Ravenna Farmacie, il consiglio comunale approva il bilancio: 750mila euro di utile

L’assessore con delega alle Aziende partecipate, Massimo Cameliani: «Il risultato positivo è stato possibile grazie a strategie mirate, ad una gestione attenta agli acquisti, alle spese e agli investimenti e ad una continua attenzione alla qualità dei servizi»

Il consiglio comunale di Ravenna nella seduta del 16 maggio ha approvato il bilancio 2016 di Ravenna Farmacie con 17 voti favorevoli (gruppi di maggioranza), otto contrari (Alberghini, Forza Italia, La Pigna, Lega nord, Lista per Ravenna) e quattro astenuti (CambieRà e Ravenna in Comune): il dato più significativo è l’utile che arriva 750mila euro, come già anticipato nei giorni precedenti da Ravennaedintorni.it.

L’assessore con delega alle Aziende partecipate, Massimo Cameliani, ha introdotto l’argomento: «Il risultato positivo è stato possibile, nonostante il negativo contesto di mercato e la costante contrazione della spesa farmaceutica, grazie a strategie mirate, ad una gestione attenta agli acquisti, alle spese e agli investimenti e ad una continua attenzione alla qualità dei servizi erogati». Cameliani ha evidenziato, tra l’altro, l’importante ruolo di servizio pubblico delle farmacie comunali in un’ottica che deve puntare sempre più a una gestione manageriale.

Il gruppo Pd ha rilevato l’importante risultato, dando atto alla sua amministrazione di aver operato con oculatezza. Ritiene che siano stati forniti i chiarimenti richiesti dalle opposizioni su rimanenze di magazzino e crediti incassati e non accettabile l’insinuazione di dubbi sulla veridicità del bilancio. Il gruppo Pri ha sottolineato gli aspetti di un bilancio che, nel caso di specie, non deve essere valutato solo in termini contabili, ma anche politici per il tipo di servizio offerto ai cittadini, che può e deve essere ancora ampliato e migliorato e che permette di giudicare come valida la scelta fatta a suo tempo di mantenere l’azienda delle farmacie comunali. Il gruppo Alberghini ha ribadito che l’amministrazione, in maniera illogica, continua a non fornire risposte alle richieste di chiarimenti del gruppo stesso circa le rimanenze del magazzino e i crediti incassati e che ritiene non valga la pena mantenere Ravenna Farmacie con gli attuali presupposti. Il gruppo Ama Ravenna ha sostenuto di votare con convinzione il bilancio, evidenziando il positivo operato delle farmacie comunali che garantiscono un risvolto sociale non indifferente e delle quali si ritiene orgoglioso. Il gruppo Lega Nord ha fatto presente la necessità di maggiore trasparenza rappresentando che i chiarimenti richiesti sul bilancio sono finalizzati ad evitare che si corrano rischi nel futuro o si possano mitigare eventuali danni. Il gruppo La Pigna ha affermato che l’amministrazione pubblica non dovrebbe svolgere attività di farmacia; le stesse andrebbero quindi alienate e il ricavato utilizzato per diminuire la tassazione sui cittadini. Il gruppo Cambierà, pur presumendo l’assoluta veridicità del bilancio e considerando come positivi sia la funzione sociale delle farmacie comunali sia il bilancio stesso, ha giustificato il voto di astensione con la volontà di riservarsi ulteriori valutazioni e approfondimenti. Il gruppo Ravenna in Comune, nell’annunciare il voto di astensione, ha espresso critiche rispetto all’assenza di un bilancio sociale, rappresentando che la mission delle farmacie comunali deve essere assolutamente pubblica e non è certo quella di competere con i privati o conseguire utili. Il gruppo Articolo 1-Mdp ha espresso soddisfazione per il trend positivo affatto scontato vista la congiuntura sfavorevole, auspicando sollecitazioni all’Azienda sanitaria affinchè autorizzi l’attivazione dei due nuovi servizi relativi alla possibilità di pagare il ticket delle prestazioni in farmacia e di potervi effettuare l’elettrocardiogramma. Il gruppo Lista per Ravenna ha affermato di non potersi associare al coro delle lodi per un utile di 750mila euro per un’azienda protetta e privilegiata dalla politica con ampio magazzino e ottima posizione dei punti vendita. Il voto contrario è stato giustificato con la impossibilità di credere alla veridicità del bilancio finché non verrà fatto l’inventario fisico di fine anno.

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