mercoledì
12 Novembre 2025
Il caso

Cannavacciuolo in tribunale, è parte offesa: «Usarono la mia faccia senza permesso»

Lo chef stellato presentò denuncia nel 2018 contro tre ristoratori che vantavano la sua collaborazione per la stesura del menù con cui rilanciare un locale a Marina di Ravenna. Il giudice di Masterchef dice di non aver mai visto il menù

Condividi

Antonino CannavacciuoloLo scorso gennaio non si presentò in tribunale a Ravenna perché era impegnato a Matera per registrare una puntata di Cucine da incubo, e venne sanzionato con una ammenda da 300 euro per l’assenza, ma ieri, 9 ottobre, lo chef Antonino Cannavacciuolo era in aula per testimoniare in un processo nato da una sua denuncia del 2018 e in cui è parte offesa. Gli imputati sono tre ristoratori, un 63enne bresciano e due cubani di 33 e 51 anni che devono rispondere dell’accusa di aver usato illecitamente il marchio del celebre cuoco e giudice di Masterchef per promuovere un menù di pesce per lanciare la riapertura di uno storico locale di Marina di Ravenna, il Ristorante pizzeria Saporetti. Il reato contestato è contraffazione o uso di opere dell’ingegno o di prodotti industriali.

Il resoconto dell’udienza viene dalle cronache giudiziarie dei due quotidiani locali, Il Resto del Carlino e Il Corriere Romagna.

Cannavacciuolo ha raccontato che ormai sei anni fa ricevette delle foto da qualcuno tra i sei milioni di follower che lo seguono sui vari social network: «C’era un tizio che si faceva pubblicità con il mio nome. Dissi alla segretaria di chiamare e verificò. C’erano volantini e un furgone con la mia immagine. Così chiamai la produzione di Cucine da Incubo».

Infatti la vicenda è connessa al noto programma tv. In una puntata del 2016 Cannavacciuolo era approdato a Mantova al ristorante Primi in padella dove fece il restyling del menù. La 33enne oggi imputata era cameriera di quel locale lombardo e quando traslocò in Romagna pensò bene di mettere in valigia anche il menù firmato dallo chef stellato per usarlo con gli altri due soci nella nuova avventura culinaria.

Cannavacciuolo ha sottolineato che la ragazza non poteva usare la sua immagine fuori dal contesto specifico di quel ristorante di Mantova: «Inoltre il menù del ristorante di Ravenna non l’ho mai visto».

Cannavacciuolo ha deciso di non costituirsi parte civile. Ma con la denuncia ancora pendente il processo andrà avanti, al netto di un possibile risarcimento per incentivare il ritiro della querela. Intanto ieri il giudice ha revocato l’ammenda da 300 euro comminata nove mesi fa al cuoco perché l’impegno di Matera non era stato ritenuto sufficiente per giustificare l’assenza.

Condividi

Notizie correlate

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Palazzo Sidera, nuova sede Cia-Conad, vince un premio internazionale di architettura

La cerimonia di consegna a Parigi. Il progetto è di Tissellistudioarchitetti

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi