattibilità propone la sostituzione dell’attuale palestra con un nuovo manufatto, da localizzarsi a Nord della tribuna (e in corrispondenza del parcheggio interrato) destinato a centro fitness e wellness, dotato di piscina

Il progetto immagina una cittadella dello sport, con un programma di riqualificazione che si sposa con la rigenerazione della Darsena e rappresenta una proposta progettuale che sposta per un attimo lo sguardo dai due fronti del Canale verso il tessuto storico, nell’ottica di una originale “archeologia sportiva”.

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