Omicidio Minguzzi, tre a processo dopo 34 anni: alla sbarra due ex carabinieri

Udienza 1 / Nel 1987 uno studente universitario e militare di leva di Alfonsine venne sequestrato a scopo di estorsione (richiesti 300 milioni di lire) ma dieci giorni dopo il cadavere venne ritrovato nelle valli

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Prima udienza in corte d’assise per l’omicidio Minguzzi del 1987

Due ex carabinieri e un idraulico sono gli imputati del processo partito stamani, 17 maggio, in corte d’assise a Ravenna per l’omicidio di Pier Paolo Minguzzi. La morte del 21enne di Alfonsine, studente universitario e carabiniere di leva alla caserma di Mesola nel Ferrarese, risale a 34 anni fa. Il 21 aprile 1987, durante la licenza pasquale, venne sequestrato mentre rincasava dopo aver accompagnato la fidanzata. Il cadavere venne ritrovato una decina di giorni dopo nelle vicine valli.

Secondo l’accusa (pm Marilù Gattelli e Lucrezia Ciriello) dietro all’omicidio ci sarebbero gli ex militari Orazio Tasca (originario di Gela in provincia di Caltanissetta ma residente a Pavia) e Angelo Del Dotto (di Ascoli Piceno), all’epoca in servizio alla caserma di Alfonsine. Con loro Alfredo Tarroni, idraulico del paese. I capi di imputazione – come si legge sul sito dell’agenzia Ansa che riporta la notizia – sono concorso di omicidio pluriaggravato, sequestro di persona a scopo di estorsione (fu chiesto un riscatto di 300 milioni di lire) e occultamento di cadavere.

Tre le parti civili ammesse: i familiari del defunto, il ministero della Difesa e il nuovo sindacato carabinieri (Nsc).

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