giovedì
07 Agosto 2025

Racconti tra fantascienza, noir e horror, per un originale omaggio a Dante

L’antologia curata da Nevio Galeati appena pubblicata dall’editore Clown Bianco.

21 11 02 Le Altrui ScaleÈ un mix di voci, stili, scritture e biografie l’antologia appena andata in stampa per l’editore ravennate Clown Bianco curata dallo scrittore e giornalista ravennate Nevio Galeati e dedicata a Dante.

Ultima pubblicazione in ordine di apparizione tra quelle dedicate al Poeta in questo Settecentenario, l’antologia spicca per originalità dell’operazione editoriale e dei testi che contiene in una nuova declinazione del “Dante Pop” a cui queste celebrazioni ci hanno più che mai abituati. Innanzitutto, è bene precisare che pur essendo curatore ed editore ravennati, la rosa degli autori esce dal confine della provincia e addirittura dell’Italia.

Spicca infatti la presenza di un racconto dell’americano Kim Paffenroth che mette al centro delle sue pagine una figura di Gemma e un’angolazione sul Poeta davvero inedita. Accanto a lui c’è poi il nome di Annamaria Fassio, eccezionale giallista ben nota ai lettori della storica collana “Il Giallo Mondadori”, e quello di Giulio Leoni, già autore di una serie di romanzi di grande successo che vedevano protagonista proprio il sommo poeta, ben prima che l’uso di Dante come protagonista diventasse una sorta di sottogenere letterario. Autori del genere giallo, accanto ad autori di fantascienza come Alberto Costantini e Maico Morellini, entrambi autori della collana “Urania”, e anche voci vicino all’horror, come quella di Nicola Lombardi.

Da Ravenna arrivano due firme, quella dello stesso Nevio Galeati, autore di racconti di genere (la sua ultima raccolta è uscita proprio per Clown Bianco) nonché organizzatore del festival “GialloLuna Neronotte” (dove il libro è stato presentato recentemente) e anche quella di Paolo Casadio, pluripremiato narratore di due romanzi di grande successo per Piemme come La quarta estate e Il bambino del treno, penna raffinata e acuta che torna ai tempi della seconda guerra mondiale e dalla Valtellina arriva alla “Zucarira” strappandoci più di un sorriso.

Angolazioni, prospettive, luci diverse per far riverberare ancora una volta quella imperitura del Sommo Poeta.

In un video gli scontri fra tifosi fuori dallo stadio prima di Ravenna-Prato

Scene di guerriglia in via Cassino, sotto la curva di casa: volano bastoni e arredamenti saccheggiati dall’edicola vicina

Schermata 2021 11 08 Alle 15.25.39Un video girato con il cellulare da un balcone di una delle palazzine di via Cassino a Ravenna mostra alcune fasi degli scontri tra tifosi del Ravenna e del Prato sotto la curva di casa prima della partite di serie D in programma ieri, 7 novembre. Le immagini mostrano la violenza tra opposti ultras con l’uso di bastoni e altri oggetti tra cui arredamenti saccheggiati dalla vicina edicola. I protagonisti degli episodi si sono dispersi all’arrivo della prima pattuglia delle forze dell’ordine.

Secondo quanto emerso finora sembrerebbe che all’origine di tutto ci sarebbe l’arrivo – senza motivo e abitualmente evitato dalla gestione delle forze dell’ordine – di un pullman di tifosi toscani nell’area dove notoriamente si ritrovano i supporter giallorossi.

 

Otre 100 partecipanti alla prima escursione Ciclostorica di Ravenna

Successo inatteso per la corsa amatoriale con bici e vestiario d’epoca organizzata dalla Fiab

Ciclostorica 3Nonostante le condizioni di tempo incerte e una temperatura non certo invitante, dopo l’emozione dell’Inno Nazionale suonato dai giovani allievi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Verdi” di Ravenna, più di 100 ciclostorici sono partiti domenica scorsa da Piazza del Popolo di Ravenna per percorrere i 60 km del percorso che ha toccato i punti più belli e significativi del tratto che congiunge Ravenna a Cervia. Alla partenza anche la rappresentanza della pubblica amministrazione, con il taglio del nastro dato dall’assessore per la transizione ecologica Gianandrea Baroncini.

I partecipanti alla manifestazione che si sono ritrovati a Ravenna sono stati tanti, provenienti sia dalle zone più vicine della Romagna, sia dall’Umbria e dalla Toscana, terra che è la patria di queste manifestazioni e ne ospita la più importante, l’Eroica. Questa grande partecipazione dà la misura di come sia forte anche da noi l’interesse per questo tipo di ciclismo, che assapora le tradizioni e ricorda i grandi campioni del passato, ma sa anche apprezzare il territorio vivendolo con lentezza e soffermandosi sulle bellezze naturalistiche, culturali, gastronomiche, perché una ciclostorica non è una gara, ma un modo di vivere il territorio rispettando l’ambiente.

«Nell’Anticrimine dei carabinieri nel 1987 c’era un brigadiere detto “Ciccio”»

Udienza 10 / In aula il generale Giorgio Tesser, comandante della sezione di Bologna che seguì il caso del rapimento e uccisione di un 21enne ad Alfonsine. Le domande del pm su un nota investigativa con alcuni punti oscuri

12
Al centro, con la mascherina nera, Angelo Del Dotto. Alla sua destra l’avvocato Luca Silenzi

«Nella sezione anticrimine dei carabinieri di Bologna nel 1987 c’era un brigadiere che aveva nome di battaglia “Ciccio”, era il brigadiere Di Santo, forse di nome Vittorio, che avrà avuto 23-24 anni». Le parole del maggiore Giorgio Tesser, comandante di quel reparto 34 anni fa, aggiungono un nuovo profilo nella ricerca del fantomatico agente sotto copertura che comparve sulle indagini dell’omicidio di Pier Paolo Minguzzi ad Alfonsine. L’ufficiale dell’Arma è stato sentito in tribunale a Ravenna stamani, 8 novembre, nel processo per il cold case che vede imputati tre uomini (due ex carabinieri della stazione locale e un loro amico idraulico che hanno già scontato una sentenza per un altro omicidio commesso nella stessa località tre mesi dopo quello di cui ora sono accusati).

Nelle udienze passate era stata la fidanzata della vittima all’epoca dei fatti a parlare del brigadiere Ciccio: un misterioso militare che le fornì un registratore per tenere copia delle telefonate ricevute da un sedicente Alex che affermava di avere contatti con Minguzzi dopo il rapimento. La corte d’assise ha già convocato un possibile “Ciccio”: il 73enne Francesco Rossi, ex agente del Sisde, ha smentito di essersi occupato del caso.

«Il brigadiere Di Santo ha collaborato con me che ero stato chiamato a dare una mano ai colleghi di Ravenna – ha spiegato Tesser –. Me lo chiese il colonnello Pietro Lieto che al tempo comandava l’Arma in Regione ma ora è deceduto. Mi chiamò al mattino del rapimento e mi chiese di andare per occuparmi dell’identificazione del telefonista». Va ricordato che la fidanzata di Minguzzi, per descrivere Ciccio, parlò di un uomo sulla 40ina.

11
I giudici togati della corte d’assise per l’omicidio Minguzzi

Ma la testimonianza di Tesser è stata incentrata soprattutto su una nota investigativa a sua firma datata 18 aprile 1988, cioè esattamente un anno dopo le vicende del sequestro e del ritrovamento del cadavere di Minguzzi, figlio di una facoltosa famiglia di imprenditori e carabiniere di leva a Mesola.

La pubblica accusa (pm Marilù Gattelli) ha insistito a lungo nel tentativo di far emergere quelle che, a suo giudizio, sarebbero incongruenze nella relazione. Le conclusioni tratte dall’Anticrimine di Bologna che vanno a favore della linea difensiva di estraneità ai fatti, sarebbero viziate da premesse a volte inesistenti.

Particolarmente controverso il passaggio sulla comparazione delle voci. L’informativa esclude che uno dei tre arrestati per la tentata estorsione a Contarini e l’omicidio di Vetrano sia il telefonista delle chiamate minatorie alla famiglia Minguzzi. L’atto firmato da Tesser dice che non sono le stesse persone “a seguito di perizie foniche”. Ma nel fascicolo non compaiono perizie foniche che abbiano messo a confronto le telefonate dell’estorsione Contarini con le telefonate di Minguzzi. Interrogato sulla questione, Tesser ha detto di non ricordare i dettagli di quel periodo dopo un tempo così lungo. Anche su molti altri aspetti del suo lavoro svolto sul caso sono emersi frequenti “non ricordo” connessi alla distanza di tempo.

I film in concorso premiati alla XIX edizione del Ravenna Nightmare Film Fest

Sipario sulla rassegna internazionale 2021 con i riconoscimenti di giuria e pubblico per lungometraggi e corti

Con la tradizionale consegna degli ambiti premi in palio: l’Anello dOro al Miglior Film Lungometraggio e l’Anello dArgento al Miglior Film Cortometraggio si è conclusa il 6 novembre – dopo una settiman di incontri e proiezioni al palacongressi di Laro Firenze – la XIX edizione del Ravenna Nighmare Film Fest dedicato al “lato oscuro del cinema”.

Entrambi creati dal Maestro Orafo ravennate Marco Gerbella rappresentano il riconoscimento della classifica stilata in base ai voti del pubblico si chiude quest’edizione della rassegna. Quest’anno il pubblico votante in sala e sulla piattaforma di streaming MYmovies.it ha decretato decreta che l’Anello d’Oro al Miglior Film Lungometraggio va a The Alternate di Alrik Bursell, mentre l’Anello d’Argento ed un premio in denaro di 1.000 euro al Miglior Film Cortometraggio sono stati conferiti a Night Games di Henny Amanm.

Post Mortem Nightmare Film Fest
“Post Mortem”, premiato dalla Critica

In più per la sezione Lungometraggio, viene anche consegnato il Premio della Critica alla Miglior Regia di Lungometraggio. Il Festival annoverava quest’anno fra i Giurati: Emanuela Martini, autrice e curatrice di saggi, direttrice del Torino Film Festival; Chiara Barzini, scrittrice e sceneggiatrice; Viola Prestieri, produttrice cinematografica; Beatrice Fiorentino, giornalista e critica cinematografica, delegata generale della Settimana Internazionale della Critica di Venezia; Andrea Chimento, docente per l’Università Cattolica di Milano e giornalista; Donato Sansone, autore di cortometraggi animati; Steve Della Casa, critico cinematografico e direttore artistico di Roma Fiction Fest e del BA Film Fest di Busto Arsizio.

Il Premio della Critica alla Miglior Regia del Concorso Internazionale Lungometraggi è stato consegnato a: Post Mortem di Pèter Bergendy.

«Faccio il tampone per non pesare sui colleghi. Per Start siamo solo dei numeri»

Parla uno degli autisti  non vaccinati del Ravennate, appena sceso da un bus di 18 anni: «È umiliante»

Bus StazioneC’è chi se lo può permettere e ne approfitta per restare tutto il giorno sul divano. Chi ha fatto le valigie ed è andato a pescare in montagna (ci dicono proprio così). Ma anche chi, pur senza famiglia a carico e pur potendoselo probabilmente permettere, preferisce continuare a lavorare per non mettere in difficoltà i colleghi.

«So che più siamo e meno sacrifici siamo costretti a fare tutti, quindi per rispetto verso i colleghi, faccio il tampone e vado a lavorare», ci dice uno dei diversi autisti di bus non vaccinati (uno su dieci nel Ravennate è senza green pass) tra i dipendenti di Start Romagna.

Che, però, all’azienda non le manda a dire. «A loro non interessa se gli autobus girano oppure no, se restano a piedi delle persone. Io, sinceramente, non sto guardando più la capienza dell’80 percento: se ci sono ragazzi dopo la scuola in strada che aspettano, li faccio salire».

Alberto (nome di fantasia) si lamenta per come sono cambiate le cose da quando è nata Start Romagna (dalla fusione delle aziende di trasporto pubblico delle tre province romagnole, tra cui Atm Ravenna), ormai quasi nove anni fa. «In Atm si respirava un clima diverso, si lavorava in armonia, quando c’era un problema si cercava di risolverlo tutti insieme. Da quando c’è Start, invece, noi autisti siamo diventati solo dei numeri, da gestire, come nel caso del green pass. Quando c’è una lamentela degli utenti, sta a noi dimostrare che siamo nel giusto, pena un procedimento disciplinare. L’azienda è sempre ostile nei nostri confronti, ci sono contestazioni per ogni minima cosa. E in questo modo si è creato un brutto clima anche tra colleghi».

Alberto ci porta poi a bordo del bus da cui è appena sceso. A marzo compirà 18 anni, con oltre 700mila km percorsi (complessivamente 42 mezzi su 97 circolanti in provincia hanno più di 15 anni, secondo i dati che ci ha fornito Start). «È capitato di perdere una ruota mentre siamo alla guida, capisci? È umiliante. Trovassi un altro lavoro, me ne andrei, anche se faccio l’autista da più di vent’anni. I ragazzi che vengono a provare dopo un mese scappano, ci guardano e ci chiedono come possiamo fare questo lavoro. Un giovane deve investire migliaia di euro per le patenti, deve essere sempre sobrio, in ottima salute, e viene sbattuto in mezzo alla strada, con una responsabilità enorme, per prendere poco più di mille euro al mese, oltretutto quasi obbligato, nei primi tempi, a fare sempre straordinari. Ma chi glielo fa fare?».

Auto fuori strada, due bambini al Bufalini di Cesena

Ferito anche un 16enne. È successo domenica sera lungo la strada che collega Faenza a Brisighella

AmbulanzaPaura nel Faentino, poco dopo le 18 di ieri, domenica 7 novembre.

Un’auto è infatti finita fuori strada lungo via Firenze, in direzione Faenza, all’altezza di Errano. Ad avere la peggio un bambino di 6 anni, portato al Bufalini con il codice di massima gravità. All’ospedale di Cesena è finito anche un altro bambino di 6 anni che si trovava in auto, ma con ferite giudicate di media gravità. Come quelle del 16enne che era a bordo con loro, medicato all’ospedale di Faenza. Illeso l’adulto che guidava l’auto.

Sul posto carabinieri e vigili del fuoco.

Anche il parroco di Pisignano alla marcia dei “no green pass”

Don Lorenzo Lasagni: «Ho invitato la gente a impegnarsi per la verità e la libertà»

Ha preso la parola anche don Lorenzo Lasagni, parroco di Santo Stefano Protomartire in Pisignano (Cervia) all’arrivo della marcia dei “no Green pass” alla rocca Maggiore di Assisi.

Il quale al termine ha spiegato all’Ansa che la sua è «una testimonianza umana e di fede».

«Ho invitato la gente – ha detto don Lorenzo – a riscoprire la propria umanità profonda e a impegnarsi nella vita per la verità e la libertà. Scendere in piazza significa metterci la faccia e anche il cuore, è una presenza che interroga gli altri».

Riguardo alle vaccinazioni, il sacerdote ha detto: «Io mi limito al no Green pass. Per quanto riguarda le vaccinazioni penso che ogni persona debba consapevolmente confrontarsi con il proprio medico di famiglia e poi fare una scelta consapevole».

«Il problema – ha detto ancora don Lorenzo – va ben oltre l’aspetto medico e scientifico ma rientra nell’ambito di un livello europeo e mondiale di controllo del potere economico e politico. Quindi è una questione di movimento di soldi che genera potere ai danni soprattutto del popolo. Questo si vede nel mondo del lavoro e dei Paesi più poveri». (ANSA.it)

Un “piatto sospeso” per gli ospiti del dormitorio con i ristoratori di Ravenna Food

Il progetto per il contrasto alla povertà alimentare al Re di Girgenti

I ristoratori e i produttori di RavennaFood capitanati da Matteo Salbaroli (Cucina del Condominio) e da Paolo Belletti del Villaggio del Fanciullo, con Andrea Rondinelli dell’Osteria Zabariona e Alberto Pelloni dell’omonima azienda avicunicola di Glorie, hanno trascorso la domenica offrendo un pranzo agli ospiti del dormitorio Il Re di Girgenti di via Mangagnina, a Ravenna, ospiti della padrona di casa Carla Soprani.

I cuochi hanno servito zuppa di fagioli, strichetti alle verdure, pollo del “buon Pelloni” con spuma di cavolo e patate,
uovo morbido con spuma di parmigiano e funghi.

L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto del “piatto sospeso” a cura di Ecologia di Comunità, per il contrasto alla povertà alimentare.

Il dormitorio Re di Girgenti dal 2003 offre aiuto a persone in difficoltà e procura anche cibo a chi non lo ha. Per l’occasione è stato apparecchiato un tavolo con coloro che durante l’anno ricevono i piatti e i prodotti frutto della catena di solidarietà dei ravennati.

Covid, 77 contagi in un giorno in provincia. Morto un 85enne

 

Sono 77 (su quasi 1.500 tamponi) i nuovi casi di positività al coronavirus registrati in un giorno in provincia di Ravenna (senza nuovi ricoveri), dove si registra anche un nuovo decesso, quello di un uomo di 85 anni. Salgono a 2 i pazienti ricoverati in terapia intensiva.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 7 NOVEMBRE

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati  435.301 casi di positività, 565 in più rispetto a ieri, su un totale di 20.866 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dello 2,7%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 283 in più rispetto a ieri e raggiungono quota  413.222. I casi attivi, cioè i malati effettivi, oggi sono 8.458 (+279). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 8.093 (+268), quasi il  95,7% del totale dei casi attivi.

Purtroppo si registrano tre decessi: due in provincia di Bologna (due uomini di  74 e 86 anni),uno in provincia di Ravenna (un uomo di 85 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia, i decessi in regione sono stati 13.621.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 36 (dato invariato rispetto a ieri), 329 quelli negli altri reparti Covid (+11).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 5 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 6 a Parma (invariato); 4 a Reggio Emilia (invariato); 2 a Modena (invariato); 9 a Bologna (-1); 3 a Imola (invariato); 1 a Ferrara (invariato); 2 a Ravenna (+1); 3 a Forlì (invariato); 1 a Rimini (invariato). Nessun ricovero a Cesena (stesso dato di ieri).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 26.748 a Piacenza (+18 rispetto a ieri, di cui 12 sintomatici),  33.238  a Parma (+37, di cui 26 sintomatici),  51.895  a Reggio Emilia (+36, di cui 30 sintomatici),  73.203  a Modena (+77, di cui 46  sintomatici), 91.274 a Bologna (+119, di cui 51 sintomatici),  13.981  casi a Imola (+24, di cui 15 sintomatici),  26.152  a Ferrara (+38, di cui 14 sintomatici),  35.172 a Ravenna (+77, di cui 41 sintomatici),  19.344 a Forlì (+ 42, di cui 32 sintomatici), 22.125 a Cesena (+55, di cui 43 sintomatici) e 42.169 a Rimini (+42, di cui 31 sintomatici).

Scontri tra tifosi del Ravenna e del Prato fuori dallo stadio Benelli

Intervengono le forze dell’ordine

Forze Ordine StadioScontri tra tifosi fuori dallo stadio di Ravenna, poco dopo le 13 di oggi, domenica 7 novembre.

A fronteggiarsi vicino al Benelli gli ultras di casa e quelli del Prato, poco prima della partita valida per la decima giornata del girone D del campionato di calcio di serie D, con Ravenna e toscani appaiati al quarto posto in classifica.

Sul posto le forze dell’ordine hanno riportato la situazione alla normalità.

Anche il maestro Pizzi sul palco per raccogliere l’ovazione dell’Alighieri

Il decano dei costumisti, scenografi e registi teatrali italiani, a 91 anni, a Ravenna con il suo Orfeo

Orfeo Ravenna
Il saluto finale del cast al teatro Alighierei, in una foto postata sui social dal giornalista Luca Baccolini

Nel parlare dell’Orfeo, l’opera di Claudio Monteverdi presentata il 6 novembre dal Teatro Alighieri di Ravenna, non si può non partire dall’ammirazione nei confronti di Pier Luigi Pizzi, il decano dei costumisti, scenografi e registi teatrali italiani, e non solo, che a 91 anni (è nato a Milano il 15 giugno del 1930) si è presentato alla ribalta per i saluti finali con l’entusiasmo e la freschezza di un ventenne.

Dimostrando che la polvere dei palcoscenici che ha respirato per una vita intera nei teatri di mezzo mondo, non solo non lo ha logorato, ma è stata per lui quell’elisir d’amore e di giovinezza di donizettiana memoria.

Il maestro è stato accolto da una lunga ovazione assieme al resto del cast, a partire dall’artefice musicale, Ottavio Dantone che dal clavicembalo ha diretto l’Accademia Bizantina, il complesso barocco nato proprio a Ravenna quasi quarant’anni fa.

Uno spettacolo dalla genesi travagliata pensato per gli spazi all’aperto del Festival dei Due Mondi di Spoleto e che l’emergenza sanitaria dovuta al Covid ha portato a Ravenna, costituendo una sorta di coda alle celebrazioni dantesche, poiché il libretto di Alessandro Striggio ha chiari riferimenti al Sommo Poeta.

Nel traslocare, l’allestimento si è trasformato in una sorta di rappresentazione in forma semiscenica dove orchestra e Coro sono sistemati in palcoscenico e con gli interpreti che cantano davanti e su una sorta di quadrilatero che delimita gli inferi dove Orfeo va in cerca dell’amata Euridice. Attenzione concentrata quindi quasi esclusivamente sulle voci, spesso vicinissime agli spettatori, e sulla musica senza gli ormai tanto abusati video.

La novità di questa nuova proposta di Orfeo è stata l’aver scelto un finale aperto in cui il protagonista esce di scena senza né essere sbranato dalle Baccanti, né salvato da Apollo: «È più giusto, attuale e comprensibile – ha spiegato Pizzi – vedere il cantore degli dei chiuso nella propria solitudine, nei propri dubbi e tormenti. È una soluzione che il pubblico di oggi può condividere». (ANSA.it)

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi