Fatture false, sequestrati 2,3 milioni a titolari di bar, ristoranti e bagni al mare

Nuovo sviluppo dell’indagine attorno alla società Mib Service. Ce ne occupammo nel 2017

Papeete Milano Marittima CerviaI nomi più noti della movida ravennate – in totale 35 soggetti che gestiscono bar, ristoranti, pub, bagni in spiaggia, discoteche – sono i destinatari di un sequestro preventivo disposto dal tribunale per un valore complessivo di circa 2,3 milioni di euro perché, secondo l’ipotesi dell’accusa che ha chiesto il provvedimento, si sarebbero tutti avvalsi della complicità di una stessa società per usare fatture false con cui abbattere l’imposizione fiscale.

Gli indagati si difendono sostenendo che le somme sequestrate sono superiori alle cifre che eventualmente avrebbero dovuto corrispondere, che in alcuni casi gli inquirenti hanno messo i sigilli a conti correnti non riconducibili ai sospettati e che il provvedimento cautelare sia stato eseguito prima di avere la giustificazione per procedere.

È un nuovo sviluppo dell’indagine attorno alla società Mib Service di Ravenna. Gli investigatori sospettano che l’azienda assumesse i lavoratori (e a volte perfino i titolari) già operativi nelle varie attività e lì li lasciasse grazie al contratto di appalto per la fornitura di personale ma nella composizione delle buste paga di quelli che diventavano suoi dipendenti abbassava lo stipendio vero e proprio e favoriva la voce “indennità di trasferta” su cui non gravano oneri contributivi.

Questo sarebbe stato lo stratagemma che permetteva alla Mib di presentarsi ai titolari di imprese della ristorazione e del turismo proponendo di abbattere drasticamente il costo per il personale senza cambiare i lavoratori già occupati e senza che per questi ultimi si riducessero le retribuzioni. Un danno per lo Stato ma anche per i lavoratori ai fini pensionistici.

Ravenna&Dintorni se ne occupò già a giugno del 2017 (qui l’intervista al titolare in cui chiedevamo conto anche degli indennizzi per le trasferte) e un anno fa arrivò una prima raffica di sequestri. Nei giorni scorsi l’ulteriore mossa degli inquirenti.

L’indagine condotta dalla guardia di finanza – partita a dicembre 2017 con un semplice accertamento sui versamenti Iva – abbraccia una parentesi temporale che va dal 2013 al 2016 in cui sono stati siglati 122 contratti di appalto tra la Mib (nata nel 2010) e imprese locali.

Tra i 35 indagati compaiono i nomi di Alessandro Zangaglia del Bbk, di Massimo Gorini del Mowa, di Cristiano Ricciardella e Mascia Ferri dello Chalet, di Alessandro Mercatali e Eugenio Bellettini del Boca Barranca, di Rossella Casanova del Papeete e di Villa Papeete, di Francesco Palumbo per l’omonima pasticceria, di Enrico Maria Pirazzini per il Comercial Barcelona.

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