Lavoratori agricoli in provincia di Ravenna: il 95 per cento è un precario

Il dato emerge da un dossier pubblicato dall’ufficio studi Cisl Romagna su dati Inps

Lavoratori AgricoliSempre più precari i ruoli dei lavoratori agricoli ravennati secondo una ricerca dall’ufficio studi della Cisl Romagna in collaborazione con la Cisl regionale su dati Inps.

«Nella provincia di Ravenna gli operai agricoli sono 18.910, che corrispondono al 47,7% dei lavoratori agricoli romagnoli ed al 18,9% di quelli regionali: la percentuale più alta dell’Emilia-Romagna a testimonianza della grande importanza che il settore ha nel territorio ravennate».
Lo sottolinea Francesco Marinelli, segretario generale Fai-Cisl Romagna, il sindacato che si occupa dei lavoratori del comparto agricolo e alimentare, nel presentare il primo dossier su “Il lavoro agricolo in provincia”.
«In questo settore economico l’occupazione è quasi esclusivamente a tempo determinato, – illustra il segretario – infatti a Ravenna ben il 94,9% degli occupati ha un contratto con scadenza, però, grazie al diritto di riassunzione previsto dalla contrattazione provinciale, c’è la sostanziale certezza di ripetere la cosiddetta stagione l’anno successivo».
La precarietà del lavoro è una caratteristica dell’agricoltura e questo dipende dallo svolgersi dei tradizionali cicli naturali ma che provoca negative ricadute retributive sui lavoratori che i sindacati cercano di arginarle con la contrattazione, nazionale e aziendale, e fornendo servizi come in questi giorni, la presentazione della domanda di disoccupazione agricola.

Francesco Marinelli Cisl

Francesco Marinelli, segretario generale Fai-Cisl Romagna

«La contrattazione integrativa e la disoccupazione agricola – precisa Marinelli – sono due strumenti fondamentali di sostegno per i lavoratori di questo settore, che riescono così ad integrare la retribuzione precaria, nell’attesa del successivo contratto».
«Se non ci fossero queste previsioni di contratto e di legge – continua il sindacalista – sarebbe difficile pensare al mantenimento di una famiglia. Infatti, ben il 79,2% dei lavoratori agricoli ha più di 30 anni ed è immaginabile che la maggior parte di loro abbia un nucleo familiare a cui provvedere».
«Sui 18.910 operai agricoli in provincia – puntualizza Marinelli – solo il 24,2% è extra comunitario. Un dato che contraddice il classico luogo comune per cui in agricoltura sono impiegate soprattutto persone provenienti da Paesi non UE. Infatti, in questi anni di crisi, c’è stato un ritorno al lavoro agricolo anche di tanti italiani che avevano perso il lavoro in altri settori economici»

Ora le tre province romagnole sommano ben il 39,6% dei lavoratori dell’Emilia-Romagna impiegati in agricoltura, segue poi Ferrara con il 17,3%, Modena con il 14,6% e Bologna con il 10,7%. I valori occupazionali sono coerenti con il numero delle imprese: in Romagna opera il 30,7% di tutte le imprese agricole regionali. In particolare a Ravenna, sulle 1.424 aziende registrate, 1.239 occupano fino 9 lavoratori, 152 imprese da 10 a 49 addetti e le restanti 33 aziende sono le più grandi.

«È bene ricordare ai lavoratori del settore agricolo – conclude il responsabile della Fai-Cisl Romagna – che dal primo gennaio scorso e fino al 31 marzo, è possibile presentare la domanda sulla disoccupazione agricola agli uffici del Sindacato; quest’anno, è prevista anche la consegna gratuita di un documento con il conteggio dei propri contributi».

Sotto le tabelle  della ricerca sul lavoro agricolo della Cisl Romagna

 

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