La difesa della madre che ha ucciso la figlia chiederà una perizia psichiatrica

La 41enne Giulia Lavatura Truninger si è lanciata dal nono piano con la bimba di sei anni. La donna è sopravvissuta e dopo l’operazione ha avviato la riabilitazione per tornare a camminare

IMG 7640Sarà una perizia psichiatrica a definire il percorso giudiziario di Giulia Lavatura Truninger. La 41enne si è lanciata dal nono piano di una palazzina di Ravenna l’8 gennaio portando con sé la figlia di sei anni e la cagnolina, che sono morte sul colpo. La donna invece è sopravvissuta.

L’avvocato che la assiste, Massimo Ricci Maccarini, ritiene che vada considerata incapace di intendere e di volere. Appena le condizioni della 41enne si saranno ulteriormente stabilizzate verrà fatta la richiesta di una perizia. Non è escluso che venga presentata insieme alla procura che indaga per omicidio.

Lavatura Truninger attualmente è in custodia cautelare nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Cesena dove è guardata a vista dalla polizia penitenziaria per il timore che possa ripetere gesti autolesionisti. Dopo l’operazione chirurgica che ha interessato la frattura di una vertebra è cominciato un percorso di fisioterapia per riprendere a camminare. In parallelo è trattata per i disturbi che da circa un decennio l’avevano portata in cura al centro di salute mentale di Ravenna. Entro la fine di gennaio la donna potrebbe essere trasferita in una struttura psichiatrica a Ravenna.

Se la perizia dovesse constatare l’incapacità di intendere e di volere, la 41enne eviterebbe pene detentive a favore di un percorso di cura improntato anche a evitare il ripetersi di gesti pericolosi per se stessa. Una diagnosi di seminfermità, invece, potrebbe comportare un diverso procedimento giudiziario.

La squadra mobile della polizia sta continuando con le indagini. La dinamica del gesto è ormai accertata, con enorme stupore dei medici per essere sopravvissuta dopo una caduta di 25-30 metri, mentre si stanno approfondendo le posizioni di familiari e psicanalisti che seguivano Lavatura Truninger.

Un lungo post su Facebook della donna, da considerare con la dovuta cautela, attacca duramente il padre. E nell’interrogatorio di garanzia reso dal letto di ospedale è emerso che da un mese la 41enne non prendeva più i farmaci su consiglio di un professionista privato che in passato l’aveva già seguita.

Il 16 gennaio nella chiesetta della camera mortuaria di Ravenna si sono svolti i funerali della figlia, Wendy Timò, in forma privata alla presenza del vescovo Lorenzo Ghizzoni. Per l’occasione, il padre Davide e il nonno materno Giuseppe hanno invitato «chi vorrà essere partecipe al dolore della famiglia» a fare una donazione all’associazione “Porte Aperte della Romagna” o a un’altra realtà di supporto a chi ha malattie psichiatriche.

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