Strumenti e incentivi per valorizzare il bene casa

Un convegno dell’ASPPI della provincia di Ravenna ha fatto il punto sulle opportunità degli interventi per riqualificare e rendere “sostenibili” gli edifici esistenti

È stata l’occasione di confrontarsi su ciò che la politica a livello locale e nazionale può fare per valorizzare il mercato immobiliare e il bene casa, la recente serata organizzata dall’Asppi – Associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari, intitolata “La variante Rue Ravenna. Nuove regole e nuove opportunità per la tua casa”. L’incontro è servito per offrire informazioni sulla Variante di adeguamento e semplificazione del Rue approvata con delibera del consiglio comunale n. 54946/88 del 14 aprile scorso ed entrata in vigore con la pubblicazione sul BUR n. 144 del 15 maggio, ma anche per approfondire i temi relativi a incentivi e premialità per interventi di qualificazione e sostenibilità degli edifici. Sono state offerte anche notizie sulle principali semplificazioni e innovazioni della disciplina del costruito e sulle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni e adeguamenti edilizi. In particolare, l’assessore comunale all’Urbanistica Federica Del Conte ha ricordato che Regione e Comune mettono a disposizione oltre due milioni di euro per la sicurezza sismica, ma la domanda va presentata in fretta, entro fine ottobre. L’architetto Silvia Rossi del servizio Ambiente ed Energia del Comune ha presentato il progetto europeo “Fiesta” e la possibilità di eseguire una audit della propria abitazione per avere suggerimenti sul come intervenire per renderla meno “energivora”. I tecnici comunali Paola Bissi e Francesca Proni (architetto) hanno poi evidenziato i benefici messi a disposizione dall’Amministrazione comunale per chi fa ristrutturazioni volte a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio e la sua staticità sismica. Da parte sua, Asppi – attraverso il suo presidente nazionale Alfredo Zagatti – ha preso una posizione chiara circa la necessità di una più equa tassazione sulla casa e di maggiori incentivi per la messa in sicurezza sismica degli edifici e il risparmio energetico. Due punti che stanno a cuore anche ai sindacati immobiliari, fra cui Fiaip e Fimaa. Asppi ha inoltre rilanciato la proposta, più volte presentata ai governi succedutisi negli anni, di “Fascicolo del Fabbricato”, una specie di carta d’identità dell’edificio, dalla nascita, dove elencare tutti gli interventi fatti per capire chi ha fatto cosa e chi ha autorizzato. L’adozione del Fascicolo andrebbe concepita come una buona pratica da diffondere e da incentivare attraverso le necessarie misure fiscali, i vantaggi in termini assicurativi, l’accresciuta percezione da parte dei proprietari che esso conferisce valore all’immobile, riscontrabile al momento della vendita ove le garanzie di sicurezza assieme ad altri fattori fanno il prezzo. «C’è poi da lavorare in materia di efficienza energetica e messa in sicurezza della casa – afferma Silvio Piraccini, presidente di Asppi Ravenna –. Mentre sul primo punto qualcosa è stato fatto, perché il “ritorno economico” è più tangibile e immediato, ben più difficile è la messa in regola dal punto di vista sismico. In pochi sono disposti a investire 10-20 mila euro. Lo Stato dovrebbe agire sull’obbligatorietà, ma offrendo maggiori incentivi. Asppi sta inoltre lavorando sulla possibilità di far inserire nei patti territoriali, che sono basati su parametri certi, anche un indice correlato alla classe energetica in modo da consentire di chiedere, a chi dà in affitto una casa con coefficiente più alto, un canone più elevato e remunerativo.

L’abolizione della Tasi sulla prima casa è stata poi una battaglia portata avanti con successo. Crediamo nel concetto che le tasse debbano essere pagate sul reddito realmente percepito e non su quello ipotetico, soprattutto ora che affittare è così difficile e parecchi locali e abitazioni rimangono vuoi per mancanza di richieste. E che dire di chi paga l’Irpef solo sulle case sfitte entro il comune e non su quelle fuori comune?». Un cenno alla politica locale è poi inevitabile. «Con l’ex sindaco Matteucci – commenta Piraccini –, non siamo andati molto d’accordo, forse perché aveva altre emergenze… Michele de Pascale ci ha assicurato di voler sentire e tenere in considerazione anche la nostra campana, per cui nutriamo grande fiducia che possa fare di più sul tema casa». In merito, non è meno disincantato il parere del presidente di Fimaa Ravenna.

«Serve ben poco parlare di varianti al Rue – afferma Pierluigi Fabbri –. Matteucci non ha fatto nulla, se non danni, e non c’è stupirsi se tanti altri comuni ci sono passati davanti. A Ravenna, servirebbe una cabina di regia fatta da imprenditori che conoscano bene il territorio e che siano in grado di fare business, ossia di creare nuove attività e posti di lavoro. La politica scollegata dal territorio non serve a niente. I politici di professione, purtroppo, sono solo “bravi” a fare varianti di Rue che non portano realmente benefici per nessuno. Il mercato immobiliare potrà crescere solo se si sarà in grado di risollevare le sorti economiche della città, valorizzandone le sue peculiarità, a partire dal turismo. Si parla tanto di Darsena, ma non è stato fatto nessun passo avanti, solo progetti belli sulla carta. Eppure basterebbe anche solo guardare indietro nel tempo e studiare un percorso che colleghi subito la stazione al mare, come una volta quando c’era un traghetto che faceva la spola. Ravenna ha bisogno di nuove infrastrutture e strade, di riempire i capannoni vuoti delle Bassette che è una valle di lacrime. Purtroppo, se non si esce da questo immobilismo politico, non si andrà da nessuna parte. Neppure ci si è accorti, almeno per il momento, del cambio di gestione amministrativa in città… La politica deve mettersi al tavolo per un confronto con bravi imprenditori, capace di mettersi in rete, perché solo se riparte l’economia, se si creano nuovi posti di lavoro, la gente ritornerà anche a comprare e affittare case con più facilità. Questo è il circolo virtuoso che occorre fare ripartire, tutto il resto è solo propaganda».

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