Servizi sociali, il centrodestra insiste: «Vogliamo una commissione d’indagine»

Raccolte le firme per discutere la sua istituzione ma serve la richiesta di 17 consiglieri affinché sia istituita. Intanto il Comune ha scelto un’altra strada che a Lega, LpRa e FI non basta

MerlatoAll’opposizione non basta la commissione Servizi Sociali “ordinaria” che l’assessora Valentina Morigi vuole convocare per sgombrare ogni eventuale dubbio sulla correttezza dell’operato del Comune di Ravenna e del settore competente. LpRa, Lega Nord e Forza Italia chiedono una Commissione di indagine “sulla tutela dei minori e delle loro famiglie”. La vicenda Bibbiano non ha toccato – come ricorda il capogruppo di LpRa Alvaro Ancisi – le province Romagnole ma al di là dei risvolti penali l’assistenza sociale, minori compresi, “è di competenza esclusiva delle Regioni, da cui è perciò regolata e vigilata da capo a fondo”.

L’opposizione vuole quindi escludere che casi di questo tipo possano esserci casi simili alle latitudini ravennati. Nella vicina Forlì (dove però governa il centrodestra)  una commissione simile è già stata istituita.  Secondo il regolamento vigente a Ravenna, il Consiglio comunale può esaminare le proposte di commissioni d’indagine solo se firmate da almeno 8 consiglieri su 32 (20 di maggioranza, 12 di opposizione).

«Fin dal 22 agosto abbiamo dunque scritto a tutti per raccoglierne le adesioni, confidando che “coinvolgano l’intero arco politico dell’assemblea civica elettiva”. Ci abbiamo messo 32 giorni per arrivare alle otto firme minime, che sono state apposte da tutti i consiglieri di Lista per Ravenna, Lega Nord e Forza Italia, più il gruppo Cambierà (che aveva aderito fin dal primo giorno). Ci auguriamo che in Consiglio diventino almeno 17 (minimo richiesto per istituire in effetti la commissione di indagine), ripetendo che non si tratta di fare un’inchiesta giudiziaria né di incolpare nessuno, bensì di fare trasparenza su un servizio pubblico delicatissimo, per sua natura estraneo alla conoscenza dei non addetti e agli stessi consiglieri comunali».

Il 10 settembre la lista civica La Pigna (che non ha firmato la richiesta di LpRa, Lega e FI)  ha presentato al sindaco un’interrogazione sul tema a cui ha risposto l’assessora al Welfar Valentina Morigi annunciando l’accordo raggiunto tra lei stessa e il presidente (PD) della commissione Servizi sociali, secondo cui questa commissione sarà convocata prossimamente per «Fare chiarezza sulla gestione degli affidi e dei minori”» con la partecipazione dei Servizi sociali, del Servizio sanitario, del Tribunale, del Centro per le famiglie, di un Gestore, di una famiglia affidataria e di un cittadino con una storia personale.

«Stando così le cose – scrivono LpRa, Lega ed FI – , dovrà essere convocata congiuntamente anche la commissione Sanità pubblica. Si tratta però di due delle 10 commissioni consiliari permanenti, che si riuniscono in media 200 volte l’anno al massimo per tre ore pomeridiane, da non confondere con le commissioni di indagine, che vengono istituite per andare a fondo su talune tematiche complesse e si riuniscono tante volte quante servono per redigere e approvare la relazione finale, poi sciogliendosi. I suoi attori principali sono i consiglieri che le compongono, non gli invitati. C’è dunque da chiedersi, una volta ascoltata almeno una decina di relatori, per quanti minuti secondi potranno almeno interloquire i 28 membri delle due commissioni di cui sopra. Essendo pubbliche, non possono inoltre esservi trattati fatti che, attenendo a minorenni, specie se sottoposti a provvedimenti del Tribunale, sono coperti da segreto d’ufficio: essi possono essere invece discussi appieno nelle commissioni d’indagine, svolte in seduta riservata, senza che ai commissari possa essere opposto alcun segreto, essendone loro stessi vincolati».

Il centrodestra parteciperà «con interesse alla progettata kermesse dei Servizi sociali di Ravenna, certi che l’ostessa ci farà assaggiare, a sua scelta, sorsate di vino prelibato. Purché sia però il prologo della commissione d’indagine, nella quale, insieme al resto, sia discussa, come a Forlì, la fondatezza di segnalazioni arrivate nel frattempo: quelle finora pervenuteci, che porteremo in commissione, e quelle che ulteriormente perverranno entro la data che la commissione fisserà».

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