Chi era il brigadiere Ciccio? Il giallo del militare «sotto copertura»

Udienza 5 / Al banco dei testimoni la donna che nel 1987 aveva 19 anni ed era la fidanzata del 21enne rapito per riscatto e poi ucciso: il giorno della scomparsa ricevette la visita di un carabiniere da Bologna in missione per proteggerla. La figura attira l’interesse del presidente della corte

Pexels özgür ünal 3021867«Chiamami brigadiere Ciccio, non posso dirti il mio vero nome perché sono un agente sotto copertura». Non state leggendo la battuta del personaggio di una commedia italiana degli anni ’80. Ci sarebbe da ridere se non fossimo nell’aula di corte d’assise di Ravenna in un processo con tre imputati per tentata estorsione, omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il virgolettato è stato riportato da una 54enne che testimoniava nell’udienza di ieri, 19 luglio: se lo sentì rivolgere da un carabiniere nel 1987, quando lei era la 19enne fidanzata di Pier Paolo Minguzzi, un 21enne studente di agraria e carabiniere di leva a Mesola, terzo genito di una famiglia di imprenditori di Alfonsine, rapito per ottenere un riscatto di 300 milioni di lire e trovato morto dieci giorni dopo.

Il fantomatico brigadiere Ciccio si presentò in borghese a casa della ragazza insieme ad altri carabinieri – l’accompagnamento dei commilitoni è un dettaglio che la teste ribadisce più volte – il giorno stesso della scomparsa: 21 aprile 1987. La fidanzata dell’epoca fu l’ultima a vedere Pier Paolo vivo: verso l’1 di notte lui la riaccompagnò a casa dopo una serata al bowling di Imola, un bacio in auto e poi il ragazzo partì diretto a casa che distava pochi minuti. «Questo Ciccio mi disse che lavorava a Bologna che era lì per proteggermi e per qualunque cosa avrei potuto fare affidamento a lui».

L’interesse del militare soprattutto si rivolse alle telefonate che la giovane stava ricevendo da un certo “Alex”: dopo un paio di giorni dal rapimento un uomo al telefono disse alla 19enne che stava chiamando su incarico di Pier Paolo per farle sapere che stava bene. Ciccio le consegnò un registratore, un apparecchio che nell’epoca dei telefoni fissi si usava per registrare su nastro magnetico le conversazioni applicando microfoni alla cornetta. La consegna per la ragazza era chiara: far parlare “Alex” più possibile e conservare le registrazioni. Quelle chiamate andarono avanti con cadenza irregolare fino a gennaio 1989: «Presto mi ero convinta che fosse un pazzo interessato a me e non uno coinvolto nel rapimento. Se l’avevo capito io che avevo 19 anni…».

La procedura di consegna dei nastri a Ciccio, raccontata dalla donna rispondendo alle domande del pubblico ministero Marilù Gattelli, è apparsa quantomeno singolare a molti in aula: «Mio padre faceva una telefonata ai carabinieri di Ravenna e ci davano appuntamento quasi sempre in luoghi appartati e poco illuminati, parcheggi o aperta campagna in orari serali. Io restavo in auto e mio padre scendeva a consegnare le audiocassette».

La teste arriva a usare la parola «affettuoso» per definire l’atteggiamento del brigadiere Ciccio sotto copertura: «Il giorno del ritrovamento del cadavere (1 maggio 1987 nelle acque del Po di Volano in località Vaccolino, ndr) con un collega venne a prendermi nel negozio dove lavoravo e mi porto sul posto ripentendomi spesso di non guardare il corpo. Ricordo che lungo il tragitto ci fermammo in un bar e mi comprò un succo di frutta».

Chi era Ciccio? A giudicare dalle domande rivolte alla teste, pare che il presidente della corte Michele Leoni un sospetto ce l’abbia. Non si spiegherebbe altrimenti la richiesta di descrivere la fisionomia dell’uomo chiedendo conferme di dettagli fisici precisi come la conformazione della mascella o l’accento. L’interesse del togato anche per l’atteggiamento dei commilitoni nei confronti di Ciccio: in estrema sintesi, comandava lui sugli altri? «Sulla 40ina, non molto alto, capello lungo, fisico non asciutto, una mascella importante, insomma un bell’uomo». Chi era il brigadiere Ciccio? Quel Ciccio è da intendersi come diminutivo del vero nome del militare o la bizzarra citazione di un B-movie? Quale agente davvero sotto copertura direbbe di essere sotto copertura? E sotto copertura per quale scopo? Perché stare oltre un anno sulle telefonate di uno spasimante che non davano elementi utili? Dalla risposta a queste domande potrebbe passare un pezzo della soluzione dell’omicidio o di eventuali depistaggi?

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