Gli hotel aperti anche in zona rossa: «Il turismo tornerà alla normalità nel 2023»

Nicola Musca (Mattei): «Fatturato dimezzato. Con la clientela “business” ora lavoro anche 80 ore a settimana…»

Grand Hotel Mattei«Ricordo ancora il senso di panico, nel febbraio del 2020, quando potevamo contare su 1.200-1.300 notti prenotate per il mese di marzo, con l’obiettivo di arrivare a 3mila, e iniziarono invece ad arrivare le disdette, facendole crollare a 7-800. In quel periodo, però, pensavamo che sarebbe durata poco…». E invece, un anno dopo, siamo ancora qui a parlarne al telefono con Nicola Musca, titolare del Grand Hotel Mattei, che con le sue 124 camere è l’albergo più grande di Ravenna.

«È stato un anno difficile – continua –, con il solo mese di agosto che può essere paragonabile con gli anni precedenti. Ma siamo rimasti ugualmente sempre aperti (al momento, per esempio, il Mattei può contare su una trentina di camere occupate dalla clientela business, così come lavora spesso con le società sportive, ndr). Praticamente mi sono trasferito a vivere qui, con settimane di 80 ore di lavoro e weekend interi in cui praticamente in hotel c’ero solo io e la donna delle pulizie».

Cassa integrazione, invece, per la trentina di dipendenti, mentre naturalmente sono stati azzerati quelli stagionali. «Nel 2020 abbiamo perso il 45 percento del fatturato a fronte di ristori talmente piccoli da poter essere considerati insignificanti. I veri aiuti sono stati quelli della cassa integrazione appunto, gli sconti sulla Tari del Comune e il credito d’imposta sugli affitti, senza il quale probabilmente sarei stato costretto a chiudere la mia attività». Musca però non se la sente di prendersela con il Governo. «Non sono uno scienziato e nemmeno un virologo, credo però che le misure prese per limitare il virus siano state corrette e inevitabili. L’unico appunto è forse sui vaccini: credo che nelle categorie prioritarie debbano rientrare tutti gli operatori di quelle attività che sono sempre rimaste aperte e che sono a contatto con le persone, come gli albergatori».

Difficile fare previsioni, ma Musca può sbilanciarsi partendo dalle richieste dei tour operator. «I tedeschi già a fine anno avevano iniziato a rinviare all’autunno o direttamente al 2022: era un segnale di quello che sarebbe poi accaduto. Gli italiani invece ci stanno provando, ma sostanzialmente per questo 2021 mi aspetto una stagione in linea con quella passata, nel 2022 una vera ripresa, ma solo nel 2023 mi aspetto un ritorno alla normalità dal punto di vista turistico. D’altronde siamo stati travolti da un ciclone di proporzioni inaudite».

Un’ultima domanda sul “bonus vacanze” introdotto dal Governo Conte: «Ha funzionato, noi l’abbiamo accettato senza limitazioni e mi sembra sia stato molto apprezzato dalla clientela. Spero che il nuovo Governo possa riproporlo. Anche se sono tutti piccoli interventi che non possono essere risolutivi: il nostro settore ripartirà soltanto quando verrà risolto il problema Covid, inutile negarlo, noi possiamo lavorare solo se le persone possono spostarsi liberamente».

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