Dal carcere Cagnoni scrive a un giornale per attaccare i primi testimoni interrogati

Accusato di aver ucciso la moglie, il medico 53enne nella prima udienza aveva attaccato i quotidiani per aver portato il processo fuori dall’aula. L’imputato può chiedere di parlare davanti alla corte in qualunque momento

Ravenna 10/10/2017. FEMMINICIDIO GIULIA BALLESTRI. Iniziato Il Processo Che Vede Imputato Matteo Cagnoni Accusato Dell’ Omicidio Della Moflie Giuglia Ballestri.

Matteo Cagnoni al banco degli imputati

Nella prima udienza del processo in cui è imputato per l’omicidio della moglie ha chiesto il trasferimento in un’altra sede perché a Ravenna i due quotidiani della città avrebbero minato la serenità di giudizio della corte spostando il processo fuori dalle aule di tribunale per dipingerlo come l’assassino e un mese e tre udienze dopo, in cui in qualunque momento avrebbe potuto chiedere alla giuria di parlare, spedisce dal carcere a uno dei due suddetti giornali, Il Corriere Romagna, una lettera di nove pagine scritte a mano in cui ribadisce la sua innocenza, critica i suoceri e accusa i primi due testimoni di aver mentito (il fratello e l’amica della vittima). È la sintesi di quanto fatto dall’inizio di ottobre a oggi da Matteo Cagnoni, il 53enne dermatologo alla sbarra per la morte della 39enne Giulia Ballestri, trovata il 18 settembre 2016 massacrata a bastonate nello scantinato della villa disabitata di proprietà della famiglia del marito.

La lettera inviata alla redazione del Corriere, di cui sono riportati solo alcuni stralci perché altri vengono definiti impubblicabili, è sostanzialmente l’ennesima dichiarazione di innocenza. Con l’aggiunta di una frase a effetto finora rimasta fuori da altri scritti a mano inviati alle redazioni dei due quotidiani (cioè quelli che a giudizio del collegio difensivo composto Trombini-Dalaiti avevano fatto cronaca a senso unico schierandosi con la procura): l’unica consolazione per il medico è quella di sapere che Giulia sa che lui è innocente. Per il resto ci sono accuse, neanche troppo velate, ai genitori della donna per come l’avrebbero cresciuta e per come l’avrebbero poi trattata da grande.

Ravenna 10/10/2017. FEMMINICIDIO GIULIA BALLESTRI. Iniziato Il Processo Che Vede Imputato Matteo Cagnoni Accusato Dell’ Omicidio Della Moflie Giuglia Ballestri.

L’avvocato Giovanni Trombini, difensore di Matteo Cagnoni

Ma c’è soprattutto la trasposizione nero su bianco di tutto il nervosismo messo in mostra in aula durante le prime deposizioni. A differenza delle prime due udienze in cui era rimasto seduto composto e impassibile prendendo molti appunti, il 3 novembre Cagnoni pareva proprio faticare a stare su quella sedia: pochi appunti, posizione cambiata di continuo, gli occhiali tormentati spesso e addirittura qualche commento a voce alta per contraddire le affermazioni di Guido Ballestri e Elisabetta Amicizia. La seconda non si è scomposta ma il primo dopo averlo accuratamente evitato con lo sguardo per oltre un’ora di deposizione si è voltato di scatto con uno sguardo sbarrato piantato in faccia al cognato che nella sua testimonianza ha sempre chiamato Cagnoni o imputato. Nella lettera odierna il dermatologo dice di aver faticato a trattenersi sentendo delle menzogne. Ora si scusa con il presidente della corte per gli scatti d’ira in aula.

Ravenna 10/10/2017. FEMMINICIDIO GIULIA BALLESTRI. Iniziato Il Processo Che Vede Imputato Matteo Cagnoni Accusato Dell’ Omicidio Della Moflie Giuglia Ballestri.

La pubblica accusa del processo per omicidio a carico di Matteo Cagnoni: il sostituto procuratore Cristina D’Aniello e il procuratore capo Alessandro Mancini

C’è poi un passaggio nella lettera in cui il 53enne torna a tratteggiare l’ipotesi alternativa finora fornita dalla difesa per spiegare l’omicidio. E cioè il gesto di uno sconosciuto che ha trovato la donna in casa. Cagnoni dice che la villa di via Padre Genocchi, da lui stesso chiamata casa degli spiriti o casa dei morti, avrebbe avuto una porta lasciata aperta in terrazza e ci sarebbero sei o sette testimoni pronti a confermare che vennero trovate una fune all’esterno, probabile indizio del passaggio di una banda di ladri.

Il 10 novembre si prospetta un’udienza che metterà nuovamente alla prova i nervi dell’accusato: al banco dei testimoni, non più di 5 metri da quello dell’imputato, siederà Stefano Bezzi, l’uomo con cui Giulia aveva iniziato una relazione extraconiugale nell’estate del 2015 scoperta da Cagnoni nell’agosto del 2016. “Camionista ignorante”, lo chiamava il medico con tono denigratorio.

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