Melandri, Cgil: «Il nuovo lavoro è precario e ha divari generazionali e di genere»

La relazione introduttiva della segretaria generale uscente di fronte ai duecento delegati riuniti al teatro di Bagnacavallo per votare fra le due proposte (Landini e Como). In provincia il sindacato conta 70mila iscritti

Foto2relazioneMelandri«Ci aspetta un 2023 difficile a causa della frenata della crescita e dei costi energetici. Preoccupano la precarietà e il divario generazionale e di genere». È la sintesi estrema dell’intervento della segretaria generale uscente della Cgil di Ravenna, Marinella Melandri, che ha tenuto la relazione introduttiva del settimo congresso provinciale.

I lavori si sono aperti ieri, 12 gennaio, al teatro Goldoni di Bagnacavallo, con l’accreditamento dei 204 delegati e delegate e l’insediamento del congresso e della presidenza. Per oggi è previsto il dibattito congressuale e alle 16 l’intervento conclusivo di Paride Amanti, segretario della Cgil Emilia-Romagna. Seguiranno la convocazione dell’assemblea generale e l’elezione del segretario generale provinciale (sul territorio provinciale 32 Camere del lavoro e oltre 70mila iscritti). Due le proposte congressuali: “Il lavoro crea il futuro”, primo firmatario Maurizio Landini, e “Le radici del sindacato” promossa da Eliana Como.

Oltre a ripercorrere le sfide affrontate dalla Cgil e dalla società negli ultimi anni, Melandri si è soffermata sul contesto economico e sociale ed occupazionale della provincia.

Lo stato di salute dell’economia ravennate
«Secondo Prometeia – ha detto la segretaria uscente – in provincia di Ravenna, dopo un 2021 record (+6,9%) che ha consentito di recuperare larga parte di quanto perso durante la pandemia, nel 2022 l’economia ha registrato un rallentamento crescendo solo del 3,2% e le previsioni per quest’anno sono in ulteriore peggioramento. I dati del 2022 raccontano di una frenata dell’attività nell’industria (-0,7%), mentre la crescita è stata sostenuta dalle misure a favore delle ristrutturazioni edilizie e dai piani di investimento pubblico oltre che dai servizi (+3,5%). Nel 2023 si accentuerà lo scenario recessivo per l’industria (-1,9%) mentre si prevede una dinamica ancora positiva ma di minore intensità nei servizi e nelle costruzioni. Si prevede un ulteriore rallentamento dei consumi dovuto alle dinamiche inflattive e alla riduzione di reddito disponibile, con effetti negativi sul valore aggiunto. La dinamica delle esportazioni provinciali (+16%) ha offerto sostanziale sostegno alle imprese soprattutto nella prima parte dell’anno scorso confermandone l’importanza come driver di sviluppo. Nel 2023 anche questa variabile è destinata a subire un ridimensionamento in linea con il rallentamento del commercio mondiale».

Foto3meladri RelazioneIl mercato del lavoro
Il trend positivo dell’occupazione del 2021 non è proseguito nel 2022 (-0,3%) ed è destinato a peggiorare nel corso dell’anno: «Il tasso di disoccupazione, sceso al 6,2% nel 2021, nel 2022 è arrivato al 4,9% (4,8% in Emilia Romagna e 8,2% in Italia). L’analisi qualitativa dell’occupazione ci consegna un quadro in netto peggioramento dopo la pandemia, con un aumento della precarietà e del divario generazionale e di genere: in sostanza la ripresa occupazionale dell’ultimo biennio è segnata da lavoro povero, rapporti di lavoro brevi, volatili, da part time involontari che ancora una volta lasciano ai margini donne e giovani, risentendo anche della vocazione alla stagionalità della nostra economia. Tuttavia, rispetto ad altre realtà limitrofe, il mercato del lavoro si è caratterizzato negli ultimi tempi per una significativa dinamicità».

Cassa integrazione nel 2022
La cassa integrazione autorizzata, dopo i 19 milioni di ore del 2020, fino a novembre del 2022 si attesta su 1,6 milioni di ore, valore che riporta ai livelli del 2014/2015, al netto della conclusione di processi di ristrutturazione che hanno interessato importanti realtà produttive della provincia.

Le misure del Governo
Melandri è preoccupata per la linea dell’esecutivo Meloni: «Le prime azioni si sono concretizzate in una Legge di bilancio regressiva e socialmente iniqua, contro la quale abbiamo scioperato il 16 dicembre insieme alla Uil. L’allargamento della flat tax, la reintroduzione dei voucher, il taglio della rivalutazione delle pensioni, l’abolizione del reddito di cittadinanza, l’indulgenza verso chi non paga le tasse sono provvedimenti di natura identitaria, che non rispondono strutturalmente alle emergenze del Paese, anzi le aggravano, aumentando i tanti divari esistenti».

CongressoCgil 12gennaioOcean Viking e immigrazione
«Il nuovo regolamento per le Ong varato dal governo Meloni mira a ridurre drasticamente la possibilità di primo soccorso in mare, con conseguenze drammatiche. Si vuole limitare l’operatività delle navi umanitarie e moltiplicare i costi dei soccorsi in mare per tutte le navi delle Ong. All’arrivo a Ravenna dell’Ocean Viking, la mobilitazione della cittadinanza, cui ha contribuito anche la Cgil,  rappresenta un esempio di civiltà e di come nel territorio si trovino risorse umane e valoriali straordinarie, che traducono in azioni concrete a servizio della collettività i principi dell’accoglienza, dell’inclusione e della solidarietà».

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