Tari, confusione sui metodi di pagamento: il mistero del modello F24

È il sistema più utilizzato e senza commissioni, il modulo arrivava ai cittadini già compilato con l’avviso della scadenza: quest’anno a Lugo è ancora così invece a Cervia, Faenza e Ravenna si chiede di usare il sistema informatico PagoPa. Ma il Comune capoluogo scrive che si può usare l’F24. E anche il Garante. Interrogazione di Lpr

IMG 0386Nelle case dei residenti in provincia di Ravenna, così come in altre parti d’Italia, sta arrivando l’avviso per il pagamento della tassa sui rifiuti (Tari), ma la comunicazione delle modalità per il versamento sta creando qualche malcontento tra i cittadini. La questione riguarda in particolare quello che è noto come “modello F24”, uno dei metodi più utilizzati per via della semplicità ma anche per l’assenza di commissioni a carico dei contribuenti. In passato arrivava già compilato e bastava presentarlo a uno sportello bancario. Il metodo esiste ancora ma alcuni comuni non spediscono il foglio precompilato e la lettera recapitata nelle buchette non lo cita tra le modalità di pagamento. La vicenda è diventata anche una interrogazione al sindaco di Ravenna.

Nel capoluogo, ad esempio, per la Tari erano previste in passato tre rate (30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre): quest’anno, come misura di aiuto per l’emergenza pandemia, il Comune ha deciso una scadenza unica a fine anno con possibilità di versamento entro il 31 marzo 2021. Palazzo Merlato ha affidato la riscossione in appalto a Hera per tre anni, con l’incarico di provvedere al calcolo degli importi da pagare ed all’invio del modulo di pagamento al domicilio dei contribuenti.

In totale si tratta di 105mila utenze per un montante complessivo di 29,8 milioni di euro, ripartito in circa il 61 percento a carico di 93mila utenze domestiche. L’amministrazione comunale ha scelto di destinare cinque milioni di euro per ridurre la quota di 11,6 milioni a carico delle imprese applicando riduzioni per chi è stato maggiormente penalizzato dalla chiusura a causa del lockdown: fino al 70-80 percento per alcune categorie (tra cui alberghi, bar, ristoranti, cinema e discoteche.

Un comunicato stampa ufficiale diffuso da Piazza del Popolo il 2 dicembre, disponibile anche sul sito, elenca i metodi di pagamento. Riportiamo il passaggio testualmente: “Il Comune di Ravenna ha aderito al nuovo sistema di pagamento PagoPA, che si aggiunge alla possibilità di pagare con il modello F24». Stessa cosa si trova anche sul sito di Hera. Ma la lettera ricevuta dai cittadini non parla di F24.

E PagoPa? Chi era costui? Semplifichiamo: è il sistema informatico che consente i pagamenti verso la pubblica amministrazione (da cui l’acronimo Pa) anche via telefonino con app (in particolare l’app Io che in questi giorni è spesso citata per l’operazione cashback). Il circuito PagoPa – che fa riferimento a una società a partecipazione statale nata ai tempi del Governo Renzi – ha delle spese di commissione a carico del contribuente che variano a seconda di chi riscuote (si può andare alle poste o anche in banca).

Nel resto della provincia i Comuni sono andati in ordine sparso: Cervia e Faenza hanno addirittura scritto che PagoPa sostituisce il modello F24, mentre Lugo ha recapitato gli F24 precompilati come accadeva in passato. I cervesi hanno già vissuto la situazione di disagio per chi ha poca dimestichezza con i pagamenti elettronici.

Qualche cittadino ha preso la questione di punta e ha contattato Hera via mail chiedendo come pagare tramite F24, forte anche di un parere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) che ritiene scorretto la soluzione PagoPa come unica via per il contribuente. L’Agcm sottolinea anche, in tono critico, la cancellazione della domiciliazione bancaria come metodo di pagamento. La multiutility ha risposto al puntiglioso cittadino fornendo il dettaglio dei codici da inserire nel modello F24 da compilare a cura dell’utente. Una labirinto di numeri in cui è anche in agguato il rischio di una compilazione sbagliata.

Della questione si è interessato anche il consigliere comunale Alvaro Ancisi (Lpr). Il decano dell’opposizione rende noto che Hera tratterrà 741mila euro come compenso per il servizio di riscossione: «Lista per Ravenna è stata ed è contraria all’appalto a Hera ritenendo, in via di principio, che il Comune di Ravenna debba effettuare le riscossioni di tutte le proprie entrate tributarie, tariffarie o da contravvenzione con gli uffici finanziari di cui dispone, tra cui la propria società di diritto pubblico Ravenna Entrate». Secondo Ancisi non è giustificata la carenza d’informazione che omette completamente la possibilità di ricorrere all’F24 e presenta un’interrogazione al sindaco: «Intende doverosamente contestarlo all’azienda, invitandola a porvi rimedio tempestivamente?».

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