Riaperte al Mar anche le sale dedicate alla collezione di arte antica – FOTO

La maggior parte delle opere proviene dal Monastero di Classe

Proseguono i lavori di riallestimento al Mar, il Museo d’Arte della città di Ravenna: dopo la collezione dei Mosaici Moderni e Contemporanei, riaprono anche le sale dedicate alle collezioni d’arte antica, dal XIV al XVII secolo.

Nel febbraio 2023 erano stati avviati i lavori di riadeguamento di alcuni aree espositive del secondo piano del museo, che hanno visto la collaborazione degli uffici di edilizia pubblica, oltre che di tutti i tecnici coinvolti, per la realizzazione di un nuovo impianto di illuminotecnica, nuovi tendaggi e raffrescamento delle pareti.

A conclusione del cantiere si presenta così oggi un nuovo allestimento, curato dalla Conservatrice del museo, Giorgia Salerno, nelle cosiddette “cellette”, che originariamente ospitarono i monaci di Santa Maria in Porto.

Il riallestimento si inserisce in un più vasto progetto di tutela e valorizzazione delle collezioni permanenti e prevede un ordinamento cronologico delle opere d’arte, oltre che la realizzazione di didascalie narrative, in precedenza non presenti, «e l’utilizzo di rinnovate teche espositive – si legge in una nota inviata dal Mar –, con l’obiettivo di un allineamento sempre maggiore agli standard di qualità museali e alla fruibilità del patrimonio per un pubblico ampio».

Inoltre, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, è stato avviato un progetto di manutenzione e restauro di una selezione di opere, condotto dalla restauratrice Isabella Cervetti, che prevede il loro inserimento in collezione al termine dei lavori.

Come la grande maggioranza del patrimonio d’arte antica del museo, le opere qui esposte, principalmente di piccole dimensioni, e molte delle quali originariamente destinate alla devozione privata o di istituzioni religiose, provengono dalle soppressioni delle corporazioni religiose del territorio e con particolare riferimento al Monastero di Classe. Tra queste sono di grande rilevanza per il territorio la tavola del Maestro del Coro Scrovegni, Madonna con bambino e santi e quattro storie di Cristo (prima metà XIV secolo),  restaurata in occasione delle celebrazioni dantesche con il supporto del Servizio Patrimonio della Regione Emilia-Romagna, Sant’Antonio Abate e Sant’Agostino del Maestro della Madonna Lanz e la tavola di San Pier Damiano (prima metà XV secolo), la Crocifissione di Antonio Vivarini (metà XV secolo),  le tempere su tavola di Marco Palmezzano (fine XV – inizio XVI secolo), fino alla bottega dei Longhi con il confronto fra le due versione del ritratto di Santa Caterina d’Alessandria di Luca e Barbara Longhi (seconda metà XVI secolo).

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