Non fu omissione di soccorso, assolto padre Gandolfi per l’incidente del 2014

Si era opposto al decreto penale di condanna. Il fatto non costituisce reato: non ci fu scontro e non si accorse di essere stato la causa dell’incidente

Rilievi Vigili Urbani RavennaPadre Pietro Gandolfi è stato assolto dall’accusa di omissione di soccorso per un incidente avvenuto nel tardo pomeriggio del 12 aprile del 2014. Il parroco, difeso dall’avvocato Enrico Maria Sirotti, era in aula dopo aver deciso di opporsi al decreto penale di condanna emesso nel 2015. In quell’occasione il religioso, 79enne, che dice messa alla chiesa di Casal Borsetti e si occupa dell’associazione di volontariato “Gente di Mare”, era stato condannato a 4 mesi e mezzo di reclusione, convertiti in una pena pecuniaria di 33mila euro con sospensione della patente per due anni e mezzo. Lo riferiscono le edizioni ravennati di Resto del Carlino e Corriere di Romagna.

Il giudice Corrado Schiaretti ha accolto con ogni probabilità (per saperlo bisognerà attendere le motivazioni) la tesi difensiva.  Padre Gandolfi aveva sempre sostenuto, in sintesi, di non essersi accorto dell’accaduto. Vittima dell’incidente era un 17enne di Alfonsine, rimasto ferito e risarcito dall’assicurazione. La famiglia non si è mai costituita parte civile. Secondo la ricostruzione dei vigili, il prete aveva in sostanza tagliato la strada al motorino ma non c’era stato impatto. Proprio la mancanza di uno scontro era stata sottolineata dalla difesa: padre Gandolfi aveva spiegato di non essersi accorto di nulla. Un’auto gli aveva lampeggiato e lui si era fermato, pensando che ci fosse qualcosa che non andava alla sua auto. Verificato che nulla era accaduto – aveva spiegato al giudice – aveva visto in lontananza due uomini che aiutavano il giovane ad alzarsi. Pensando di non c’entrare nulla con l’incidente, si era allontanato.

La sera stessa, però, il religioso di era recato in ospedale. Al giudice ha spiegato che il motivo della visita era un altro: andare a trovare un marinaio ricoverato. All’accettazione incrociò il padre del ragazzo che parlava dell’incidente. Un incontro fortuito. L’assoluzione è avvenuta perché «il fatto non costituisce reato».

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