Rapporto FIMAA 2016 sul trend delle compravendite in provincia di Ravenna

Scambi in crescita di quasi il 30% rispetto al 2015. Prezzi stabili, preferite le abitazioni di piccole dimensioni

Mercato Immobiliare 7

Il sole torna a far capolino sul mercato immobiliare ravennate dove si acquista di più, con una preferenza verso le case di piccole dimensioni. Il numero di scambi di abitazioni è cresciuto, infatti, del 29,5 per cento nel capoluogo rispetto all’anno precedente e del 28 per cento nei comuni della provincia. Quasi stabili i prezzi. Questi in sintesi, le principali novità messe in evidenza dal “Rapporto 2016 del mercato immobiliare a Ravenna e provincia”, presentato come di consueto a fine anno da FIMAA.
Entrando nei dettagli, è bene precisare che i dati rilevati riguardano il primo semestre del 2016 e che – se per il secondo semestre dell’anno dovesse venire rispettato tale ritmo di crescita – le transazioni residenziali si attesterebbero, per tutto il 2016, sulle 2.040 nel capoluogo e 2.350 nel resto della provincia: ciò, alla luce di un’offerta di nuove abitazioni non particolarmente eclatante, potrebbe portare l’indicatore di mobilità immobiliare, calcolato come numero di compravendite sullo stock abitativo esistente, rispettivamente per la città e i comuni minori, da 1,55 e 1,41 del 2015 a 1,90 e 1,80 per cento. «La ripresa dell’attività transattiva – afferma Stefano Stanzani, docente dell’Università di Bologna che ha collaborato al Rapporto –, trova la sua principale determinante, in un incremento del numero di erogazioni, incrementate, tanto nel capoluogo che nei comuni esterni di circa il 30 per cento nel 2016 rispetto all’anno precedente, dopo già una crescita del 25 per cento tra gli anni 2014 e 2015, secondo l’Agenzia delle Entrate. Il capitale medio erogato per compravendita si aggira sui 120 mila euro, un tasso medio di poco superiore ai 2 punti percentuali, una durata superiore ai 20 anni con una rata mensile intorno ai 550 euro, che corrisponde alla misura di convenienza a investire nell’acquisto di una abitazione o restare sul mercato dell’affitto».
Le ultime statistiche del 2015, elaborate sempre dall’Agenzia delle Entrate, individuano come tipologia prevalentemente compravenduta le abitazioni di piccola dimensione, seguite da quelle di media superficie per la città di Ravenna (dove il numero di metri quadrati mediamente acquistati risultava pari a 98,1 mq, in rialzo dell’11,8 per cento rispetto al corrispondente dato del 2014); mentre per i comuni della provincia la gerarchia risulta ribaltata (al primo posto quelle di media dimensione seguite, per l’appunto, da quelle di piccola dimensione), con una dimensione media dell’appartamento scambiato pari a 116,7 metri quadrati (+8,7 per cento sul dato 2014). Molto scarsi gli acquisti di monolocali: la quota risulta il 6,2 per cento a Ravenna ed il 5,1 per cento nel resto della provincia. Riguardo ai prezzi nominali di vendita, in base alla rilevazione, si registra un decremento dell’1,4 per cento nel capoluogo e dell’1,7 per cento nei comuni della provincia rispetto al 2015: in tal modo, il prezzo del 2016 risulta inferiore al dato registrato nel 2004, testimoniando, a maggior ragione, una grande convenienza ad acquistare in questo momento sul mercato.


«Questo è davvero un buon momento per investire nell’immobiliare – afferma il presidente nazionale FIMAA, Santino Taverna –. Grazie ai tassi di interesse sui mutui ai minimi e ai prezzi delle case mai cosi bassi, si è risvegliato soprattutto l’interesse di chi è alla ricerca della prima abitazione. Una rata di locazione equivale oramai a una rata di mutuo permettendo la capitalizzazione dell’esborso. Va ricordato che dietro l’investimento sulla casa, considerata cassaforte dei propri risparmi, ci sono spesso i genitori che vedono i propri figli in difficoltà per accedere al credito per carenza di posti di lavoro o di reddito inadeguato. Risulta pertanto evidente quanto l’ascesa del comparto possa venire rallentato in assenza della vera ripresa dell’economia, che condiziona il problema occupazionale. Anche se il peggio è alle spalle, non sarà facile ritornare ai fasti di un tempo». Secondo FIMAA, i segnali positivi dovranno essere accompagnati dalla riduzione dell’imposizione fiscale, triplicata per gli immobili negli ultimi cinque anni, e dalla maggiore attenzione verso imprese e famiglie che ancora faticano nel proprio diritto al lavoro e di conseguenza hanno difficoltà per l’accesso al credito.
A cambiare, in questi anni, non è stato solo il mercato immobiliare ma anche la figura dell’agente immobiliare a cui oggi è richiesta una professionalità sempre più elevata.
«Si è passati – afferma il presidente FIMAA Ravenna, Pierluigi Fabbri – dalla figura del mediatore che, in un ristretto territorio e attraverso i suoi personali rapporti, si limitava a mettere in contatto le parti, con una funzione “accessoria“, alla figura dell’agente immobiliare che vediamo oggi, in grado di offrire una pluralità di servizi legati alla filiera immobiliare, di natura tecnico-urbanistica, fiscale, legale, condominio, conformità, mutui, il tutto ai massimi livelli per dare piena consapevolezza al cliente che ciò che ha intenzione di fare, sia essa una vendita, un acquisto o un affitto, sia fatta bene.
Alla base di questa nuova dimensione consulenziale, ci sono due fattori: da una parte l’estensione dell’ambito territoriale in cui si opera per effetto delle nuove tecnologie, che comporta una efficiente organizzazione con investimento di mezzi e persone, dall’altra l’accresciuta complessità delle normative che hanno implicato una precisa identità professionale, capace di far fronte alle varie problematiche che si presentano con una forte capacità organizzativa». In ultimo, non è mancato da parte di Fabbri un appello alle istituzioni locali, affinché «nell’interesse comune del nostro territorio, così ricco di storia, porto, mare e tanto altro, ci renda partecipi nelle scelte che si susseguiranno per mettere a frutto anche in questi ambiti le nostre importanti conoscenze».

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