venerdì
04 Luglio 2025
AMBIENTE

Il mistero del nuovo rigassificatore a Ravenna: piovono le critiche sul progetto

L'azienda che ha proposto l'impianto, la Depositi Italiani Gnl, sostiene che si tratti di un semplice "vaporizzatore". Ma gli ambientalisti non la pensano così.

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Foto Cantiere Depositi Italiani GNL

Un’azienda ravennate ha chiesto i permessi per realizzare un piccolo rigassificatore. Si tratta della Depositi Italiani Gnl Spa, una società partecipata da Pir, Edison e da un’azienda spagnola. La richiesta dei permessi risale all’estate 2023 e la vicenda è stata raccontata nei giorni scorsi dal Corriere di Romagna. La Depositi Italiani Gnl gestisce il deposito di gas naturale liquefatto inaugurato tre anni fa nel porto di Ravenna, ma sarebbe in difficoltà per la scarsa domanda di materia prima per il rifornimento delle navi, che rappresentava uno degli aspetti principali del suo business plan. Per questo avrebbe richiesto la possibilità di realizzare nuovo impianto che permetta di vaporizzare il gas e immetterlo nella rete pubblica. Tecnicamente si tratterebbe di un rigassificatore, seppure di piccole dimensioni; tuttavia l’azienda nella sua documentazione non lo definisce come tale, preferendo il termine “vaporizzatore”.

Secondo quanto riferito dal Corriere di Romagna, gli enti locali avrebbero richiesto alcune integrazioni al progetto, che sarebbe già in fase di valutazione da parte del ministero dell’ambiente. Nello specifico, la Regione ha chiesto uno studio sulle emissioni di ozono in atmosfera, mentre il Comune si sta preoccupando della conformità urbanistica dell’intervento e dei dettagli sulla zona di allaccio alla rete del gas, prevista in un’area attualmente utilizzata come parcheggio, nonché di alcune questioni burocratiche legate ai confini con le altre proprietà.

Ma a preoccupare c’è soprattutto la questione dell’impatto ambientale. La Direzione generale valutazioni ambientali del Ministero dell’ambiente ha richiesto, secondo il principio di precauzione, una verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale. In sostanza, occorre decidere se per l’installazione di questo piccolo rigassificatore serve o meno la Via. La Depositi Italiani Gnl ha presentato una relazione di oltre 150 pagine, affermando che quello in esame non può essere considerato un rigassificatore. I tecnici ministeriali dovranno decidere nelle prossime settimane.

In seguito alla pubblicazione della notizia sul quotidiano locale, i presidenti delle Pro loco di Marina di Ravenna e Porto Corsini hanno chiesto al Comune di Ravenna di convocare un incontro pubblico per divulgare maggiori informazioni sul progetto. Da parte del mondo ambientalista, invece, sono subito piovute le critiche. Pippo Tadolini, portavoce del coordinamento ravennate “Per il clima – Fuori dal fossile”, ha giudicato il progetto dannoso per la qualità dell’aria: «Ravenna si candida a diventare sempre di più una camera a gas», ha dichiarato al Corriere. «Dopo avere deciso di accogliere un rigassificatore a mare, la città rischia di ospitare un impianto del tutto simile di cui non c’è assolutamente bisogno».

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