Le foto ai quadri di Samorì nella villa del delitto e il compratore misterioso

Quattordicesima udienza / Il dermatologo Matteo Cagnoni imputato per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri: il corpo della 39enne trovato nella cantina della casa in via Padre Genocchi dove il marito le aveva chiesto di andare per fotografare tre dipinti che aveva trovato da vendere. Ma il mercante e la gallerista non sanno nulla della trattativa

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Il salone al piano rialzato della villa dei Cagnoni in via Padre Genocchi dove si è consumata l’aggressione a Giulia Ballestri. La foto fa parte di un servizio fotografico pubblicato sul numero di aprile 2008 della rivista di architettura Trova Casa

Il Narciso è sporco di schizzi rossi. La polizia scientifica ha isolato tracce di sangue di Giulia Ballestri anche su uno dei tre quadri firmati da Nicola Samorì poggiati sul ballatoio della villa in via Padre Genocchi a Ravenna dove la 39enne è stata trovata morta in cantina il 19 settembre 2016. Amici e familiari della donna dicono che il marito Matteo Cagnoni l’avrebbe convinta a farsi accompagnare nella casa per fotografare i dipinti e concludere una trattativa di vendita da 50-60mila euro. E mentre le testimonianze della quattordicesima udienza del processo, in cui l’uomo è imputato per omicidio aggravato, sembrano smontare la reale esistenza di una vendita prossima alla conclusione, tornano in mente cosa disse lo psicologo Giovanni Tadolini in aula l’1 dicembre parlando dell’imputato che è stato suo paziente: «Ha sempre mostrato un disturbo della personalità con uno sfondo narcisistico».

I fantasmi. Cagnoni non voleva andare da solo a fare le foto perché di quella casa aveva paura, la chiamava la casa degli spiriti. Questo è quello che la vittima avrebbe detto al fratello e alla madre, Guido Ballestri e Rossana Marangoni, e all’amante Stefano Bezzi. «Mia figlia mi parlò di questa storia dei quadri che lui voleva vendere e fare a metà del ricavato. Lei non sembrava nemmeno interessato ma io le dissi che era giusto invece interessarsi visto che la metà le sarebbe spettata». Nelle loro deposizioni tutti e tre hanno riferito che non era stata fissata la data in cui i coniugi sarebbero entrati nella villa adiacente ai giardini pubblici. I filmati delle telecamere di videosorveglianza nelle strade limitrofe ci dicono che la coppia parcheggiò (lui alla guida della Mercedes station wagon) davanti alla casa alle 9.15 del 16 settembre 2016, dopo aver accompagnato i tre figli a scuola e aver fatto colazione in una pasticceria di viale Newton.

La mostra. Nell’udienza odierna davanti alla corte d’assise (presidente Corrado Schiaretti, a latere Andrea Galanti) al banco dei testimoni si sono seduti la gallerista Sveva Bellini, l’autore dei quadri Nicola Samorì e il mercante d’arte Ivan Zanotti. In estrema sintesi: la prima era stata contattata per allestire una personale del pittore di Bagnacavallo a novembre del 2016 nel suo spazio a Firenze ma non le risultava l’intenzione di voler vendere le opere; il secondo fino a metà settembre di quell’anno non era stato informato da nessuno che si stesse allestendo una mostra a lui dedicata, il terzo che avrebbe dovuto curare la mostra non è mai stato al corrente di un compratore disposto a sborsare quelle cifre.

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L’esterno della villa di proprietà della famiglia di Matteo Cagnoni in via Padre Genocchi, vicino ai giardini pubblici, dove è stata uccisa Giulia Ballestri, moglie del dermatologo

La gallerista. La 30enne Bellini venne contattata dall’odierno imputato all’inizio di aprile di due anni fa per un preventivo per l’affitto degli spazi dove realizzare un’esposizione di una trentina di opere di vari proprietari tra cui anche quelle di Cagnoni. La donna propose novembre ma fino al 7 settembre, ultimo contatto via email, non c’era ancora nulla di preparato. Alla polizia che la interrogò durante le indagini preliminari pochi giorni dopo l’omicidio disse che non le era stata manifestata l’intenzione di vendere le opere. Oggi in aula ha aggiunto «che forse la mostra voleva essere un modo per aumentare il valore dei quadri».

L’artista. Il 41enne Samorì, pittore e scultore che con gli ultimi lavori sta conoscendo un apprezzamento a livello internazionale, ai giudici ha spiegato che «non è un obbligo ma è buona norma informare un artista se qualcuno ha in mente di fare una sua personale perché potrebbe esserci un danno d’immagine». E lui da Cagnoni o altri non ha mai saputo di allestimenti in corso. Oggi il mercato dell’arte, secondo un calcolo che tiene conto delle dimensioni dei quadri e un coefficiente specifico per ogni pittore, dice che un quadro di medie dimensioni di Samorì può valere 20-25mila euro. E i lavori giovanili che possiede il dermatologo? «Difficile fare una valutazione oggi. Si può forse dire che “Il Narciso”, il più importante dei miei tre quadri in suo possesso, valga tra un terzo e la metà in meno».

IMG 3267Il mercante. Il 71enne Zanotti è stato mercante darte, colui che nei sei anni precedenti al 2003 è stato commerciante delle opere di Samorì e di cui Cagnoni è stato cliente: «All’inizio del 2016 mi chiese se fossi disponibile a curare la mostra. È un mio cliente e c’è un rapporto di amicizia, accettai. Agli spazi espositivi avrebbe pensato lui. A me chiese solo di fornire alcune opere mie se non fossero bastate quelle in suo possesso. A quanto ne so l’intenzione era di vendere i pezzi in suo possesso ma non ero al corrente dell’esistenza di un compratore pronto a spendere 60mila euro per i quadri di Cagnoni».

Le fotografie. Nelle prime due settimane di settembre del 2016 Cagnoni manda via Whatsapp a Zanotti alcune foto di quadri di Samorì, quelli di sua proprietà e quelli di un amico che avrebbe partecipato all’esposizione. L’ultima foto è quella più significativa: alle 9.19 del 16 settembre 2016 il quadro “Il Narciso”. Attorno al dipinto si riconoscono gli elementi dell’arredo sul ballatoio della casa di vai Padre Genocchi e il fianco di una donna che indossa jeans e maglietta bianca, un abbigliamento che pare lo stesso indosso a Giulia nei filmati dela pasticceria mentre fa colazione. Alle 11.07 Cagnoni uscirà dalla villa da solo dicendo che la moglie era ancora viva ma intenzionata a rientrare a casa per conto suo.

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