Ravenna Festival al via alla Rocca come nel 1990, in platea la presidente del Senato

La 31esima edizione si apre con un concerto diretto dal maestro Riccardo Muti nella fortezza veneziana così come fu per la prima edizione. La versione post-Covid prevede solo 300 posti andati subito soldout ma streaming gratuito per tutti. Presente anche il ministro della Cultura

Foto Prove 19 Giugno 2020

Le prove alla Rocca Brancaleone

Si riparte da capo dove tutto era partito la prima volta con chi c’era la prima volta. Il Ravenna Festival in versione post pandemia – cartellone ridotto con eventi solo all’aperto e posti limitati – alzerà il sipario per la 31esima edizione alle 21.30 questa sera, 21 giugno, alla Rocca Brancaleone con un concerto diretto da Riccardo Muti, proprio come accadde l’1 luglio 1990 per la prima edizione. Stesso luogo, stesso maestro sul podio.

Muti dirige la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il soprano Rosa Feola in un programma di Skrjabin e Mozart coronato dalla maestosa Sinfonia n. 41 “Jupiter”. Il concerto, realizzato con il contributo di Eni, è già sold-out, ma sarà in diretta streaming gratuita per chiunque su ravennafestival.live, in collaborazione con Riccardo Muti Music, e trasmesso da Rai Radio 3 in diretta su Euroradio.

Prove 19 Giugno Silvia Lelli 1853L’apertura del Festival è salutata dalla consegna della targa del Presidente della Repubblica, riconoscimento a un’edizione unica sotto ogni punto di vista, e dall’annuncio della partecipazione al concerto inaugurale della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, del ministro della Cultura Dario Franceschini e del Direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay.

Oggi, come nel 1990, in programma c’è (principalmente) Mozart: «Mozart è Mozart, non ha bisogno di giustificazioni – sottolinea Muti -. Le pagine musicali eseguite da 62 elementi dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini ci permettono di guardare con speranza al futuro e cercare dentro di noi il coraggio di recuperare parte di quanto perduto. L’Italia, il Paese della musica, deve rimanere una fortezza culturale». Come fortezza lo è stata il luogo che ospita il concerto: baluardo costruito dai veneziani nel XV secolo.

Prove 19 Giugno Silvia Lelli 1983La serata si apre con la Rêverie di Alexandr Nikolaevič Skrjabin, breve miniatura scritta nel 1898 che tanto piacque a Rimskij-Korsakov, il primo a eseguirla a San Pietroburgo, e che è pervasa da un’atmosfera sognante. Seguiranno il mottetto Exsultate, jubilate KV 165 e l’Et incarnatus est dalla Messa in do minore KV 427, entrambi affidati alla voce di Rosa Feola ed entrambi espressione di gioia, l’una più esuberante l’altra più intima. Il giovane soprano, ospite ricorrente del Festival dai tempi de I due Figaro di Mercadante diretto da Muti nell’ambito del progetto fra Ravenna e Salisburgo alla riscoperta della Scuola Napoletana, affronterà il celebre virtuosistico mottetto composto proprio in Italia, nel 1773, a Milano, poi l’estatico lirismo dell’Et incarnatus est, quasi una scena pastorale permeata d’amore per il creato e l’umanità.

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Completa il programma la maestosa Sinfonia n. 41 in do maggiore KV 551, quella “Jupiter” che Mozart compone durante la difficile estate del 1788, segnata da crescenti difficoltà economiche e da un grave lutto familiare. Da un periodo fra i più bui della vita del compositore nasce una sinfonia luminosa che ancora una volta libra il genio di Mozart al di sopra delle avversità quotidiane. L’olimpica grandiosità di queste pagine ispirò il soprannome “Jupiter” presumibilmente conferitole dall’impresario Johann Peter Salomon. Dotata di una tavolozza timbrica che ne valorizza il carattere solenne e vittorioso, la “Jupiter” coniuga la solidità epica del do maggiore – la tonalità della luce zenitale, solare e incontaminata – all’impiego intensivo del contrappunto. Una ricerca libera da scolasticismi e compiacimenti, che raggiunge il culmine nell’ultimo dei quattro movimenti, con il limpido e gioioso furore della fuga.

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