Caporalato nelle case famiglia, i sindacati chiedono un tavolo in prefettura

I casi di Bagnacavallo e Mezzano con l’arresto di due gestori sono il terzo in un anno in provincia di irregolarità di varia natura in strutture assistenziali per anziani

Anziani CoppiaOccorre un tavolo di coordinamento istituzionale in prefettura, con la partecipazione delle parti sociali e dei soggetti ispettivi, per monitorare il fenomeno e coordinare i controlli da parte di tutti i soggetti che ne hanno competenza, con particolare attenzione alla regolarità delle prestazioni lavorative. È la richiesta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil per il settore delle case famiglia, di nuovo finito al centro della cronaca locale a Ravenna con l’arresto di due coniugi accusati di caporalato.

Per i rappresentanti dei lavoratori i fatti contestati ai gestori delle due strutture «si configurano come particolarmente gravi, richiamando il reato di caporalato, ma anche senza giungere a situazioni estreme come in questo caso, le irregolarità nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, che sono spesso persone fragili e ricattabili, sono frequenti e poco è servito finora rivolgersi agli organi ispettivi».

Quello dei giorni scorsi è il terzo caso in provincia nell’ultimo anno. Una frequenza che allarma: «È evidente la necessità di continuare a tenere alta la guardia rispetto ad un fenomeno che continua ad essere percepito, da alcuni gestori, come una facile occasione di business, in un mercato nel quale i bisogni assistenziali sono in crescita esponenziale e il sistema pubblico non è nelle condizioni di offrire risposte a tutti ed in tempi celeri».

I sindacati sono soddisfati per l’adozione di un Regolamento per le case famiglia omogeneo da parte dei Comuni della provincia: «È un passo importante ma non basta. Segna la consapevolezza delle istituzioni di dover fare sistema, chiedendo garanzie ai gestori, sia di natura organizzativa che strutturale, prevedendo un ruolo per i medici di famiglia e garantendo l’apertura delle strutture alle comunità e al volontariato. Allo stesso tempo i controlli effettuati dall’Ausl permettono di individuare irregolarità organizzative, verificando se la casa famiglia è compatibile con le condizioni di salute degli ospiti».

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