«Nel picco dell’ondata Omicron potremo avere tremila casi al giorno»

Parla Angelini (Ausl): «Chi ha la terza dose e si contagia senza sintomi dovrebbe uscire dalla quarantena senza tampone». In gennaio più di mille casi giornalieri in provincia di Ravenna

Tamponi Covid Drive Through«Un positivo al Covid asintomatico, se vaccinato con dose booster o doppia dose da meno di quattro mesi, potrebbe uscire dalla quarantena di sette giorni senza bisogno del tampone finale. Questo ridurrebbe molto la pressione sui drive through».
È l’opinione di Raffaella Angelini, responsabile del dipartimento di Igiene pubblica dell’Ausl Romagna, alla luce di due considerazioni: gli studi mostrano una bassa contagiosità per quel tipo di persone e non c’è tracciamento che possa reggere la velocità della variante Omicron.

Dottoressa, perché i drive through si sono ingolfati?
«Sin dal principio abbiamo scelto di far accedere liberamente senza appuntamento tutte le persone sintomatiche con una richiesta del medico di base per velocizzare la diagnosi. A questi si aggiungono i contatti stretti con le prenotazioni assegnate dall’Igiene pubblica e anche una quota di persone che si presentava di sua iniziativa e ora non verranno più testate. Ma soprattutto le novità della validità del tampone rapido in farmacia e la non necessità di tampone per i contatti stretti vaccinati dovrebbero migliorare le cose».

Un genitore sano che deve accompagnare un figlio con sintomi rischia il contagio nelle ore passate nell’abitacolo…
«Un genitore che vive con un figlio positivo è già un contatto stretto a rischio».

State pensando a una soluzione per i servizi igienici per chi è in fila?
«Il problema è l’attesa in fila, non la mancanza dei bagni. Se riduciamo i tempi avremo risolto anche l’altro problema».

Per fare il tampone in farmacia serve la prescrizione del medico?
«No, se si tratta di un test di fine quarantena o fine isolamento. In quel caso bisogna mostrare il provvedimento di inizio quarantena così il costo del tampone è a carico del servizio sanitario».

Da Natale al 10 gennaio in provincia di Ravenna ci sono stati in media 1.200 casi al giorno. Con questi numeri è saltato il tracciamento?
«Fino a quando avevamo 5-600 casi giornalieri siamo riusciti a reggere, seppure arrivando un po’ in ritardo con le chiamate per individuare i contatti di un positivo. È chiaro che con i numeri di adesso non è più possibile un’indagine di un certo tipo, anche perché come Ausl Romagna per questa attività oggi abbiamo 60 persone in meno rispetto a maggio quando avevamo rinforzi dalla struttura commissariale. Però non significa che abbiamo smesso di fare il tracciamento: partiamo dai casi più a rischio, i non vaccinati, e ora mandiamo un link e chiediamo di fornire i nominativi. È più veloce ma c’è un po’ meno accuratezza. Con questi numeri è importante avere consape- volezza del rischio che si corre anche semplice- mente entrando in un negozio».

Ci risultano segnalazioni di persone che hanno ricevuto il provvedimento di chiusura di quarantena anche 4-5 giorni dopo il tampone…
«È possibile. Anche per questo va valutata la possibilità di liberare le persone asintomatiche vaccinate senza tampone. Altrimenti teniamo ferme delle persone solo per burocrazia».

Raffaella Angelini Ausl Romagna

Raffaella Angelini

La curva dei contagi crescerà ancora?
«Le previsioni degli esperti dicono che il picco sarà entro gennaio, potremmo aspettarci anche tremila casi al giorno in provincia. Ma visto che ormai è Omicron la variante predominante, la discesa sarà altrettanto verticale».

Se Omicron è predominante e abbiamo visto che buca i vaccini per il contagio, ma non ci sono lockdown all’orizzonte, perché dovremmo aspettarci un picco e un rallentamento?
«Per la sua rapidissima velocità di diffusione troverà meno persone da colpire. Però non banalizziamo la malattia: è pur sempre Covid e una percentuale di forme gravi è prevedibile».

Si dibatte sulle scuole. La vaccinazione della popolazione in età scolastica è iniziata già a primavera. Sarebbe stato meglio farla più tardi per avere ora, nelle aule in inverno, il massimo della copertura anticorpale?
«Se avessimo fatto così non avremmo avuto immunità in autunno. Lo abbiamo visto bene quando erano le elementari le scuole con più casi di contagio perché i più piccoli hanno iniziato più tardi a vaccinarsi».

Nessun dubbio sulle scuole aperte?
«Nessuno, i ragazzi hanno già pagato un prezzo troppo alto. Lo dicono i neuropsichiatri infantili che vedono disturbi e stati d’ansia in crescita, lo dicono i pedagogisti. La scuola mette in movimento persone e poi le tiene ferme per delle ore in un ambiente: è un rischio ma con i vaccini possiamo affrontarlo».

Forse in due anni avremmo avuto il tempo per migliorare le strutture…
«Non è materia di mia competenza ma faccio fatica a smentirla se mi dice che ambienti più spaziosi ridurrebbero le probabilità di contagio. Però non c’è la bacchetta magica».

La durata del green pass rafforzato scende da nove a sei mesi dall’1 febbraio. La somministrazione della terza dose in Emilia-Romagna è iniziata il 20 settembre. Cosa succederà ai certificati verdi di quelle persone fra due mesi?
«Così come è stata accorciata la durata del pass, potrebbe essere allungata, se i dati diranno che la risposta immunitaria regge. Però il pass è un documento amministrativo, il punto di riferimento per le persone deve essere un altro: a quattro mesi dalla seconda dose si può fare il richiamo per rialzare la protezione».

Ci attende la quarta dose?
«Non si può sapere oggi. Abbiamo imparato che questa pandemia scopre le sue carte mano mano che procede e cambia anche le carte in tavola. La variante Omicron è stata scoperta un mese e mezzo fa e ora è già predominante. Avere una gran parte del mondo non vaccinata resterà un problema anche per la parte più ricca del mondo perché non c’è nulla che resta fermo».

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