giovedì
14 Agosto 2025

Sperimentazione treni a idrogeno: il ministero pensa anche alla linea Faenza-Firenze

La tratta sull’Appennino è servita da convogli a diesel. La Regione pronta a insediare un tavolo tecnico per verificare la fattibilità

C’è anche la linea ferroviaria Faentina, che collega Faenza e Firenze, tra la ristretta lista di quelle candidate dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile alla sperimentazione italiana dell’idrogeno per il trasporto su rotaia.

La linea, gestita dalla Regione Toscana mentre l’infrastruttura fa capo a Rete ferroviaria italiana (gruppo Fs), è attualmente non elettrificata e servita da treni diesel e quindi la sua conversione all’idrogeno rappresenterebbe un salto in avanti tecnologico di notevole portata.

Secondo quanto reso noto nel corso del dibattito in Commissione lavori pubblici del Senato, il progetto prevederebbe inoltre la realizzazione nell’area fiorentina di una stazione di stoccaggio dell’idrogeno necessario per far marciare i treni.

Si tratta di un progetto in fase di studio che rientra a pieno titolo nei programmi della Regione Emilia-Romagna, che sta premendo l’acceleratore in direzione della transizione ecologica e della mobilità sostenibile per migliorare la qualità dell’aria sul territorio regionale e dare un contributo agli obiettivi dell’Agenda 2030 Onu per lo sviluppo sostenibile.

«L’avvio della sperimentazione è un’ottima notizia – commenta l’assessore regionale alla Mobilità sostenibile e Trasporti, Andrea Corsini- anche perché, in linea con il Patto per il Lavoro e per il Clima, si inquadra perfettamente nella nostra strategia che punta a ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche fossili e a spostare quote crescenti di traffico dalla gomma al ferro. Assieme a Regione Toscana e Rfi presto insedieremo un tavolo tecnico per verificare la fattibilità e quindi dare una prospettiva concreta al progetto. Facendo affidamento sulle risorse messe a disposizione dal Pnrr per la modernizzazione dell’infrastrutture ferroviarie, aggiungo che è il momento giusto per passare all’idrogeno, in particolare dove l’elettrificazione delle linee non è conveniente, come nel caso della linea Faentina».

Sciopero generale il 16 dicembre, da Ravenna in partenza pullman e treni per Roma

La protesta di Cgil e Uil contro la legge di bilancio

Cgil Uil FgCgil e Uil hanno proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata di giovedì 16 dicembre, con manifestazione nazionale, dal titolo “Insieme per la giustizia”, in piazza del Popolo a Roma e con il contemporaneo svolgimento di analoghe e interconnesse iniziative interregionali a Palermo, Cagliari, Bari e Milano.

La protesta è contro una legge di bilancio che delude i sindacati «in particolare su fisco, pensioni, scuola, sanità, politiche industriali, contrasto alle delocalizzazioni, contrasto alla precarietà del lavoro, soprattutto dei giovani e delle donne, non autosufficienza».

Dalla provincia di Ravenna partiranno diversi pullman per raggiungere la capitale. La Cgil ha previsto svariati pullman e tre punti di ritrovo: alle 4 nel parcheggio del CinemaCity a Ravenna, alle 4 nel parcheggio in prossimità della rotonda dell’autostrada a Bagnacavallo e alle 4,15 nel piazzale della Iemca a Faenza. Per prenotazioni e informazioni è possibile telefonare allo 0544 244280 oppure scrivere un’email a info-ravenna@er.cgil.it.

La Uil ha previsto alcuni pullman che partiranno alle ore 4 davanti alla sede in via le Corbusier a Ravenna. Per prenotazioni e informazioni è possibile telefonare allo 0544 292257 oppure scrivere un’email a segreteria@uil-ravenna.it.

Sono inoltre stati organizzati, sia dalla Cgil che dalla Uil, trasferimenti in treno e con mezzi privati.

«Nella manovra economica – spiegano la segretaria generale della Cgil di Ravenna Marinella Melandri e il segretario generale della Uil di Ravenna Carlo Samala maggior parte delle risorse ancora una volta va a beneficio delle imprese e dei redditi più alti: al contrario bisogna aiutare chi in questi due anni di pandemia ha dato di più ed è rimasto indietro. È una questione di giustizia. Bisogna investire sulla sanità pubblica, la scuola e l’istruzione. Vanno fatte assunzioni stabili nella sanità e nel pubblico impiego. Giustizia significa anche dire basta alla precarietà: la ripresa economica di questi mesi si basa sull’80% di assunzioni con contratti precari. È inaccettabile, la forma ordinaria per assumere le persone deve essere fondata sulla formazione e sulla prospettiva della stabilizzazione. Con questo tipo di mercato del lavoro è inaccettabile pensare di tornare ad un sistema pensionistico che si regge sulla continuità lavorativa: bisogna introdurre una pensione di garanzia per i lavoratori discontinui e riconoscere il lavoro di cura. Poi serve flessibilità in uscita, che tenga conto di lavori gravosi e lavoro precoce. Grazie al contributo del sindacato, la legge di bilancio è stata migliorata, ma resta un impianto sbagliato per la condizione in cui trova il paese. L’intervento sul fisco riassume bene il senso della protesta: dopo un impegno a confrontarsi con le organizzazioni sindacali, che fra lavoratori dipendenti e pensionati rappresentano il 90% dei contribuenti IRPEF, il governo ha informato di una scelta già assunta che destina gran parte dei 7 miliardi messi a disposizione per abbassare il prelievo ai redditi più alti e non a lavoratori e pensionati con redditi bassi e medio bassi. Per aiutare chi ha più bisogno e chi ha più patito la crisi, era necessario intervenire sulle detrazioni da lavoro dipendente e pensioni ed agire per una seria lotta all’evasione. Anche gli ultimi tentativi del presidente del consiglio Mario Draghi di introdurre elementi di solidarietà, a favore di chi ha meno, sono stati bocciati da una parte della maggioranza. Cgil e Uil scioperano e manifestano per dire con chiarezza che al paese serve un’azione riformatrice basata sull’equità: economica, sociale e dei diritti. Dalla pandemia dobbiamo uscire con un nuovo modello di sviluppo, più inclusivo, che sappia ascoltare il disagio sociale. Al mondo del lavoro va riconosciuto il contributo fondamentale che ha portato in questi quasi due anni di pandemia».

«Linee diverse ma stessi orari e tragitti, i bus sono in colonna: che senso ha?»

La lettera di un lettore di R&D che da 25 anni usa il trasporto pubblico su gomma a Ravenna: una lunga carriera da passeggero e ora si è fatto un’idea sulla gestione aziendale tra personale non vaccinato, corse soppresse, copertura del territorio e mancati rimborsi

Gentile redazione,

ho letto con interesse il vostro approfondimento sul trasporto pubblico (R&D n. 929 del 4 novembre) e ho avuto modo di apprezzare il commento di Andrea Alberizia sulla situazione dei bus e degli autisti senza green pass. Premesso che mi pare incredibile che una fetta del personale di una delle categorie più esposte (che addirittura non vende più i biglietti a bordo) non si sia vaccinata, ritengo che Start stia gestendo in maniera tutto sommato dignitosa la situazione.

Lo dico da utente: da ormai 25 anni utilizzo il bus con regolarità, prima per andare a scuola e poi per lavoro. Lo faccio per scelta e perché me lo posso permettere perché abito in una zona ben servita e mi dirigo verso una zona altrettanto ben servita. La mia riflessione, rispetto a quanto da voi scritto, deriva proprio da una considerazione sulla copertura della città da parte delle line di trasporto pubblico.

Credo che Start abbia sinora ricevuto poche lamentele per due motivi: il primo è che il bus lo utilizzano con regolarità soprattutto gli studenti e quindi, una volta garantite quelle corse, buona parte del lavoro sia fatta. La seconda è che a Ravenna ci sono tantissime linee “doppie” con zone copertissime e altre abbastanza scoperte. La linea 8 e 80, ad esempio, dal Pala De André all’Ipercoop fanno lo stesso identico percorso con orari simili (a volte un bus è dietro l’altro) e si configura quindi un doppione. L’ospedale è un’altra zona, credo giustamente, molto coperta (vi passano quattro linee vicino). Tra i paesi, a Punta Marina Terme passano quattro autobus (il 70 e l’80) che fanno sì che sia la località più coperta del Comune. Insomma, togliendo qualcuna di queste corse ad orari strategici, in pochi si accorgono che mancano i bus a causa dell’assenza di autisti. Inoltre tutte le linee passano dal centro storico e da piazza Caduti, non esiste una “circolare” che faccia un percorso diverso servendo meglio le aree più periferiche e collegandole tra loro.

La riflessione che ne deriva a questo punto è se in generale non si possano ottimizzare le linee, togliendo qualche bus dalle zone più coperte e migliorando il servizio in quelle scoperte. Non c’è, ad esempio, una linea a cadenza regolare per il porto. Nelle campagne ravennati le corse sono sporadiche, i lidi nord sono molto meno coperti di quelli sud. Non è facile, in una città piccola con un territorio comunale grande, accontentare tutti ma di certo una riflessione sul modo in cui è coperto il territorio con il trasporto pubblico andrebbe fatta. Un paradosso? Non c’è una linea serale per il cinema ma la linea 1 tutto il giorno fino alle 20 ha il capolinea (dove arriva vuota) al Cinemacity. Non sarebbe più utile qualche corsa in corrispondenza dell’apertura del cinema?

Detto questo, lascio per ultima la lamentela: è abbastanza scandaloso che Start in questo periodo continui a far pagare a prezzo pieno gli abbonamenti anche se il servizio non è garantito al 100 per cento. In ultimo, vi faccio i complimenti per il lavoro che avete fatto sul tema, che meriterebbe in generale più attenzione.

 

Gentile lettore,

abbiamo dato spazio volentieri alla sua lettera perché l’utenza è sicuramente la voce più importante in questa vicenda. E ci fa piacere sentire che tutto sommato il lavoro di Start Romagna viene apprezzato. Del resto non sono mancate le iniziative con cui l’azienda ha cercato di stare al  passo con la pandemia. Però le segnalazioni di linee che si sovrappongono e le coperture orarie poco distribuite sono sicuramente interessanti per un servizio di trasporto. Ci farà altrettanto piacere se l’azienda Start vorrà dire la sua: daremo spazio per eventuali spiegazioni.

Elezioni Provincia: i sindaci di Bagnara e S. Agata né di destra né di sinistra

I primi cittadini Francone ed Emiliani rivendicano l’indipendenza dagli schieramenti di partito e l’autonomia delle liste civiche

Palazzo Provincia RavennaA proposito dell’articolo pubblicato recentemente su questo sito web dedicato alla ricandidatura di Michele De Pascale a presidente dell’Amministrazione provinciale di Ravenna, e degli schieramenti in campo, in appoggio o in alternativa a questa proposta, riceviamo e pubbliachiamo le seguenti precisazioni dei sindaci di Bagnara di Romagna e Sant’Agata sul Santerno

«In merito alla notizia “Michele de Pascale verso il bis” apparsa sul vostro quotidiano – scrive il sindaco di Bagnara di Romagna  Riccardo Farncone – , la lista civica “Vivi Bagnara” che rappresento e che è al governo del  Comune di Bagnara ormai dal 2009, prima con il Sindaco Galli e a seguire con la mia persona, precisa che come lista civica locale indipendente, si è proposta agli elettori non apparentata con nessuna forza di partito e sfugge, volontariamente, a precise collocazioni di centro-destra o centro-sinistra, per quanto si evidenzi che è risultata maggioritaria rispetto a coalizioni esplicitamente collocate nel centro-sinistra. La lista ha raccolto certamente molti voti di elettori che, a livello nazionale, si collocano nel centro-destra, ma anche tanti voti di centro e sinistra, come giusto per un progetto civico.
L’alterità rispetto a coalizioni maggioritarie in gran parte dei Comuni della Provincia, non significa tuttavia che non possa esserci una fattiva collaborazione e un costante confronto, volti al bene comune, in Enti di secondo livello, come sempre avvenuto  nell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, o nel caso specifico, nella Provincia di Ravenna dove abbiamo aderito al progetto di Insieme per la Provincia di Ravenna.
La presenza in Consiglio Provinciale, in questi ultimi anni, del Sindaco Francone come indipendente nella lista promossa dal Sindaco De Pascale, ha dimostrato la possibilità di un confronto aperto e collaborazione anche fra forze non allineate o alleate a livello comunale e pertanto crediamo sia possibile anche per i prossimi anni, aderire al medesimo progetto con una funzione in qualche modo di rappresentanza  di un mondo civico moderato non organico con forze partitiche».

Con riferimento al vostro articolo del 12 dicembre dal titolo “De Pascale verso il bis anche come presidente della provincia” – ci scrive il sindaco del comune di Sant’Agata sul Santerno, Enea Emiliani – e con particolare riferimento al seguente passaggio: “Il centrodestra è infatti in maggioranza solo nella piccola Brisighella, mentre tutti gli altri comuni sono governati dal centrosinistra”, sono a precisare quanto segue: la lista civica Insieme per S.Agata che esprime la maggioranza consiliare nel comune di Sant’Agata sul Santerno, è una lista indipendente. Non apparentata, né col centrosinistra, né col centrodestra».

La cometa Leonard sui nostri cieli, nello sguardo di Fabrizio Guerrini

Ecco alcuni scatti che fissano dall’orizzonte della spiaggia di Punta Marina il passaggio dell’astro vicino al nostro pianeta

Cometa LeonardRiceviamo e pubblichiamo questa testimonianza dell’astrofilo e fotografo ravennate che si firma Ph.(C) Fabrizio Guerrini. Un bell’auspico per il Natale che si avvicina, con una straordinaria stella cometa di passaggio…

«Levataccia all’alba per fotografare la Cometa C/2021 A1 Leonard dalla spiaggia di Punta Marina. La cometa è ripresa oggi, 12 dicembre 2021, sull’orizzonte locale. In pochi minuti è già evidente il suo veloce moto nello spazio. Peccato per la leggera foschia sul mare che ha penalizzato un pochino gli scatti, ma comunque ne è valsa la pena, nonostante l’ora e… brrrr…  il freddo, anche perché si tratta di una cometa non periodica e quindi una volta lasciato il nostro Sistema Solare, non tornerà mai più da queste parti.
Oggi era il giorno di miglior visibilità, sia come posizione nel cielo, sia come magnitudine, destinata a calare già nei prossimi giorni.
Buon viaggio cometa Leonard».

La provincia di Ravenna stabile a 200 contagi. I decessi rilevati sono quattro

Fra le vittime anche un uomo di 62 anni. Calano però le terapie intensive in ospedale attestate a 14 ricoveri

Coronavirus Test LaboratoriNel territorio ravennate oggi, domeinica 12 dicembre, si sono registrati 200 casi di infetti al al covid su un totale di  2.663 tamponi eseguiti. Si tratta di 85 pazienti di sesso maschile e 115 pazienti di sesso femminile; 62 asintomatici e 138 sintomatici; 200 in isolamento domiciliare con nessun ricovero. Nel dettaglio: 64 per contact tracing; 87 per sintomi; 49 per test privati.
Purtroppo sono stati rilevati anche 4 decessi: due pazienti di sesso maschile di 62 e di 88 anni e due pazienti di sesso femminile di 79 e 86 anni. D’altra parte si possono stimare in circa 98 le guarigioni.
I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio in provincia di Ravenna sono 39.708.

In Emilia-Romagna si sono registrati 1.973 casi di positività, in più rispetto a ieri, su un totale di 29.773 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 6,6%. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 39,4 anni.

La situazione dei contagi nelle province vede Modena con 373 nuovi casi, seguita da Bologna (308); poi Reggio Emilia (238) e Rimini (225). Quindi Ravenna (200), Ferrara (148) e Cesena (135). A seguire Forlì (110 casi), Parma (97) e Piacenza (75). Infine il Circondario Imolese con 64 nuovi casi.

Nel frattempo sono stati rilevati  anche 14 decessi: 5 in provincia di Bologna (3 uomini di 72,79 e 90 anni e 2 donne di 94 e 92 anni), 1 a Imola (una donna di 79 anni), 2 in provincia di Ferrara (entrambi uomini di 77 anni), uno in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 78 anni), uno a Parma (una donna di 75 anni), 4 in provincia di Ravenna.
In totale, dall’inizio dell’epidemia, i decessi in regione sono stati 13.907.

Sul territorio regionale i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 1 a Piacenza (+1 rispetto a ieri); 2 a Parma (invariato); 8 a Reggio Emilia (invariato); 7 a Modena (-1); 26 a Bologna (+1); 4 a Imola (-1); 9 a Ferrara (-1); 14 a Ravenna (-2); 4 a Forlì (invariato); 2 a Cesena (invariato); 8 a Rimini (invariato).

Per quanto riguarda le vaccinazioni, alle ore 15 di oggi risultano somministrate complessivamente 7.768.318 dosi; sul totale sono 3.576.480 le persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Le terze dosi sono 806.838. Il 91% dei cittadini vaccinabili ha ricevuto almeno la prima dose.

 

Opere inedite del ‘900, da Boccioni a De Pisis, ai Magazzini del Sale di Cervia

Fino al 26 dicembre circa 150 tra dipinti, sculture e disegni provenienti da tre collezioni italiane. Con incontri tutti i giorni

Filippo De Pisis Dipinto
Il dipinto “Città” di Filippo De Pisis

Si è inaugurata recentemente la mostra “Inedito Novecento. L’arte nella collezione Breganze da Mario Mirko Vucetich a Filippo De Pisis”, nella cornice dei Magazzini del Sale a Cervia, organizzata dall’associazione Italia Liberty, a cura di Andrea Speziali. La rassegna d’arte sarà visitabile fino a domenica 26 dicembre.

Sono esposte opere inedite del Novecento tra dipinti, sculture e disegni di artisti come Mirko Vucetich, Neri Pozza, Filippo De Pisis, Umberto Boccioni, Nino Corrado Corazza, Emil Hoppe, Arturo Noci, Leonardo Castellani, Arturo Martini, Antonio Zancanaro, Mario Albanese, Nino Bertocchi, Placido Barbieri, Giuseppe Sommaruga, Silvio Gambini, Nino Maccari.

Si tratta di una mostra antologica di circa 150 opere provenienti da tre collezioni: Fratelli Breganze di Vicenza, Roberto Parenti di Sogliano al Rubicone e Italia Liberty di Rimini.
Tra i capolavori esposti si segnalano cinque dipinti ad olio su tela di Filippo De Pisis con nature morte, e il progetto del grande crocifisso al Tempio Internato Ignoto di Padova realizzato da Mario Mirko Vucetich nel 1957.

Fino al 24 dicembre sono in programma incontri sui vari temi della mostra, tutti i giorni (tranne il 10 dicembre), nel tardo pomeriggio.

Un Osservatorio per scoprire le ombre di illegalità nelle crisi d’impresa

Soldi EuroAlleanza tra procura, giudici, commercialisti e avvocati. Il pm: «Aggredire i patrimoni illeciti è la cosa più importante»

Individuare tempestivamente una crisi d’impresa, conoscendo i primi segnali di allarme cui fare atten- zione, equivale a guadagnare tempo rispetto alla tagliola della prescrizione per eventuali condotte penalmente rilevanti dei vertici aziendali, ma anche a salvare una fetta di economia che altrimenti verrebbe trascinata nel gorgo di un fallimento, anche quando non ha profili penali. È questo il senso con cui il 26 novembre si è costituito in tribunale a Ravenna l’Osservatorio sulle procedure concorsuali. Al termine di un percorso durato quasi due anni, nasce un organo che ora mette attorno allo stesso tavolo i tanti soggetti che hanno voce nei momenti critici nella vita di un’azienda. Vale a dire in primis tribunale e procura, ma anche commercialisti e avvocati. Per fare in modo che le informazioni in possesso di una parte siano a disposizione di tutti. Perché siano sempre meno i casi in cui le sentenze di fallimento arrivano quando l’impresa da anni è ormai solo un morto che cammina e la soddisfazione per i creditori è nulla. A quel punto il crac diventa solo un costo per la collettività.

«Dobbiamo essere in grado di dare la giusta lettura a certi segnali. Se un’azienda ha un debito erariale o non paga le rate di un leasing voglio capire se è una situazione estemporanea che può accadere fisiologicamente o se fa parte di un disegno più strutturato». Il sostituto procuratore Lucrezia Ciriello, dal 2012 alla procura di Ravenna, è tra i sottoscrittori dell’Osservatorio in quanto tra i magistrati degli uffici in via Falcone assegnati alla criminalità economica.

Dalla collaborazione all’interno del quadro definito dall’Osservatorio, Ciriello auspica lo sviluppo di un rapporto più stretto fra i commissari delle procedure e la procura: «Non è solo il giudice delegato il loro riferimento. Oggi la procura ha interesse soprattutto al recupero dei capitali e quindi l’obiettivo è comune». Aggredire i patrimoni è sempre più quello che conta davvero. I dati dicono che i colletti bianchi sono una percentuale minima nella carceri e la durata dei processi di questo tipo rende frequenti le prescrizioni con il conseguente dissequestro di beni: «Per questo è importante utilizzare tutti i vincoli messi a disposizione dal legislatore».
In questo senso l’indagine Malavigna è stata un caso di scuola: tre i provvedimenti di natura diversa che gravano su un patrimonio di circa 50 milioni di euro riconducibile a Vincenzo Melandri, il re del vino di Russi.

Tra gli scopi dichiarati del nuovo organismo c’è la volontà di un reciproco scambio di informazioni: «Dai commercialisti potranno venire spunti per leggere i bilanci, dagli inquirenti possono venire indicazioni su come scovare gli aspetti penalmente rilevanti nei bilanci». Ogni crac significa anche risorse destinate allo Stato che invece vanno perse e quindi non più a disposizione per i servizi della collettività. Per spiegare meglio il concetto Ciriello mette sul tavolo una cifra: a livello nazionale le insinuazioni dell’Erario al passivo di tutte le procedure aperte arrivano a un totale di alcune decine di miliardi di euro. «Vuol dire che c’è una parte di imprenditoria che si finanzia non pagando le tasse. E questo è un danno per tutta la collettività».

I lettori più giovani preferiscono i manga, ispirati da Netflix e Youtube

Lo stato dell’arte del fumetto, fra manie, curiosità, tendenze del mercato, secondo i titolari dell’Eternauta di Ravenna e Momomanga di Lugo

Sampei Manga
Il personaggio di Sampei. protagonista di un celebre anime giapponese, ora anche un manga

Da cliente a titolare della fumetteria. È la storia di Monia Bacchi. A gennaio saranno tre anni da quando la 37enne ha preso la gestione dell’Eternauta in via Baccarini a Ravenna: «Dal 2006 era il mio negozio di fiducia. Quando ho saputo che il viaggio delle titolari Alice e Maria stava finendo per altre avventure, ho deciso di continuare io».
La passione è diventata lavoro e ha cambiato anche le abitudini di lettura: «Ho meno tempo ma ho ampliato molto i gusti. Prima di tutto perché si è ampliata l’offerta: quando avevo 15 anni non c’erano così tante alternative come ora. Consumavo quasi solo manga e ora ho aggiunto altro». Ad esempio tra le new entry nella propria dieta c’è anche Zerocalcare: «Il suo editore è Bao Publishing che fa diverse cose molto interessanti e così con il tempo ho letto i suoi libri». Lo pseudonimo di Michele Rech viaggia anche nelle chiacchiere dei clienti: «Li sento che ne parlano ma non ho visto un effetto tra le richieste. Non c’è stato una ricaduta negli acquisti».

Il recente trasloco – in un locale più grande poco distante – è la dimostrazione che le cose per l’attività stanno andando
bene, pur attraversando una pandemia: «Alle superiori ero l’unica che leggeva fumetti e leggere un manga ti costava almeno l’etichetta di nerd, se ti andava bene. Ora è esploso l’interesse. Il merito è di Netflix e molti Youtuber: sono i canali principali da cui i giovani prendono spunti per approcciarsi alle letture, forse perché il lock- down li ha costretti in casa più del solito. Entrano da me e già cercano qualcosa di preciso».
Per i clienti con qualche anno in più invece il mercato propone nuove edizioni di storie note: «Sta per uscire una nuova serie di Sampei. Io credo che potrà interessare soprattutto a un pubblico di miei coetanei che come me ricordano quando lo guardavano in tv».
Le vendite online sono una fetta in espansione. Soprattutto per qualche operazione speculativa. «Sta prendendo piede il fenomeno delle cosiddette “variant”: di alcuni numeri esce anche una versione in edizione limitata con copertina diversa. In negozio costano appena 2-3 euro in più della versione normale ma vanno esaurite subito e le trovi il giorno stesso su Ebay a 200 euro».
Il vero appassionato, quello che raccoglie gli albi, usa meno i click: «Vuole vedere il fumetto, vuole controllare le sue condizioni. E li capisco perché anche io quando sono cliente faccio la stessa cosa. Se vedo che ha un segno non lo compro». Bacchi ci racconta la deriva un po’ feticista della sua passione: «Quando leggo mi metto i guanti e non apro mai troppo gli albi per non rovinare la rilegatura. E ognuno lo conservo imbustato. Sono consapevole che è una specie di malattia – dice con un sorriso – ma mi consolo sapendo che qualcuno ha sintomi peggiori». Ad esempio quelli che comprano due copie di ogni uscita: «Una da leggere e una da conservare. Ammetto che a volte ci ho pensato…».

Momomanga Lugo
Celeste Naldoni e Claudio Lolli della fumetteria Momomanga di Lugo

«Sfoglio i cataloghi delle uscite in America che di solito arrivano in Italia un anno più tardi, così mi metto avanti con la conoscenza di quello che avremo a disposizione per poter dare consigli ai clienti: avere una fumetteria per noi significa questo».
Claudio Lolli è uno dei tre soci di Momomanga a Lugo: con Ilva Babini e Celeste Naldoni ha appena festeggiato il decennale del negozio. La filosofia dell’attività è consolidata: «La mancanza di interazione con i nostri clienti è una bestemmia. Non possiamo essere solo una proposta di merce perché altrimenti c’è l’online e infatti il web non è mai stata una concorrenza per noi».
Dal suo bancone in via Foro Boario, Lolli descrive il mercato attuale: «Negli ultimi due anni c’è stata una crescita dell’interesse, soprattutto verso i manga, lo si vede anche nella distribuzione degli spazi nelle librerie classiche».
Le ragioni, secondo l’opinione del negoziante, possono essere molteplici: «Prima di tutto la lettura piace agli adolescenti, non è vero che i giovani non leggono. Il lockdown con l’obbligo di stare in casa può aver portato qualcuno in più a cercare altre forme di passatempo. È più facile avvicinarsi al fumetto giapponese per una ragione semplice: la produzione è enorme, è numericamente molto più ampia del fumetto occidentale. E non dimentichiamo che le piattaforme streaming come Netflix hanno riempito i cataloghi di anime facendo nascere la curiosità di conoscere il prodotto da cui nascono».

La clientela è variegata. C’è il settantenne appassionato, c’è la madre in cerca di qualcosa da leggere insieme al figlio che non sa ancora leggere, ma il profilo del nuovo cliente è un adolescente: «Diciamo tra 10 e 17 anni che di solito arriva già con qualche idea raccolta da altre fonti. E noi cerchiamo sempre di dare un consiglio». La proposta non manca: «Difficile stimare quanti fumetti abbiamo a disposizione. Probabilmente circa cinquemila titoli, ma di ogni titolo esistono più edizioni quindi è solo un numero indicativo».
E gli albi da sfogliare non sono nemmeno l’unico prodotto in vendita. Nei cento metri quadri di esposizione c’è tutto un mondo di merchandising: «Abbiamo sempre avuto un’attenzione verso tutta la pop culture e quindi statue, miniature, gadget: si parte da prodotti da 25 euro e si arriva a una statua da ottomila euro».

 

 

Concordato CMC: rinviati di 5 cinque mesi i pagamenti dei creditori

Maxi passivo da 1,6 miliardi. Indagini sui bilanci che hanno portato all’accoglimento del piano di rientro

Lavori CmcIl concordato con riserva richiesto dalla Cmc a dicembre 2018, e approvato dal tribunale a maggio del 2020, è una procedura concorsuale di dimensioni enormi per il territorio ravennate. L’esposizione complessiva della Cooperativa Muratori Cementisti ammontava a 1,6 miliardi di euro.

Con una nota inviata alla stampa, l’azienda ha fatto sapere di avere inviato il 30 novembre ai commissari della procedura una relazione sull’andamento della società e sulle attività indirizzate all’esecuzione del concordato con la quale, tra l’altro, ha comunicato l’intenzione di posticipare ad aprile 2022 i pagamenti previsti per novembre. Si procederà secondo l’ordine dei privilegi con la previsione di «completarsi ragionevolmente entro la fine dell’anno».
La società è convinta che tale soluzione sia compatibile con l’andamento dell’attività gestionale, «nonché con il realizzo di alcune significative attività straordinarie al fine di garantire e meglio sostenere la continuità aziendale, nell’interesse del ceto creditorio e di salvaguardia dei livelli occupazionali».

Cmc assicura che proseguono le attività finalizzate all’esecuzione del concordato nonostante si siano registrati, rispetto al piano, scostamenti dovuti al mancato avveramento di alcune ipotesi che ne erano alla base: «L’asimmetria è dovuta alprolungamento della pandemia, che ha determinato il rallentamento di molti settori dell’economia, e all’andamento del mercato delle grandi opere, che disattende le aspettative a causa della lentezza nell’avvio del Pnrr».

Proseguono, quindi, le attività produttive che, dal secondo semestre 2021, hanno dato segnali di ripresa: «Importanti riscontri e riconoscimenti da parte dei maggiori clienti, primi fra tutti da Anas, con l’esecuzione dei lavori nei maxi-lotti in Sicilia, nonché da Fce per la metropolitana di Catania».
Dal punto di vista delle acquisizioni, poi, Cmc ha registrato alcuni segnali confortanti, tra i quali un’importante acquisizione in Argentina, del valore di 50 milioni di euro. In quella stessa area, peraltro, sono previsti a breve possibili sviluppi per lavori pari a 200 milioni di euro. Anche in Italia la cooperativa si dice ben posizionata rispetto ad alcune offerte presentate per le quali si attende l’aggiudicazione definitiva.

Le vicende del concordato Cmc sono approdate anche in un fascicolo di indagine in procura (pm Lucrezia Ciriello e Marilù Gattelli ndr). L’ipotesi investigativa è che i vertici della coop abbiano simulato crediti in tutto o in parte inesistenti per essere ammessi alla procedura concordataria e poi per influire sulla votazione dei creditori per l’approvazione del piano di ristrutturazione.
A marzo del 2021 la Guardia di Finanza ha perquisito gli uffici di via Trieste sequestrando materiale cartaceo e informatico di possibile interesse per le indagini.

L’offshore perde pezzi: Tozzi Sud spa e Tozzi srl dichiarano fallimento

I creditori delle aziende hanno tempo fino a febbraio per essere ammessi negli elenchi della procedura di risarcimento

TozziLe aziende Tozzi Sud spa e Tozzi srl, importanti realtà internazionali del settore oil&gas con sede a Mezzano, hanno dichiarato fallimento nei giorni scorsi dopo che a marzo era stata presentata la domanda di concordato in bianco.
I due commissari delegati avevano tentato di impostare un piano per l’uscita dalla crisi. Ora il tribunale li ha nominati curatori e la prossima primavera si terrà la prima udienza. Entro la fine di febbraio 2022 chi vanta un credito legittimo potrà presentare la propria richiesta per insediarsi nella procedura fallimentare.

Le due aziende, con una storia che inizia 70 anni fa, in totale occupavano circa 150 persone, un numero a cui si è arrivati dopo pesanti tagli di organico avvenuti nell’ultimo triennio. A dicembre 2018 vennero dichiarati 94 esuberi in Tozzi Sud e dieci in Tozzi Srl, evitati con l’apertura di una cassa integrazione straordinaria.
In seguito ad un serrata trattativa e all’apertura di un tavolo di crisi di fronte all’assessorato alle attività produttive di Ravenna e al coinvolgimento della Regione Emilia-Romagna, si è giunti ad una soluzione che vede il ritiro dei licenziamenti alla Tozzi Srl e alla riduzione significativa dei licenziamenti alla Tozzi Sud da 73 dipendenti a 25. L’accordo raggiunto prevedeva anche un incentivo per i dipendenti licenziati a patto che aderiscano al programma formativo mirato al ricollocamento messo a disposizione dal centro per l’impiego.

«Nel canile e gattile di Ravenna ho notato efficienza e sensibilità»

Parla Igor Gallonetto nuovo assessore municipale ai Diritti degli Animali: «Dobbiamo incentivare le adozioni e stimolare la “formazione” dei proprietari»

Cane CanileQual è il livello di tutela e benessere degli animali a Ravenna? Quali servizi sono attivi? Quali progetti saranno presto portati avanti? A questi e ad altri interrogativi risponde Igor Gallonetto, il nuovo assessore comunale con delega ai Diritti degli animali, il primo amministratore appartenente al Movimento 5 Stelle in città, che tratteggia una materia sempre soggetta a controlli e ad aggiornamenti, in cui ci sono curve di criticità a volte alternate a situazione di ordinaria amministrazione.

Gallonetto, il Comune di Ravenna ha due convenzioni, una prima con il canile municipale, una seconda con il gattile. Per quanto riguarda il canile, cosa può dire?
«Il canile è gestito in appalto dalla cooperativa “La Pieve” che fa un grande lavoro per tutti i cani ricoverati che sono nella maggior parte dei casi abbandonati o randagi. Mi è capitato di visitarlo proprio all’inizio del mandato e sono rimasto colpito, oltre che dall’organizzazione efficiente, dalla grande sensibilità e attenzione umana che non sempre è scontata».

Da tempo si parla di necessità di allargamento del canile: è una soluzione possibile?
«L’area circostante non consente, purtroppo, molti margini di manovra. Ma ci sarà presto un ampliamento dei box per cani morsicatori che presentano criticità e non possono essere dati in adozione, sia per la loro sicurezza che per quella di chi adotta».

Igor Gallonetto
L’assessore comunale ai Dirirtti degli Animali Igor Gallonetto

Un problema di non facile soluzione…
«Sì è cosi. Spesso l’aggressività viene scatenata da un trauma o da una cattiva educazione da parte dei precedenti proprietari. Per questo, hanno bisogno di percorsi di rieducazione e di attenzioni particolari, visto che per esempio devono sgambare da soli per non mettere in pericolo i cani di più piccola taglia».

Quando è importante l’adozione dei cani adatti a vivere in famiglia e a contatto con i bambini?
«Dovrebbe diventare una buona pratica, una consuetudine, un’alternativa all’acquisto, per questo le visite al canile vanno incentivate, per prendere confidenza con i tanti cani adottabili che aspettano solo di essere accolti e amati».

Al canile c’è anche un’area curata dai volontari dell’Enpa. Di cosa si occupano?
«Principalmente dell’educazione e adozione dei cani, favo- rendo una lenta e proficua conoscenza reciproca con i futuri proprietari che devono essere consapevoli degli impegni e delle responsabilità che li aspettano. Occorre sempre fare una riflessione, infatti, prima di allargare per così dire la famiglia, ne va della cura e del benessere del cane stesso».

Sarà ripetuto anche l’anno prossimo il corso formativo patrocinato dal Comune per conoscere meglio il cane, il proprio o quello che si sta per accogliere?
«Sì, siamo già arrivati alla settima edizione. I partecipanti, sempre numerosi, sono seguiti durante le lezioni a carattere teorico-pratico, da un addestratore, da un veterinario professionista, da un incaricato Ausl e dalla dottoressa Roberta Benigno dell’ufficio Diritti degli Animali del Comune di Ravenna».

Novità in materia di aree di sgambamento?
«Il nostro comune, che è il secondo più vasto d’Italia dopo Roma, ne ha attualmente 47. Presto sarà fatto un monitoraggio per cercare anzitutto di aprire nuove aree in frazioni che ancora non ne hanno, per una più equa distribuzione. Poi, se sarà possibile, valuteremo se ampliarne alcune fra quelle già esistenti».

Gattile MiciniIl lungo periodo di pandemia da Covid-19, quali conseguenze ha avuto?
«Ha messo ancora più l’accento sull’importanza del rapporto con gli animali di affezione. Sul fronte legislativo, ci sono due buone notizie che consentiranno di fare un bel passo avanti. Anzitutto l’approvazione in Senato, lo scorso ottobre, del disegno di legge di riforma costituzionale che va nella direzione della tutela dell’ambiente e degli animali all’interno della carta costituzionale. Segnalo poi che la Regione Emilia- Romagna sta valutando un progetto a tutela del benessere animale e a prevenzione del randagismo, con l’istituzione di un garante e di un comitato regionale di tutela degli animali. L’attenzione del legislatore nazionale e regionale è una bella cosa».

Com’è invece la situazione al gattile di Ravenna?
«Il Comune ha firmato una convenzione con il gattile e con altre associazione di volontariato che sono preziose nella ge- stione delle colonie feline: Ravenna Gatto, Clama, Adotta Gatti, Amici degli Animali ed Enpa. Stanno svolgendo tutte un buon lavoro, soprattutto considerando quanto il gatto richieda un approccio diverso proprio per la sua naturale propensione a una maggiore autonomia. Tra di loro c’è una sinergia positiva che consente di tenere sotto controllo le colonie feline dal punto di vista riproduttivo, pur conservandone la cura e l’indipendenza».

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