Primo ciak per il film su Dante di Pupi Avati. In settembre le riprese a Ravenna

La pellicola incentrata anche sull’esilio. Tra i protagonisti Castellitto, Lo Verso, Haber

Foto Pupi Con Macchina Da Presa.JPGSono iniziate oggi (28 giugno) le riprese di Dante, il nuovo film di Pupi Avati in cui troverà naturalmente spazio l’esilio ravennate del Sommo Poeta.

La pellicola narra infatti la vita dell’Alighieri raccontato da Giovanni Boccaccio, primo biografo del padre della lingua italiana. Nel suo “Trattatello in Laude di Dante” Boccaccio ripercorre gli eventi della sua vicenda umana, una storia molto complessa in un succedersi di luci e ombre destinati in gran parte a rimanere tali.

Il soggetto e la sceneggiatura sono di Pupi Avati. Tra gli interpreti principali: Sergio Castellitto (Giovanni Boccaccio), Alessandro Sperduti (Dante giovane), Enrico Lo Verso (Donato degli Albanzani), Alessandro Haber (Abate di Vallombrosa), Gianni Cavina (Piero Giardina), Leopoldo Mastelloni (Bonifacio VIII), Ludovica Pedetta (Gemma Donati), Romano Reggiani (Guido Cavalcanti), Carlotta Gamba (Beatrice), Paolo Graziosi (Alighiero di Bellincione), Mariano Rigillo (Meneghino Mezzani), Valeria D’Obici (Suor Beatrice), Giulio Pizzirani (Dante anziano), Erica Blanc (Gemma Donati anziana), Morena Gentile (Donna gozzuta), Milena Vukotic (Rigattiera).

Le riprese dureranno undici settimane tra Umbria, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Roma. In particolare, si terranno a Ravenna a inizio settembre, con una serie anche di iniziative collaterali, per celebrare il 700esimo della morte del Poeta.

Il film, prodotto da Antonio Avati, è una produzione Duea Film con Rai Cinema e sarà distribuito nelle sale italiane da 01 Distribution.

«Attendi tanto – sono le dichiarazioni del regista a poche ore dall’inizio delle riprese -. Diciotto anni prima che ti sia concesso di realizzare un film. Lo avevi nitido nel 2003 quando hai scritto la prima versione del soggetto. Nel frattempo hai fatto altro, molto altro, ma quell’impegno con Dante ti è rimasto dentro, tampellante, facendoti avvertire come una colpa il trascorrere del tempo. Poi, finalmente, incontri chi ti ascolta e non rimanda, chi apprezza l’idea e ti trovi “impreparato” a quell’assenso, a quell’accoglienza. Questo il mio stato d’animo di oggi. Che si realizzi nell’Italia di oggi in cui le gerarchie di cosa e di chi conti è dettato da ben altro, un film sulla vita di Dante Alighieri, ha dell’inverosimile. Non oso ancora crederci».

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