Reddito di solidarietà regionale: accolto un quarto delle 4mila domande ravennati

I dati dei primi 14 mesi dall’avvio della misura di sostegno alle famiglie in difficoltà economica: 1.700 richieste respinte e mille in corso di valutazione. Si parte da 300 euro al mese per persone sole

Affection Beach Child 173666Da settembre 2017,quando la misura è stata avviata, a novembre 2018 la Regione Emilia-Romagna ha concesso il Reddito di solidarietà (Res) a 1.006 nuclei familiari in provincia di Ravenna. Altre 1.092 domande sono in corso di valutazione all’Inps, l’ente chiamato a verificare i requisiti e procedere con la concessione, e 1.701 domande sono state respinte. Complessivamente, sono state infatti 3.799 le richieste arrivate ai Servizi sociali del territorio.

In totale il sostegno mensile concesso a persone e famiglie in gravi difficoltà economiche, che accettano di entrare in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo, ha riguardato 10.546 nuclei familiari in regione, per oltre 25mila persone. Rispetto a maggio scorso, data dell’ultima rilevazione, sono aumentati di oltre il 30 percento i nuclei familiari beneficiari, che allora erano arrivati a ottomila. Per il Res la Giunta regionale ha stanziato quasi 70 milioni di euro per il biennio 2018-2019.

Istituito nel novembre 2016 con legge regionale, il Res dal luglio scorso integra l’analoga misura nazionale del Rei (Reddito di inclusione): il nuovo Res viene quindi erogato insieme al Rei, aumentando l’importo della cifra ottenuta da chi ha più bisogno. Il contributo economico mensile può raggiungere i 300 euro nel caso di una persona sola e sfiorare i 900 euro se destinato a una famiglia formata da cinque o più componenti. Lo si può avere per una durata massina di 18 mesi (rispetto ai 12 iniziali), purché si sia residenti in maniera continuativa in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi e possedere i requisiti per l’accesso al Rei, fra cui un Isee annuo non superiore ai 6mila euro (soglia prima fissata a 3mila euro).

Baby Back View Blur 1497394Al Res viene associato un programma di attivazione e reinserimento sociale e lavorativo che, se non viene rispettato dai beneficiari, comporta il decadimento del Reddito di solidarietà, che cessa di essere corrisposto.

I dati, raccolti dal sistema informativo della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Università di Modena, sono stati illustrati dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dalla vicepresidente con delega al Welfare, Elisabetta Gualmini.

I nuclei che usufruiscono del Res sono composti da una sola persona nel 41,3 percento dei casi; oltre Il 60 percento di coloro che fanno richiesta ha più di 45 anni, e di questi più del 53 percento ne ha dai 56 in su. A fare domanda per ricevere il contributo previsto dalla misura regionale sono donne nel 56 percento dei casi. Per oltre duemila beneficiari del Res (2.304) sono state attivate, in collaborazione con i Servizi territoriali per il Lavoro, misure di inclusione socio-lavorativa (orientamento, formazione, tirocini) previste e finanziate dalla Legge regionale 14 del 2015 che mira all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità. Si è dunque creato un circuito virtuoso tra Reddito di solidarietà e inclusione lavorativa, che rafforza il versante attivo del contrasto alla povertà.

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