Caso Dentix: 150 ravennati lamentano un danno totale di circa 500mila euro

La società odontoiatrica spagnola aveva circa sessanta studi privati in Italia (uno a Ravenna e uno a Faenza): l’improvvisa chiusura dell’attività con la richiesta di concordato in bianco lascia molti pazienti in difficoltà con finanziamenti da saldare e lavori incompleti

DentistaSono ormai 150 i residenti in provincia di Ravenna che si sono rivolti alla Federconsumatori locale per chiedere tutela nel caso Dentix lamentando un danno complessivo di mezzo milione di euro. La nota società, che ha la sede principale in Spagna, gestiva 57 studi di cure odontoiatriche in Italia (uno a Faenza e uno Ravenna) per mezzo di una società a responsabilità limitata con sede a Milano: a giugno la chiusura improvvisa di tutte le cliniche e la richiesta di concordato in bianco dichiarando debiti per 67 milioni di euro.

Dentix aveva ottenuto il pagamento anticipato di tutte le prestazioni, per mezzo di prestiti erogati ai clienti da società e banche convenzionate (Cofidis, Fiditalia, Deutsche Bank, Agos Ducato). I ricorrenti stanno ancora pagando a rate i finanziamenti ricevuti, sebbene le cure siano state interrotte prima del completamento, lasciando i pazienti in precarie situazioni. Nei giorni scorsi Federconsumatori ha incontrato in due assemblee 50 ricorrenti; l’ultima si è tenuta il 5 ottobre a Ravenna all’Hotel Cube. Chi non ha potuto presenziare sarà contattato personalmente.

«Dato che Dentix è ormai evidentemente inadempiente sia sotto il profilo professionale che sotto quello economico – si legge in una nota dell’associazione di tutela del cittadino collegata a Cgil – l’azione di tutela è rivolta a ottenere la revoca dei finanziamenti ricevuti dai pazienti, con interruzione del pagamento delle rate. A fronte di proposte di proseguire le cure in studi dentistici scelti dalle società che hanno erogato i finanziamenti, vogliamo ribadire che, se il paziente desidera proseguire le cure da un medico di fiducia, ha il diritto di rifiutare la proposta ribadendo la richiesta di restituzione delle somme pagate, o di interruzione del pagamento delle rate. Eventuali segnalazioni dei clienti, come “cattivi pagatori” al Crif, saranno oggetto di richiesta di danni».

Gli avvocati di Federconsumatori, in caso di mancato raggiungimento di un accordo, ritengono possibile avviare ricorsi all’Arbitro Bancario e Finanziario della Banca d’Italia, «un mezzo di risoluzione delle vertenze alternativo al ricorso al Tribunale, assai più rapido e soprattutto economico».

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