martedì
08 Luglio 2025

Un murale alla stazione di Classe per ricordare le vittime della strage di Bologna

Si tratta di un’opera di Dissenso Cognitivo, che ha rielaborato 79 immagini originali attraverso l’intelligenza artificiale

Murale ClasseUn murale, dipinto alla stazione di Classe per ricordare le vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980. L’opera è stata realizzata dall’artista Dissenso Cognitivo e sarà inaugurata giovedì mattina alla presenza del sindaco di Ravenna, Michele de Pascale e della presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Emma Petitti.

Con loro rappresentanti dell’associazione Serendippo, dell’associazione familiari delle vittime, di Rete Ferroviaria Italiana insieme alle famiglie di Antonella Ceci e Luca Marino, le due vittime ravennati della strage – 19 anni lei, 24 lui – cui è dedicata l’opera.

Per realizzarla l’autore ha rielaborato 79 immagini originali attraverso l’intelligenza artificiale. «Ho deciso di affidare la costruzione del bozzetto all’intelligenza artificiale – spiega Dissenso Cognitivo – perché ho pensato che a distanza di anni non abbiamo ancora ottenuto la ‘distanza emotiva’ necessaria a capire un evento del genere. Questa distanza l’avremmo ottenuta se ci fosse stata una chiarezza giuridica e politica sulla strage, mentre rimane solo dolore e rabbia».

L’iniziativa nasce per commemorare il 40esimo anniversario dell’attentato da un’idea dell’associazione Serendippo in collaborazione con Associazione familiari vittime della strage del 2 agosto 1980, Assemblea legislativa regionale, Comune di Ravenna, Rete Ferroviaria Italiana, Fondazione Rusconi e Tper.

La realizzazione dell’opera di Ravenna segue quella di altri cinque murales a Bologna, Parma, Reggio Emilia, Rimini e Modena. (ANSA.it)

Alberto Cassani presenta il suo nuovo romanzo all’Hana-Bi di Marina di Ravenna

Incontro giovedi 10 giugno, alle 21. Partecipano Elisabetta Sgarbi e Diego Marani, conduce Federica Angelini

Alberto Cassani Nuovo Libro
Alberto Cassani

Serata letteraria al bagno Hana-Bi di Marina di Ravenna. Protagonista sarà l’ex assessore alla Cultura del Comune di Ravenna, Alberto Cassani, che presenterà il suo ultimo libro, Una giostra di duci e paladini.
L’appuntamento – realizzato in collaborazione con Scrittura Festival – è in programma giovedì 10 giugno dalle 21, a ingresso gratuito.

Edito da Baldini+Castoldi, il secondo romanzo di Cassani racconta di un intrigo che coinvolge politica, ambizioni, denaro, amicizie e passioni mai sopite; un libro in cui l’autore ravennate riesce a unire fantapolitica e cronaca di provincia, con rimandi anche all’esperienza di “Ravenna 2019”, di cui è stato coordinatore per la candidatura della città a Capitale europea della cultura.

Attesi ospiti d’eccezione. Sul palco ci sarà infatti anche Elisabetta Sgarbi, celebre editrice (dalla Nave di Teseo a Baldini+Castoldi), oltre che regista cinematografica e direttrice artistica della rassegna culturale “La Milanesiana”, che anche quest’anno toccherà la provincia di Ravenna e la Romagna.

Elisabetta Sgarbi
Elisabetta Sgarbi

Interverrà inoltre anche Diego Marani – scrittore e “glottoteta”, inventore della lingua artificiale europanto, recentemente nominato direttore dell’Istituto italiano di Cultura di Parigi, dove tra l’altro si svolgono anche alcuni eventi del libro.

Cassani verrà presentato da Federica Angelini, giornalista di R&D e affermata traduttrice di narrativa.
Ingresso gratuito. Consigliata la prenotazione al 333 2097141.

Covid, nuovi contagi giornalieri sotto quota 100 in tutta la regione

 

Sono 10 (su 1.148 tamponi) i nuovi casi di positività al coronavirus registrati in 24 ore in provincia di Ravenna (dati aggiornati alle 12 di oggi, 8 giugno). Si tratta di 4 maschi e 6 femmine; 4 asintomatici e 6 con sintomi; 10 in isolamento domiciliare e nessun ricovero.

Oggi la Regione non ha comunicato decessi per la provincia, mentre si sono registrate 12 guarigioni.

IL BOLLETTINO REGIONALE DI MARTEDì 8 GIUGNO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 385.070 casi di positività, 99 in più rispetto a ieri, su un totale di 20.285 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dello 0,5%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 94 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 360.892.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 10.959 (-2 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 10.503 (+18), il 95,8% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 7 nuovi decessi:1 in provincia di Piacenza (un uomo di 64 anni); 1 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 71 anni); 1 in quella di Modena (un uomo di 87 anni); 2 nella provincia di Bologna (entrambe donne, rispettivamente di 78 e 89 anni); 1 nella provincia di Ferrara (una donna di 84 anni) e 1 nel riminese (un uomo di 72 anni). Nessun decesso nelle province di Parma, Ravenna e Forlì-Cesena.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 13.129.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 70 (-2 rispetto a ieri), 386 quelli negli altri reparti Covid (-18).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 3 a Piacenza (+1), 5 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 8 a Reggio Emilia (-2),14 a Modena (invariato), 27 a Bologna (+1), 2 a Imola (-1), 2 a Ferrara (-1), 1 a Ravenna (invariato), nessuno a Forlì (come ieri), 2 a Cesena (invariato) e 6 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 23.574 a Piacenza (+10 rispetto a ieri, di cui 1 sintomatico), 28.273 a Parma (+3, di cui 2 sintomatici), 46.810 a Reggio Emilia (+4, di cui 4 sintomatici), 65.481 a Modena (+17, di cui 12 sintomatici), 82.125 a Bologna (+25, di cui 17 sintomatici), 12.606 casi a Imola (+1, non sintomatico), 23.122 a Ferrara (+6, di cui 2 sintomatici), 30.402 a Ravenna (+10, di cui 6 sintomatici), 17.000 a Forlì (+7, di cui 3 sintomatici), 19.520 a Cesena (+8, di cui 4 sintomatici) e 36.157 a Rimini (+8, di cui 6 sintomatici).

Partono i lavori da 3,4 milioni per la cassa di espansione del Canale dei Mulini

Su una superficie di 6,5 ettari sarà realizzato un invaso capace di contenere 143mila mc di acqua per evitare il ripetersi di problemi di emergenza idraulica accaduti negli ultimi anni. È prevista anche un’azione di rinaturalizzazione

Planimetriad ProgettoIl Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale ha aggiudicato i lavori di realizzazione della cassa d’espansione delle piene del Canale dei Mulini tra Castel Bolognese e Solarolo per una soluzione efficace, seppure ancora parziale, dei problemi di carattere idraulico evidenziatisi nel corso degli anni. È in via di ultimazione l’intervento preliminare di bonifica degli ordini bellici, mentre l’inizio dei lavori principali è previsto per luglio.

Il Consorzio ha a disposizione 3,375 milioni di euro di finanziamenti pubblici (2,8 dalla Regione e il resto dalla legge per il contrasto alla subsidenza) per il primo stralcio di un’opera di oltre quattro milioni.

In sintesi il progetto del Consorzio prevede la realizzazione di un volume d’invaso della capacità di 143.000 metri cubi su una superficie di 6,5 ettari, alle spalle della vasca di accumulo della centrale di pompaggio irrigua Santerno-Senio 3, in località Savoie di Castel Bolognese. L’altezza utile dell’invaso è di 3,2 metri. Sono inoltre previsti: il risezionamento dello scolo Rivalone, affluente del Canale dei Mulini, la realizzazione di un manufatto di regolazione, di uno sfioratore in destra idraulica del Rivalone, di uno scarico di fondo della cassa nello scolo Prati di Solarolo, di un manufatto sottopassante il Rivalone per il collegamento allo stesso scolo Prati e di un nuovo tracciato di quest’ultimo.

In pratica, il regolatore lungo il Canale dei Mulini serve a limitare la portata fluente a valle nel valore, calcolato di sicurezza, di 4 metri cubi al secondo. Le portate in eccesso rispetto a tale valore che si possono generare in occasione di eventi di pioggia vengono così dirottate lungo il Rivalone, appositamente risezionato, per poi essere immesse tramite lo sfioratore nell’invaso. A emergenza cessata, l’acqua invasata viene restituita al reticolo di bonifica tramite lo scarico a gravità nello scolo Prati di Solarolo.

Il Canale dei Mulini è un’opera idraulica artificiale. All’originaria preminente funzione di vettore d’acqua utilizzata per generare energia motrice a servizio dei mulini è subentrata, nel corso del tempo, una funzione di adduzione dell’acqua distribuita a uso irriguo, nonché di scolo delle acque di pioggia. In particolare, quest’ultima funzione ha fatto emergere già da alcuni anni criticità legate alle trasformazioni territoriali avvenute nel dopo guerra del secolo scorso.

Rivalone Tracimazione 1L’ampliamento del bacino scolante del canale e l’aumento vertiginoso all’interno dello stesso bacino di superfici impermeabili in sostituzione di terreni agricoli hanno, infatti, determinato un sovraccarico idraulico che, a sua volta, è la causa principale dei problemi che nel corso del tempo si sono verificati soprattutto nel tratto compreso tra gli abitati di Castel Bolognese e Solarolo. Numerosi sono gli episodi di tracimazioni e fontanazzi in occasione di eventi di pioggia intensa, sempre più frequenti negli ultimi anni.

La soluzione di un ridimensionamento del canale lungo i quasi 40 km dall’origine alla foce non è praticabile per evidenti ragioni tecnico-economiche. Pertanto, l’unica infrastruttura che concretamente può attenuare il grado di rischio idraulico nella zona interessata è la cassa d’espansione, vale a dire un invaso capace di contenere le portate in eccesso affluenti al canale e di restituirle al reticolo di bonifica a emergenza cessata.

Non c’è dubbio che il Canale dei Mulini di Castel Bolognese, Lugo e Fusignano sia una delle opere che più impreziosiscono il territorio della bassa pianura ravennate. Basti pensare ai numerosi manufatti e fabbricati di interesse storico che si incontrano lungo il tracciato del canale, dalla diga leonardesca nel torrente Senio all’origine, al Molino Scodellino recentemente oggetto di un’importante attività di valorizzazione, fino ai cosiddetti chiaviconi della Canalina in corrispondenza di quella che era l’antica foce in Reno. Non sono di minore interesse gli elementi naturalistici quali, ad esempio, l’area di riequilibrio ecologico del podere Gagliardi a monte di Lugo e la zona protetta nel tratto terminale, ora privo di funzione idraulica, compreso tra il Canale di bonifica in destra di Reno e il fiume Reno in Comune di Alfonsine.

Canale Mulini Rottura ArgineCome è avvenuto per le altre casse d’espansione progettate e realizzate dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, è prevista anche un’azione di rinaturalizzazione all’interno dell’invaso, per attribuire all’opera una funzione accessoria in aggiunta a quella preminente idraulica. Verranno quindi realizzate zone umide permanenti per favorire l’insediamento di fauna selvatica e ricostituire elementi tipici del paesaggio testimoniati dalla cartografia storica, nonché piantumazioni di alberi accuratamente selezionati.

Edilpiù festeggia 40 anni con una installazione in piazza e un docu-film

La nota azienda di serramenti prepara un evento per il 17 giugno tra Rocca e chiosco del Carmine. A luglio si replica con il Ravenna Festival

Marcello Bacchini, Gian Paolo Bacchini, Antonio Bacchini Edilpiù ©Gianluca GasperoniL’installazione di una nuova opera di design e la proiezione di un docu-film sono in arrivo a Lugo in occasione dei 40 anni di Edilpiù, azienda di serramenti con sedi a Lugo, Ravenna, Imola e Forlì.

Edilpiù festeggia il 40esimo anniversario nel giardino della Rocca Estense giovedì 17 giugno alle 18.30 con l’inaugurazione di Lunette, un’inedita installazione creata dall’architetto e illustratore italiano con base a Barcellona, Federico Babina. Attraverso le articolate aperture di Lunette, l’invito è a guardare all’abitare con uno sguardo diverso e a curiosare all’interno dell’installazione come spesso accade nelle passeggiate cittadine di sbirciare gli interni domestici, per ripensare la finestra come una cornice in grado di delimitare ed enfatizzare le storie e i paesaggi che la circondano.

Federico Babina Con Lunette ©Gianluca GasperoniNella stessa sera, alle 21, nel Chiostro della Chiesa del Carmine di Lugo, sarà invece proiettato in anteprima “Openings. Sguardi oltre il limite”, il film documentario diretto dalla regista e curatrice di design Francesca Molteni e da Mattia Colombo, prodotto da Edilpiù. Il docu-film tornerà poi anche in una particolare cornice, quella del Pavaglione, in occasione del Ravenna Festival, il 19 luglio. “Openings” è un progetto culturale e artistico dedicato alla scoperta di uno dei temi cari all’azienda, il concetto di soglia, di apertura e di relazione tra interno ed esterno.

La serata di luglio sarà dedicata alla solidarietà: l’incasso sarà infatti interamente devoluto all’associazione Emergency Ong Onlus. La proiezione sarà anticipata dall’intervento di alcuni dei protagonisti del progetto Openings, moderato da Giorgio Tartaro, e indagherà a 360 gradi il tema della soglia abbracciando architettura, musica, sport, arte e territorio.

Presentazione Edilpiú 06Il docu-film è un viaggio lungo la Via Emilia, una tra le più belle strade al mondo e lunghissima soglia tra due sponde della stessa regione, per divenire un film corale, fatto di riflessioni e contemplazioni, capace di offrire allo spettatore gli spunti per riconoscere – le prossime volte che si troverà sulla soglia – le infinite possibilità nascoste dietro una così piccola porzione di spazio. Protagonisti del docu-film, architetti italiani e internazionali, da Alvaro Siza a Cino Zucchi e Alfonso Femia, il fotografo Guido Guidi, gli sportivi Andrea Stella e Davide Cassani, la presidente di Emergency Rossella Miccio e una figura di riferimento per il territorio romagnolo, Raoul Casadei.

Oltre ai due interventi artistici, Lunette e “Openings. Sguardi oltre il limite”, Edilpiù presenta anche un nuovo progetto editoriale: una rivista – disponibile al link www.issuu.com/edilpiu – che raccoglie storie di persone alla costante ricerca del “fare meglio”, che hanno attraversato molte soglie, superato ostacoli, messo in discussione sé stesse, contaminando e arricchendo il loro percorso professionale fino a dare vita a progetti di architettura, fotografia, illustrazione che sono anche parte della quarantennale storia di Edilpiù.

«Volevamo creare un progetto non autoreferenziale per abbracciare un pubblico più vasto oltre a quello di settore, che fosse un generatore di coscienza, storie e cultura — racconta Marcello Bacchini, alla guida di Edilpiù al fianco del fondatore Gian Paolo Bacchini e di Antonio Bacchini -. Unire così grazie a Openings racconto, documentazione, arte e architettura nella celebrazione di un percorso di storia imprenditoriale legato a tradizione, territorio e innovazione».

Le 10 telefonate dei rapitori: accento siciliano, nomi storpiati e silenzi sospetti

Udienza 2 / In corte d’assise l’audio delle chiamate ai familiari del 21enne rapito e ucciso nel 1987: il sequestratore sbaglia cognome usando quello di un’altra famiglia minacciata qualche mese dopo

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In primo piano a sinistra Alfredo Tarroni, sullo sfondo Angelo Del Dotto: sono due dei tre imputati

Sono state dieci le telefonate fatte dai sequestratori ai familiari di Pier Paolo Minguzzi ad Alfonsine nei dieci giorni dell’aprile 1987 compresi tra il rapimento e il ritrovamento del cadavere del 21enne.

Chiamate con accento siciliano che sono durate anche molti minuti, un’anomalia nella prassi dei rapimenti che può significare autori inesperti. Chiamate fatte con tempi e modi che in alcuni casi hanno evitato le intercettazioni in modo chirurgico, avvalorando l’ipotesi accusatoria di autori appartenenti alle forze dell’ordine. Chiamate fatte sbagliando il cognome della famiglia e usando quello di una famiglia che tre mesi dopo subirà un tentativo di estorsione, alimentando il sospetto che la mano sia stata la stessa. Chiamate con una richiesta di riscatto relativamente basso (300 milioni di lire) per le disponibilità della famiglia e per la gravità del reato, facendo supporre che il giovane sia morto subito nelle mani dei rapitori e questi cercassero solo di massimizzare.

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Marilù Gattelli rappresenta l’accusa con la collega Lucrezia Ciriello

Insomma quelle telefonate sembrano poter dire molto per arrivare all’identità degli assassini del giovane studente di Agraria e carabiniere di leva. Ne è convinta la procura di Ravenna che ieri, 7 giugno, nella seconda udienza del dibattimento in corte d’assise ha chiamato al banco dei testimoni due poliziotti (la viceispettrice Anna Rita Andraghetti e il vicequestore Claudio Cagnini) perché mettessero in fila tutte le volte in cui la cornetta squillò in casa Minguzzi. Alla sbarra tre uomini: due ex carabinieri di Alfonsine e l’idraulico del paese.

Innanzitutto una precisazione necessaria perché trattasi di cold case: erano tempi in cui i cellulari avevano ancora da venire, si chiamava nelle case o negli uffici usando, come diranno le indagini, telefoni di locali pubblici o cabine in strada. Anche per questa distanza temporale il processo si presenta con un particolare interesse.

La prima telefonata è di pochi minuti dopo le 21 del 21 aprile di 34 anni fa. Pier Paolo è stato visto vivo per l’ultima volta venti ore prima (qui gli ultimi spostamenti): ha accompagnato a casa la fidanzata per dirigersi verso l’abitazione di famiglia dove non arriverà mai. Da quattro ore sono sotto intercettazione quattro linee telefoniche fisse nelle disponibilità della famiglia Minguzzi. Ma i rapitori usano un altro numero intestato ai familiari ma non ancora sotto intercettazione. Casualità o informazione reperita dal lato investigativo?

Assise1Sfugge alle intercettazioni anche la chiamata del 23 aprile perché il sequestratore ordina alla madre del rapito – Rosanna Liverani, in aula con gli altri due figli e rimasta coraggiosamente anche quando sono state proiettate le foto del ritrovamento del corpo nel Po di Volano a Vaccolino – di andare al bar del distributore Agip di fronte a casa dove riceve una telefonata appena entrata, come se qualcuno potesse vedere i suoi spostamenti in tempo reale. Gli inquirenti ipotizzano che quelle chiamate siano state fatte dal telefono pubblico dell’ex bar Adriatico che dista cinquanta metri su via Reale e ha una visuale perfetta dalla vetrata. Gli investigatori sottolineano anche che il numero di quella stazione di servizio non fosse facilmente reperibile sugli elenchi telefonici ma due degli imputati erano soliti frequentarlo ed erano amici del gestore.

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La viceispettrice Anna Rita Andraghetti

Il 27 aprile c’è una telefonata che più di altre fornisce materiale a sostegno dell’accusa (in fondo all’articolo si può ascoltare l’audio riprodotto in aula). La solita voce siciliana parte con un errore: “Contarino?”, chiede. Poi si corregge parzialmente: “Contarini?”. E infine azzecca quella giusta: “Minguzzi?”. Ma in moltre altre occasioni dice “Minguzzo”. La poliziotta che depone in aula definisce il tutto con l’unica parola che calza: Fantozziano. «Si capisce che i sequestratori sono criminali ma non esperti di rapimenti». Ma il sequestratore pasticcione fornisce un elemento il cui peso si capirà solo tre mesi dopo. La famiglia Contarini, altra facoltosa dinastia di imprenditori agricoli di Alfonsine, subirà un tentativo di estorsione: vengono chiesti 300 milioni di lire (sic) per non uccidere il figlio. I carabinieri organizzano una trappola con la consegna del denaro, muore un militare appostato e vengono arrestati e condannati tre uomini: Angelo Del Dotto, Orazio Tasca e Alfredo Tarroni, gli stessi imputati del cold case Minguzzi. Tasca è originario di Gela e ha il vizio di storpiare l’ultima vocale dei cognomi: lo ha fatto addirittura in tribunale durante l’udienza preliminare dicendo Tarrone anziché Tarroni. Se vi state chiedendo se all’epoca è stata fatta una comparazione fra le telefonate dei sequestratori dei due casi la risposta è no. E questa è una delle tante anomalie di questa storia. Lo ricordiamo: per l’omicidio Minguzzi nessun nome è finito tra gli indagati prima di questo processo.

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Il vicequestore Claudio Cagnini

Quello che rimarrà l’ultimo contatto fra rapitori e familiari risale al 29 aprile. Il telefonista siciliano dà appuntamento al giorno dopo per un’altra chiamata ma l’indomani non chiamerà nessuno e l’1 maggio il cadavere sarà trovato nelle acque delle valli comacchiesi a quaranta km da Alfonsine. Una spiegazione potrebbe stare nella lettura fornita da Cagnini, capo della squadra mobile che condotto le indagine riaperte nel 2018. Gli inquirenti avevano stabilito che le chiamate provenivano da una cabina nella zona di viale Canada a Lido delle Nazioni (nella disponibilità dei genitori di Tarroni c’era un appartamento nella vicina Lido di Spina) e a quel tempo si ricorreva alla tecnica investigativa detta del blocco delle chiamate: si disattivavano gli apparecchi pubblici di una zona in modo da indirizzare i malviventi verso quelli in posizioni tenute sotto controllo da investigatori appostati. La telefonata del 30 non è mai arrivata. Un improvviso silenzio che lascia sospetti: qualcuno aveva saputo del blocco?

Per chiudere il capitolo telefoni e intercettazioni facciamo un passo avanti di trent’anni rispetto ai fatti a processo. Lasciamo le cabine a gettoni e arriviamo ai giorni nostri fatti di smartphone e trojan. Cioè un file che è stato installato dalla polizia sul telefono di Tasca per poter attivare il microfono come se fosse una cimice ambientale. «È il dna, hanno il dna», sono le parole captate dopo l’avviso di garanzia recapitato: come se il sessantenne pensasse che il dna potesse essere l’unica ragione per cui ora si ritrova indagato. Con chi parlava? Da solo a bordo del suo furgone. E se non sei sincero quando parli con te stesso, con chi lo sei?

 

Ai Giardini Pubblici c’è “Natura in movimento” per bambini da 6 a 10 anni

Incontri ludico-didattici immersi nel verde dal 22 giugno al 27 agosto, organizzati da Comune di Ravenna e Trail Romagna

Natura In Movimento GiardiniDopo il buon esito e l’ampia partecipazione della prima edizione torna ai Giardini Pubblici la serie di laboratori estivi di outdoor education per bambini, “Natura in movimento”, promosso dal Multicentro Ceas (centro di educazione alla sostenibilità) del Comune di Ravenna. I laboratori sono gratuiti ma a numero chiuso, con prenotazione obbligatoria.

Il progetto nasce dalla compartecipazione tra il Ceas e l’associazione Trail Romagna e si propone di sensibilizzare i più giovani a uno stile di vita attivo sostenibile e a contatto con la natura, trasmettendo la passione per il territorio e creando esperienze ed emozioni attraverso percorsi eco-didattici che coniugano lo sport e l’ambiente naturale.
I laboratori, dedicati ai bambini dai 6 ai 10 anni, nascono dalla necessità di riacquisire un sano contatto con l’ambiente e un corretto rapporto con l’attività fisica.

L’idea di partenza è infatti la realizzazione di un’esperienza in grado di unire sport e natura partendo dal presupposto che questi siano due elementi fondamentali per la crescita psico-fisica dei più giovani. L’attività motoria è in grado di unire chi la pratica e anche chi la sostiene e fare sport in natura non solo apporta numerosissimi benefici psico-fisici, bensì rende gli individui più consapevoli delle proprie capacità e più sensibili ai luoghi che ci circondano.

La sede prescelta delle attività sono i Giardini pubblici di Ravenna: un’antica sede storica del primo ippodromo e velodromo cittadino edificato negli anni trenta del Novecento, arricchito poi dalla piantumazione e dalla cura dell’uomo che, nel corso degli anni, ha permesso la crescita di piante e alberi di tante specie rendendolo un vero scrigno di biodiversità arborea. Nel cuore della città, questo polmone verde, ospiterà l’iniziativa “Natura in Movimento” che, proprio in virtù delle numerose proposte mirate alla crescita dei giovanissimi cittadini, si presenta come un appuntamento particolarmente utile e allo stesso tempo divertente per iniziare un cammino insieme verso un futuro migliore.

Gli obiettivi sociali e di conoscenza dell’iniziativa sono:
– fornire chiavi di lettura sistemiche dell’ambiente e stimolare la capacità di percepire l’ambiente come un’organizzazione complessa dove tutti gli elementi sono inevitabilmente legati tra loro;
– suscitare spirito d’osservazione e capacità di ricerca all’aperto;
– stimolare un comportamento responsabile e rispettoso nei confronti dell’ambiente;
– diffondere la conoscenza del patrimonio arboreo che ci circonda e in particolare quello presente all’interno della nostra città a partire dai Giardini Pubblici;
– favorire una sana attività fisica a contatto con la natura

Il progetto consiste nella realizzazione di  20 laboratori all’aperto della durata di 3 ore ciascuno che sono rivolti ai bambini dai 6 anni compiuti (che abbiano frequentato la classe 1^ della scuola primaria nell’anno scolastico 2020/2021) fino ai 10 anni.
Il numero di partecipanti per laboratorio è al massimo di 21 bambini suddivisi in 3 gruppi.

I laboratori prevedono varie sessioni:
– una prima fase ludico-motoria;
– una fase educativo-sociale per stimolare, attraverso esercitazioni, i dispositivi emotivi e relazionali, atti a sostenere nei minori il riconoscimento delle proprie risorse interiori con l’attivazione delle loro capacità
– un percorso dedicato alla conoscenza della zanzara e alle attività di contrasto alla sua diffusione
– una  fase eco green con letture e semplici indagini a tema naturalistico, attraverso attività  ludico-educative sul riconoscimento delle principali specie arboree e arbustive, autoctone e non, arricchita da curiosità, cenni storici e caratteristiche botaniche. Col gioco i piccoli partecipanti al laboratorio scopriranno come, anche in un parco cittadino, animali e piante siano strettamente interconnessi e tra loro interdipendenti e come tutte le piante siano tra loro collegate

Le giornate in calendario per le attività sono:
– 22, 25, 29 giugno
– 2, 6, 9, 13, 16, 20, 23, 27, 30 luglio
– 3, 6, 10, 13, 17, 20, 24, 27 agosto

Con orario: dalle 9 alle 12,30 (tre ore di laboratorio e mezz’ora per la merenda).

Nel corso delle attività saranno attivate tutte le misure precauzionali anticovid (triage all’arrivo, distanziamentoto, ecc) per garantire la sicurezza di tutti i partecipanti.

Visto che i laboratori sono a numero chiuso si invita i genitori interessati a inviare quanto prima una richiesta di iscrizione (ed eventualmente di ulteriori informazioni) all’indirizzo mail: prenotazioni_ceasra21@comune.ra.it. L’ufficio provvederà a rispondere con l’invio dei moduli e la richiesta dei documenti necessari all’adesione e, successivamente, alla conferma dell’iscrizione.

Anche una lista civica di under 30 nella coalizione di De Pascale

Si chiama Voci Protagoniste. Il capolista è il promotore di un blog

Voci ProtagonisteSvelata al Darsenale, in darsena di città, la nuova lista civica a sostegno del sindaco uscente Michele de Pascale. Si tratta di Voci Protagoniste, una lista di under 30, nata dall’idea di Ilario Salvemini, classe 1997, tra i fondatori del blog Turbe Giovanili.

«L’intento della lista – si legge in una nota – è quello di concedere spazio sociale e politico a chi finora non ha avuto l’occasione di diventare parte attiva della cittadinanza. Con questa lista, particolare rilevanza è attribuita alle idee dellə giovani cittadine troppo spesso non considerate».

A presentarsi alla stampa sono state, oltre al capolista Salvemini, i candidati Giada Bona, Francesco Miserocchi, Francesco Vuocolo (già candidato alle scorse regionali con Volt) e Letizia Belli.

Il nome “Voci Protagoniste” è stato scelto «per evocare una pluralità di idee a cui si desidera concedere spazio sociale e politico per esprimersi. Questo insieme di voci racchiude tutte le persone che, nonostante le diversità, si riconoscono e sono unite dagli stessi ideali. Sono le voci che sono state fino ad ora sentite ma non ascoltate, voci non comprese che finalmente diventano protagoniste».

Questa idea si materializza nel logo della lista, di cui protagonista è il simbolo del megafono, «utilizzato per amplificare il grido di tutte quelle voci rimaste a lungo silenti».

«Pensa. Condividi. Amplificaı» è invece il claim scelto per la campagna elettorale.

Sul muro a pochi passi dalla tomba di Dante spunta un omaggio al maestro Muti

Si tratta di un lavoro dell’artista novarese Luvol

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Foto di Marco Miccoli

In centro a Ravenna spunta un omaggio al maestro Muti. Un’opera di street art a pochi passi dalla tomba di Dante, su un contatore del gas di via Da Polenta.

Si tratta di un lavoro di Luvol, artista novarese che utilizza stencil e spray, autore di opere in tutta Italia e anche all’estero.

E sui social è il Ravenna Festival in primis – ripostando una foto di Marco Miccoli di Bonobolabo – a invitare tutti a vedere la nuova opera, dedicata al maestro ravennate d’adozione…

Inseguimento nella notte a Faenza: nel furgone 60mila euro di biciclette rubate

Poche ore prima il furto in un negozio di Imola. Riconsegnata la refurtiva al titolare

Bike Passion Imola
Il negozio Bike Passion di Imola dopo il furto

I poliziotti lo hanno intercettato nella zona industriale di Faenza attorno alle 5 della notte tra domenica e lunedì, circa un’ora e mezza dopo il furto al negozio di bicicletta Bike Passion di Imola. Un furgone bianco, notato nei pressi dell’esercizio commerciale dopo il colpo e registrato poco dopo (alle 3.45) da una telecamera a Castel Bolognese.

Gli agenti del commissariato di Faenza si sono attivati, rintracciandolo appunto tra le vie Corgin e Deruta. Qui ne è nato un inseguimento, con il furgone che ha tentato più volte di speronare la polizia, fino a una strada chiusa, dove i due malviventi a bordo del mezzo sono riusciti a dileguarsi a piedi, facendo perdere le loro tracce.

All’interno del furgone abbandonato, poi risultato rubato all’interno dell’autodromo di Imola poco prima del furto al negozio, i poliziotti hanno trovato attrezzi da lavoro e da cantiere e 11 biciclette del valore complessivo di circa 60.000 euro.

Nella mattinata di domenica il titolare del negozio Bike Passion aveva formalizzato la denuncia di furto e le biciclette gli sono state quindi restituite. Di decine di migliaia di euro anche i danni riportati dal negozio preso di mira dai ladri.

Covid, solo 5 nuovi casi in un giorno a Ravenna. E non si registrano più morti

 

Nessun caso di positività al coronavirus nel comune capoluogo, 5 nel resto della provincia di Ravenna (dati giornalieri, aggiornati alle 12 di oggi, 7 giugno). Si tratta di 3 maschi e 2 femmine; 1 asintomatici e 4 con sintomi; 5 in isolamento domiciliare e nessun ricovero.

I tamponi eseguiti sono stati 385.

Oggi la Regione non ha comunicato decessi. Sono state comunicate invece 24 guarigioni.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 7 GIUGNO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 384.973 casi di positività, 155 in più rispetto a ieri, su un totale di 7.291 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 2,1 %, un valore non indicativo dell’andamento generale visto il numero di tamponi effettuati, che la domenica è inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, nei festivi soprattutto quelli molecolari vengono fatti prioritariamente su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 642 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 360.799.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 10.962 (-490 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 10.486 (-486), il 95,6% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano tre nuovi decessi: 1 a Bologna (una donna di 82 anni) e 2 a Ferrara (entrambe donne, di 87 e 92 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 13.212.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 72 (+2 rispetto a ieri), 404 quelli negli altri reparti Covid (-6).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 2 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 5 a Parma (invariato), 10 a Reggio Emilia (invariato), 14 a Modena (+1), 26 a Bologna (+2), 3 a Imola (invariato), 3 a Ferrara (invariato),1 a Ravenna (invariato), nessuno a Forlì (invariato), 2 a Cesena (-1) e 6 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 23.564 a Piacenza (+3 rispetto a ieri, di cui 1 sintomatici), 28.270 a Parma (+34, di cui 18 sintomatici), 46.806 a Reggio Emilia (+11, di cui 10 sintomatici), 65.464 a Modena (+29, di cui 18 sintomatici), 82.101 a Bologna (+38, di cui 22 sintomatici), 12.605 casi a Imola (+4, di cui 2 sintomatici), 23.117 a Ferrara (+3, di cui 1 sintomatici), 30.392 a Ravenna (+5, di cui 4 sintomatici), 16.993 a Forlì (+9, di cui 7 sintomatici), 19.512 a Cesena (+13, di cui 7 sintomatici) e 36.149 a Rimini (+6, di cui 2 sintomatici).

Ravenna, nasce il Consorzio per il Volley. Confermate l’A1 maschile e l’A2 femminile

Obiettivo «dare vita a uno dei più importanti settori giovanili d’Italia». L’appello del sindaco agli imprenditori

Consorzio Volley Teodora PortoLa gestione unica di una serie di comparti, l’integrazione dei due settori giovanili, serbatoi da quasi 500 tra atleti e atlete, e ancora una visione unitaria volta a ottimizzare i costi, garantire basi solide e un futuro certo alla pallavolo in città e attirare nuovi investitori e appassionati. Il tutto sotto la regia di Giorgio Bottaro, nominato direttore generale.

In sintesi, sono queste le caratteristiche del Consorzio per il volley a Ravenna, nuova realtà sportiva cittadina presentata nella sala consigliare del Comune.

Resta l’autonomia sportiva della squadra maschile, targata Consar, che disputerà per l’undicesimo anno di fila la SuperLega, e della squadra femminile, ancora appoggiata da Conad, che parteciperà alla A2.

«Uniamo i nostri sforzi, le nostre energie, le nostre esperienze – sottolinea Daniela Giovanetti, presidente della Consar Porto Robur Costa 2030 – per dare vita a un progetto che possa sostenere un movimento che ha dato tanto e può dare ancora tanto alla città. Questo consorzio vuole far sì che la pallavolo possa riprendere il ruolo e il posto che le spetta in questa città. È un progetto impegnativo, che ha una visione comune, e che ha il sostegno e il supporto dell’Amministrazione comunale. Speriamo, strada facendo, di trovare appoggi e sostegni da parte di tanti».

«Siamo orgogliosi di far parte di questo nuovo progetto – aggiunge Andrea Delorenzi, in rappresentanza della famiglia proprietaria dell’Olimpia Teodora –. Ringraziamo le autorità che ci danno una mano per andare avanti e da parte nostra c’è anche l’augurio che le prossime stagioni siano ricche di risultati positivi per tutti».

«Oggi ripartiamo insieme da un progetto di grande sinergia che mette al centro lo sport che segna più di tutti l’identità – mette in risalto il sindaco, Michele de Pascale – della città, il volley, sia maschile che femminile. Siamo davanti ad una sfida fatta di valori edificanti, di società sane e di imprenditori che in questi anni hanno sostenuto un grande sforzo, penso al Gruppo Consar e il Conad, due realtà importanti che contribuiscono e hanno contribuito con sacrificio a valorizzare, sostenere e rilanciare lo sport ravennate, perché ne riconoscono il valore sociale. L’obiettivo è dare vita ad uno dei più importanti settori giovanili d’Italia nella pallavolo e Ravenna ha tutte le caratteristiche per poter crescere i campioni e le campionesse del futuro, portando anche un valore in termini di visibilità e riconoscibilità della città a livello nazionale. Sono consapevole che sono stati due anni difficili sia per lo sport che per le imprese e, in queste settimane, legittimamente, si sono letti e ascoltati toni pessimisti rispetto al futuro del volley, anche esagerando una lettura troppo economicistica dello sport. Ma talento, passione, sacrificio, attaccamento alla maglia e alla città non possono essere sempre quantificati economicamente e, in questo senso, chi sottovaluta Ravenna sbaglia. Ovviamente però, oggi questo progetto parte con soggetti imprenditoriali importanti che confermano il loro impegno, ma ha bisogno di una spinta in più, per questo faccio appello a tutti gli imprenditori e le imprenditrici del territorio, ciascuno in misura delle proprie possibilità, affinché diano una mano a fare crescere lo sport ravennate, parte integrante del dna della nostra città».

«È un progetto che mette insieme le due principali realtà pallavolistiche della città, ma pensato anche per i settori giovanili – spiega Giorgio Bottaro – e per chi in futuro vorrà stare sotto questo tetto comune. Siamo in un momento molto importante, scandito dal Covid, il quale ha spento un po’ l’entusiasmo cancellando il rito di aggregazione domenicale della partita, e dalle difficoltà del tessuto economico-imprenditoriale di ogni singola città: continuare a fare sport è una sfida. Per questo, soprattutto in una città come Ravenna, c’è bisogno di un linguaggio comune che aggreghi due realtà che fanno parte della storia della pallavolo nazionale. La tradizione, gli anni, l’affetto, il rispetto e l’amore che la pallavolo ravennate, sia maschile che femminile, si sono costruiti nel tempo e se lo sono guadagnati non andava disperso o messo a rischio. È una sfida importante. Si parte forse un pochettino in ritardo, nessuno ha la bacchetta magica però ciò su cui confidiamo è il grande affetto per la pallavolo nostrana, con i colori di Ravenna».

Ieri, l’Olimpia Teodora ha ufficializzato l’ingaggio di Henriette Weersing come direttore sportivo mentre nel corso della conferenza Giorgio Bottaro ha annunciato che entro un paio di giorni sarà ufficializzato il coach che guiderà la Consar nella prossima SuperLega e che raccoglie l’eredità di Marco Bonitta. Sono questi i primi passi ufficiali del consorzio per la prossima annata sportiva.

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