Se il glamour prevale sulla cultura nel recente recupero della Darsena del Sale

Proseguono le opere di recupero dei lasciti della tradizione salinara nel cuore della città: si è partiti dal restauro del Magazzino del sale Torre nel 2004 per arrivare all’inaugurazione della nuovissima Darsena del Sale nello scorso gennaio, sulla cui destinazione d’uso iniziano però a serpeggiare le prime polemiche – Foto/Video

Sorge nel pieno centro di Cervia, affacciata alla storica torre San Michele e al canale che collega litorale e saline, la nuova Darsena del Sale, nata con lo scopo di diventare luogo di culto dello slow food, del benessere, dell’estetica e della cultura, riportata alla vita da quello che era lo scheletro ormai abbandonato dei “Magazzini del sale Darsena” di Cervia.

Un progetto ambizioso, realizzato per un totale di 12 milioni, stanziati grazie alla sinergia tra i fondi del programma operativo del Fondo Europeo e gli investimenti dell’imprenditore Leopoldo Cavalli, vincitore del bando di riqualificazione del magazzino. L’utilizzo dei fondi europei prevede la conservazione totale della struttura: uno stabile dislocato su tre piani che si estende in una zona di circa 20.000 mq, prevedendone comunque l’adeguamento a norma di legge di servizi igienici, impianti di sicurezza e strutture interne. Il patto stretto con l’amministrazione comunale però, esigeva a nome della comunità cervese un focus improntato sul patrimonio culturale della città e iniziative sociali ad esso collegate. Queste premesse, per il momento, sembrano essere state tradite dalla gestione del locale, apparentemente più concentrata sull’esclusività della location e dei propri clienti che alla realizzazione di un vero e proprio intervento di interesse comunitario.

Interno del MUSA (Ex Magazzini del sale Torre)

A differenza dell’intervento applicato ai Magazzini del sale Torre, situati sulla riva opposta del canale, ristrutturati nel lontano 2004 e adibiti poi a sede fissa del MUSA (museo del sale di Cervia, centro che raccoglie importanti testimonianze sulle origini della cultura cervese), il rinnovo dei magazzini del sale Darsena si pone l’obiettivo di dare allo stabile una connotazione polifunzionale legata unicamente all’intrattenimento del turista e del consumatore locale, facendo risultare evidente il contrasto tra il recupero di un bene pubblico destinato all’usufrutto pressoché gratuito dell’intera comunità e il taglio più consumistico dato a quest’ultimo restauro, che si è fatto portavoce del luxury lifestyle della riviera.

Nonostante il contrasto d’intenzioni nella finalità di rimessa a nuovo degli edifici, entrambi fanno parte del medesimo plesso edile, comprendente anche la vicina torre San Michele, il piazzale dei Salinari e la darsena. Si tratta di un interessante esempio di architettura pre-industriale e proprio per questo motivo si è restaurato mantenendo il più possibile intatto l’aspetto esteriore degli edifici.

A fare eccezione è solo la torretta ormai diroccata, eretta a lato dei Magazzini Darsena: si tratta infatti di un falso storico costruito intorno agli anni ‘50, realizzato in armonia perfetta con le precedenti strutture e adibito a copertura per l’antiestetica centralina elettrica che alimentava la piattaforma di trasporto che univa i due magazzini opposti facilitando il trasporto del sale.

 

Riproduzione in scala degli ex-magazzini e del rullo trasportatore di sale. Modello esposto all’interno del MUSA

La riqualificazione dei magazzini è in realtà parte di un disegno ben più ampio, volto a valorizzare e promuovere l’intero centro storico cervese. Dopo l’avvio dei lavori ai magazzini nei primi 2000, si prosegue nel 2015 con lo stanziamento di nuovi fondi comunali messi in bando per la trasformazione del cuore della cittadina in un “naturale centro turistico e commerciale”. 

Nel 2017, i lavori di restauro si sono concentrati principalmente sulla zona del Borgo Marina, che ha visto un rifacimento totale delle banchine che costeggiano il naviglio al fine di renderle più sicure e fruibili dai visitatori. 

La nuova passeggiata lungo il Borgo Marina

Grazie ai circa 300.000 euro guadagnati dalla riscossione della tassa di soggiorno durante l’estate 2019 si è invece portata a termine la riqualifica del viale dei Mille: il cammino alberato che collega stazione, centro storico e lungomare. Il  recupero del viale non era vincolato a particolari esigenze legate alla sua importanza storica, ma a livello paesaggistico e utilitario il progetto ha implementato notevolmente il valore e la funzionalità della zona.

Con l’intervento al magazzino Darsena, portato a termine nel dicembre del 2021 e la conseguente inaugurazione della Darsena del Sale nel Gennaio del 2022 si è concluso un altro importante tassello del progetto di riqualifica e valorizzazione del centro storico. 

L’area che comprende la darsena e i magazzini è infatti uno dei luoghi simbolo del territorio cervese: Nel 1691 viene eretta la torre San Michele come strumento avvistamento e protezione della città, mentre nello spazio adiacente viene costruito, per volere pontificio, il magazzino del sale Torre, addetto allo stoccaggio del sale proveniente dalla salina Camillone, all’epoca fonte primaria di sostentamento per l’intera città. 

Nel 1712 viene istituito dirimpetto alle strutture preesistenti il magazzino del sale Darsena, dove il sale già pulito e asciugato veniva conservato in sacchetti pronti per la vendita. Negli stessi anni si aggiunge un terzo magazzino, dapprima destinato anch’esso allo stoccaggio della materia grezza e in seguito convertito a officina di produzione dei sacchi di iuta necessari a conservare il sale.

Questi edifici perdono la loro originaria funzione a cavallo degli anni ‘60, quando il processo di industrializzazione ha inevitabilmente apportato cambiamenti radicali all’estrazione e alla lavorazione del sale, venendo da lì lentamente abbandonati.  

Il magazzino più piccolo, quello destinato alla realizzazione delle sacche, riesce a sopravvivere per ancora qualche decina d’anni divenendo il Cral Saline, circolo ricreativo per i salinari cervesi, dove i lavoranti solevano rinfrancarsi al termine della giornata in salina. Con il trascorrere degli anni, anche quest’ultima destinazione d’uso è venuta a mancare, lasciando l’ex deposito allo stesso destino degli altri magazzini. Nel 2017 il locale viene rifunzionalizzato come centro polivalente di intrattenimento, caratterizzato da una zona bottega dedicata all’acquisto delle specialità tipiche del territorio, un un caffè letterario (grazie alla partnership con librerie Coop), un bistrot e un palco per esibizioni. Questo nuovo stabile prende il nome di “Officine del Sale” al fine di creare un legame, almeno letterale, con l’originaria destinazione d’uso del luogo. Ad occuparsi della struttura architettonica lo studio del ravennate Fabrizio Fontana, ArchLabo, lo stesso ad aver preso in carico i progetti della “Darsena del Sale”.

Interno della Darsena del Sale

L’ultima fatica di Fontana sembra però aver riscosso più clamore delle precedenti, innanzitutto per le ampie dimensioni della zona interessata, ma anche e soprattutto per la quantità di tempo e di fondi investiti nella riqualifica: non è facile stabilire con certezza i motivi del ritardo nel restauro di questo lato di magazzini, probabilmente causati da un concatenarsi di eventi, primo fra tutti i lasciti dell’intervento dell’architetto Giancarlo De Carlo che negli anni ‘80 ha interessato sia il magazzino Torre che il magazzino Darsena: mentre il magazzino Torre è stato completamente svuotato e messo in sicurezza, al magazzino Darsena sarebbe dovuta toccare una sorte diversa: tra le idee del De Carlo c’era infatti il progetto di ridare nuova vita allo stabile come museo navale, andando ad ingrandire anche la vicina darsena e creando un’infiltrazione d’acqua direttamente all’interno del magazzino, in modo da unire il locale interno al naviglio esterno.

Con l’interrompersi dei lavori però, all’ingente quantità di fondi necessari per la ristrutturazione si è dovuto sommare il costo del dragaggio dell’acqua, che a causa dell’invasivo restauro aveva allagato il fondaco. Negli anni, consultando anche il volere cittadino, si sono creati bandi per la ricerca di fondi pubblici e privati, fino alla progettazione della Darsena del Sale, la cui apertura è stata ulteriormente rimandata a causa della pandemia che negli ultimi due anni ha contribuito ad un massiccio rallentamento delle tempistiche di apertura. 

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Il ristorante della Darsena del Sale

A prescindere dall’ampio ventaglio di proposte ricreative oggi offerto al suo interno, l’aspetto estetico e architettonico della struttura si sono rivelati i punti cardine del locale, cercando in parte di sopperire alla mancanza di un sostanzioso fattore culturale. L’intera scelta stilistica verte su un gioco di contrasti tra storia e attualità, una coesistenza armonica di antico e moderno che si alterna in sovrastrutture misurate, senza mai arrivare ad una vera fusione

All’interno del locale, la ricercatezza del mobilio contrasta felicemente con la  freddezza urbana delle intelaiature in cemento e ferro a vista. Queste imponenti strutture di metallo, dal forte richiamo industrial, sono appunto eredità del primo tentativo di restauro di  De Carlo  e trovano spazio all’interno della nuova visione della Darsena del Sale come arredi fissi, sfruttando così il lascito del celebre progettista e piegandolo ad una destinazione d’uso completamente opposta a quella originale. Proprio a causa dell’importante testimonianza architettonica e archeologica che l’ex magazzino rappresenta, il rifacimento ha cercato di ricalcare in maniera quanto più accurata possibile lo stile originario dell’edificio, abbracciandone l’intera la storia, dal 700 agli anni ‘80.

In particolar modo, il restauro delle facciate esterne ha mantenuto intatta la loro forma originaria, austera e imponente, valorizzata da fasci di illuminazione verticale per illuminarne le campate, creando un gioco di chiaroscuri che conferisce ulteriore profondità agli archi scolpiti sulle fiancate donando a tutto il complesso un impatto visivo solenne. La bellezza nel senso più plastico del termine è sicuramente una qualità che va riconosciuta all’impresa, e si spera possa venire in futuro implementata da una sostanza meno effimera di quella attuale.

Riprese e montaggio di Lorenzo Drei, fotografie di Maria Vittoria Fariselli

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