Pubblicità Coop sul municipio: il Comune non sapeva, due verbali da 400 euro

Proiettato sulla parete in piazza un messaggio per l’inaugurazione di Extracoop all’Esp. L’assessore: «Inopportuno per un supermercato che non è in centro storico»

La Coop ha usato il municipio di Ravenna come sfondo per la proiezione di un messaggio pubblicitario senza chiedere autorizzazioni e in Comune nessuno era stato informato. La polizia municipale ha compilato due verbali da 400 euro ognuno per pubblicità abusiva. In sintesi le cose stanno così a proposito della proiezione video avvenuta a intermittenza nei giorni scorsi sulla parete laterale dell’edificio che affaccia su piazza del Popolo per annunciare l’inaugurazione del rinnovo del supermercato del centro commerciale Esp in programma il 2 dicembre. La ricostruzione dei fatti arriva dall’assessore Massimo Cameliani, titolare della delega al Commercio, che ieri 5 dicembre in consiglio comunale ha risposto a un question time presentato dal consigliere di opposizione Massimo Manzoli (Ravenna in Comune).

Cameliani parla di “unconventional marketing”: «Non eravamo a conoscenza di questa forma di pubblicità che ci risulta sia stata già sperimentata nei centri storici di altre città. Gli uffici comunali stanno facendo verifiche perché la normativa non è chiara per questo tipo di pubblicità. Riteniamo però che dovrà essere pagata almeno l’imposta comunale sulla pubblicità, forse non quella per l’occupazione di suolo pubblico perché non necessaria. Ci sono stati rilievi della polizia municipale con verbali di accertamento che verranno trasmessi agli uffici per i provvedimenti di competenza».

I vigili urbani infatti, come già ricordato, hanno staccato due verbali (uno il 25 novembre e l’altro l’1 dicembre) trattando il caso al pari di una qualunque pubblicità abusiva, come se si trattasse di un manifesto attaccato a una parete senza l’autorizzazione preventiva (sarebbe stata la medesima sanzione se il video fosse stato trasmesso su altri edifici in luoghi pubblici). La proiezione avveniva da un normale proiettore mobile posizionato in piazza. Le sanzioni amministrative da 400 euro ognuna potranno essere pagate entro i termini o, così come per qualunque altro provvedimento, si potrà presentare ricorso. L’assessore ha comunque affermato che verrà richiesta l’imposta comunale per le affissioni che varia a seconda della dimensione dei manifesti, della posizione e della durata di esposizione.

La particolarità della vicenda, per stessa ammissione di Cameliani, sta nel trovarsi di fronte a una forma di marketing non convenzionale e non prevista dai regolamenti comunali. Non si tratta infatti di un’affissione in senso classico ma è innegabile che sia stato utilizzato un bene pubblico, la casa di tutti i cittadini per antonomasia, come sfondo di una pubblicità privata.

Manzoli, oltre alle perplessità in senso generale a proposito di un utilizzo di questo tipo degli edifici storici, giudicava inopportuna da un punto di vista politico la pubblicità dell’Extracoop in centro storico, quasi una sorta di schiaffo morale ai negozi del salotto buono che in più occasioni hanno lamentato le difficoltà della concorrenza portata dal grande centro commerciale sull’Adriatica recentemente raddoppiato nelle dimensioni e ora rinnovato nel punto vendita Coop. Su questo c’è uniformità di vedute con Cameliani: «Anche io ritengo che sia alquanto inopportuno fare pubblicità in centro storico per un supermercato che si trova fuori dal centro storico».

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