Studente trovato morto: per gli inquirenti lasciato in auto quando già stava male

Ascoltate diverse persone che potrebbero ricevere un avviso di garanzia dalla procura. Disposta l’autopsia sul 19enne: il medico legale ipotizza l’effetto di droghe assunte durante una notte passata fuori

Una decina di amici e conoscenti del 19enne Matteo Ballardini sono stati ascoltati dai carabinieri in meno di 24 ore, e altri devono ancora essere sentiti, per ricostruire le ultime ore di vita dello studente di Lugo trovato morto alle 17 del 12 aprile sul sedile passeggero dell’auto intestata alla madre parcheggiata in via San Giorgio, in un quartiere distante da casa.

L’autopsia disposta dalla procura potrà chiarire le cause della morte (già escluse circostanze violente): le prime ipotesi del medico legale dopo il sopralluogo nell’abitacolo collocano il momento del decesso nella tarda mattinata e propendono per il tragico effetto dell’assunzione di droghe, forse in un mix con alcolici. Gli inquirenti sono sempre più convinti che il ragazzo sia stato lasciato solo nella vettura quando era ancora vivo (risulta priva di fondamento l’ipotesi circolata della morte avvenuta altrove e il trasferimento successivo del cadavere) ma già erano chiari i segni del suo malessere. Si tratterebbe quindi di omissione di soccorso. Per questo motivo alcuni suoi coetanei potrebbero ricevere a breve un avviso di garanzia dal pubblico ministero Marilù Gattelli che coordina le indagini.

Grazie alle testimonianze finora raccolte si sa che il giovane, che avrebbe compiuto 19 anni il prossimo 20 aprile,  ha passato la notte fuori di casa: in compagnia di amici è andato da Lugo al Faentino per una festa, in un locale pubblico o in una casa privata. Il gruppo ha viaggiato a bordo della Volkswagen di Ballardini – come dimostrano i giubbotti e altri effetti personali dimenticati in auto – ed è rientrato solamente all’alba di ieri: aver trovato il corpo sul lato passeggero porta i carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia locale a ipotizzare che al ritorno abbia guidato qualcun altro del gruppo e che quindi il ragazzo già non fosse più in condizioni ottimali così come ci potesse essere qualcuno con più lucidità.

Le indagini proseguono, incrociando i racconti degli amici, per stabilire chi fosse realmente con Ballardini in auto. E come mai si sia deciso di lasciarlo da solo e non sia stato affidato alle cure del personale medico. Ma ci sarà da chiarire anche perché l’auto sia stata parcheggiata in un piccolo parcheggio utilizzato per lo più dai residenti, in una zona in cui non risiede nessuno degli amici del 19enne.

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