“War is over”: dal 6 ottobre al Mar il rapporto artisti-guerra con Picasso e Warhol

Il progetto espositivo si snoda su tre temi: vecchi e nuovi miti, teatri di guerra e esercizi di libertà

Picasso Jeux PagesA cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, il Museo d’arte della città di Ravenna (Mar) e l’assessoreato comunale alla Cultura propongono la mostra “War is over, arte e conflitti tra mito e contemporaneità”: dal 6 ottobre al 13 gennaio prossimi un percorso sul rapporto tra artisti e guerra curato da Angela Tecce, storica e critica d’arte e dirigente del ministero dei Beni culturali, e Maurizio Tarantino, direttore del Mar. L’allestimento è curato da Studio Azzurro. Stamani, 11 luglio, la presentazione per la stampa.

Il fulcro della mostra è costituito da un nucleo di artisti storici che hanno declinato le tematiche della guerra in modi diversi e financo opposti, dalla propaganda bellico-futurista di Marinetti a De Chirico che con I gladiatori, 1922, rilegge la violenza della guerra mondiale con il filtro di una classicità depurata ed eterna. Picasso con l’opera in mostra, Jeux des pages, 1951, torna a una riflessione sui disastri della guerra iniziata nel 1937 con Guernica e che si concluderà con le due grandi composizioni del 1952 intitolate La Guerre e La Paix. I nostri due più grandi artisti del secondo Novecento, Lucio Fontana e Alberto Burri, esprimono con sensibilità diversissime la lacerazione che i danni del secondo conflitto hanno provocato prima di tutto nelle coscienze, cui si unisce la voce sonora e indignata di Renato Guttuso. L’ordinamento dell’esposizione procede per assonanze, contrasti, armonie e disarmonie. «La decisione di non seguire un criterio cronologico – si legge in un comunicato stampa – deriva dalla volontà di  rispettare il qui e ora che non solo presiede alla realizzazione di un’opera d’arte, ma che è il portato inevitabile del suo essere storia e del suo destino».

RAVENNA 11/07/2018. MAR MUSEO D’ ARTE RAVENNA. Conferenza Stampa Di Presentazione Della Mostra “Arte E Conflitti”Il progetto espositivo si articola intorno a tre temi. Vecchi e nuovi miti: sulle ideologie che in passato come oggi sono state spesso alla base di conflitti, o sulle mitologie che ne sono derivate. Teatri di guerra, frontiere e confini: restituisce la rilettura data dagli artisti delle immagini di guerra che si susseguono sotto i nostri occhi, dove i confini dividono ciò che è “dentro” da ciò che è “fuori”. Infine Esercizi di libertà: più specificamente rivolto a ciò che l’arte può dirci sul nostro futuro, non come proiezione di un presente conflittuale, ma come spazio libero di creatività. I tre grandi temi che hanno ispirato la scelta degli artisti si intersecano ad ogni piano per rendere più fitta la trama della mostra: ai teatri di guerra fanno riferimento, tra gli altri, Christo, William Kentridge (che si ricollega a De Chirico), Jake & Dinos Chapman, col loro minuzioso catalogo degli orrori, Gilbert&George, reporter dei conflitti urbani, Alfredo Jaar e Robert Capa. I vecchi e nuovi miti aleggiano nell’opera di Robert Rauschenberg, nel denso e magmatico mare di Anselm Kiefer, nella denuncia di Fabre (nascosta sotto una coltre cangiante) in Andy Warhol e Hermann Nitsch, mentre sono esercizi di libertà le opere di Mimmo Paladino, Marina Abramović, Michelangelo Pistoletto, Emilio Isgrò.

Il percorso espositivo è contraddistinto da quattro installazioni che creano un continuum, un legame tra i diversi piani e livelli su cui si distribuisce la mostra e integra le opere con le sue classiche suggestioni audiovisive e interattive. La scala, in cui suoni e immagini accompagnano la salita del visitatore, e le sue domande. La sala d’ingresso, dove, attraverso una feritoia, ci si cala nei miti e nelle tragiche realtà della prima guerra mondiale. Il corridoio del primo piano, dove i calchi di cavalli e cavalieri del Partenone della gipsoteca del Mar si rianimano al passaggio del visitatore evocando tematiche dantesche. E infine la rilettura e ricontestualizzazione del monumento simbolo delle collezioni del Mar, la struggente lastra funeraria di Guidarello Guidarelli, recentemente restaurata e riallestita.

Gli artisti in mostra: Marina Abramović, Marisa Albanese, Alighiero Boetti, Maria Pia Borgnini, Botto&Bruno, Alberto Burri, Davide Cantoni, Robert Capa, Jota Castro, Jake & Dinos Chapman, Christo, Alessandra Cianelli, Giorgio De Chirico, Jan Fabre, Lucio Fontana, Regina José Galindo, Gilbert&George, Eugenio Giliberti, Paolo Grassino, Renato Guttuso, Thomas Hirschhorn, Emilio Isgrò, Alfredo Jaar, Francesco Jodice, William Kentridge, Anselm Kiefer, Jannis Kounellis, Domenico Antonio Mancini, Filippo Tommaso Marinetti, Ana Mendieta, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Gian Marco Montesano, Shirin Neshat, Hermann Nitsch, Nam June Paik, Mimmo Paladino, Pino Pascali, Perino&Vele, Pablo Picasso, Lamberto Pignotti, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Melita Rotondo, Michal Rovner, Pieter Paul Rubens, Pietro Ruffo, Salvo, Mario Schifano, Andres Serrano, Wael Shawky, Shōzō Shimamoto, Studio Azzurro, Tato, Eugenio Tibaldi, Vedovamazzei, Kara Walker, Andy Warhol, Lawrence Weiner.

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