Pittore bloccato e fatto sloggiare dai vigili mentre dipingeva in piazza del Popolo

La denuncia di Ancisi (Lista per Ravena). L’uomo è stato costretto a compilare una Scia, «quasi come fosse un’attività economica d’impresa»

Pittore Su Strada Nel Mirino Della Polizia Municipale (coprire I I Dati Personali)Mentre a Rimini il sindaco finisce indagato per aver difeso un artista di strada dai vigili urbani, a Ravenna un pittore è stato bloccato da due agenti della polizia municipale e fatto sloggiare da piazza del Popolo, dove stava dipingendo, alla presenza di tre assessori. A riportare l’accaduto (con tanto di documenti alla mano) è il decano dell’opposizione ravennate, Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna.

Il pittore, un ravennate residente in centro storico, stava lavorando su una tela di 50×60 centimentri a fianco del muro della gioielleria tra piazza del Popolo e via Cairoli, quando è stato accusato di violare «l’ormai celeberrimo (o malfamato) regolamento comunale per l’esercizio dello spettacolo su strada», commenta Ancisi. L’uomo si è risparmiato una multa da 75 a 500 euro perché una norma introdotta dopo il chiacchierato caso del flautista tedesco fa sì che la prima infrazione sia perseguita solo con una diffida a non riprovarci. «Invitato a mettersi in regola recandosi presso il servizio Attività produttive – riporta Ancisi –, gli è stata fatta sottoscrivere una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia, ndr) per un’“attività di spettacolo su strada” come “pittore”, ritenuta necessaria per essere esercitata, quasi fosse un’attività economica d’impresa».

«Ognuno può capire l’assurdità della scena – continua il capogruppo di Lista per Ravenna –. Ma quei cinque rappresentanti dell’amministrazione comunale che hanno insistito a dire, respingendo anche le reazioni dei testimoni, che il regolamento dice così e che bisogna rispettarlo, hanno in realtà compiuto loro, non già il pittore, un sopruso. Il regolamento, intendendo per arte di strada, “la libera espressione artistica da parte di qualsiasi persona, esercitata in luogo pubblico o aperto al pubblico, in modo estemporaneo ed itinerante, senza la corresponsione di un predeterminato corrispettivo per la prestazione, il cui compenso è lasciato alla libera offerta dello spettatore”, prescrive sì, in tali casi, la preventiva presentazione di una Scia, considerandola in comunque un’attività economica. Ma il pittore in questione non chiedeva e non chiede mai alcuna offerta, neanche con la mano o con un piattino. Semplicemente dipingeva, non avendo perciò nessun obbligo di fare una Scia. Doveva forse pagare la tassa di occupazione di suolo pubblico perché usava un cavalletto che invadeva sì e no un metro quadro? Sbagliato ancora, perché questa tassa si applica solo se dall’occupazione deriva un vantaggio economico. Alcune sentenze di Cassazione hanno infatti sancito che per imporla occorre verificare se dall’occupazione discenda un beneficio economico oppure il riconoscimento di una situazione irrilevante, come nell’evidente caso in questione».

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