giovedì
11 Settembre 2025

Raccolte 500 firme in una settimana per chiedere un bike park a Ravenna

Il primo firmatario: «Sempre più appassionati, ma manca uno spazio sicuro, grande, moderno e multidisciplinare»

Emiliano Galanti
Emiliano Galanti

500 firme in una settimana. È questo il primo traguardo raggiunto dalla petizione che chiede di realizzare anche a Ravenna un Bike Park lanciata dal Comitato Amici del Ciclismo Ravenna.

«L’emergenza COVID ha sicuramente accentuato il bisogno di stare all’aria aperta in sicurezza e la bicicletta è uno dei mezzi più sicuri e amati – afferma Emiliano Galanti, primo firmatario della petizione –. Ma quello che è emerso chiaro negli ultimi anni è che sempre più persone si sono appassionate al ciclismo su strada e alla mountain bike. Basta fare una passeggiata nella pineta di Classe in una qualsiasi domenica dell’anno e conterete centinaia di persone, di tutte le età, che si divertono pedalando nella natura. Quello che però manca a Ravenna è uno spazio sicuro, grande, moderno e multidisciplinare che permetta ai bambini e ai ragazzi della città di praticare, appassionarsi e allenarsi in sicurezza, in un ambiente stimolante dal punto di vista sportivo ma anche sociale. Ci sono esperienza in Italia e in Europa a cui ispirarsi e a cui guardiamo con attenzione e sempre un pizzico di invidia. Questa petizione la intendiamo come un’occasione in cui tutti gli appassionati della bicicletta e del ciclismo della città possano riconoscersi e far sentire quanto sia forte il bisogno di un’infrastruttura di questo tipo anche a Ravenna».

La raccolta firme per spingere l’amministrazione comunale a sposare l’iniziativa prosegue sul sito change.org/ravennabikepark

È un infermiere di 24 anni la vittima dell’incidente sull’E45. Stava tornando a casa

Si chiamava Lorenzo Campanini e prestava soccorso in tutta la Romagna: «Una persona di incredibile umanità»

Lorenzo CampaniniAveva finito il turno alle 16 e stava tornando a casa, a Cesena, dove viveva con la fidanzata. Ma è morto sull’E45, schiantandosi contro un camion mentre era alla guida della sua Volkswagen Golf.

La vittima è un 24enne originario di Reggio Emilia, Lorenzo Campanini, infermiere che prestava soccorso in tutta la Romagna per conto della società 4Life e in servizio anche alla Pubblica Assistenza di Ravenna.

Sgomento tra i colleghi, che lo ricordano come una persona di incredibile umanità, «pronto ad aiutare e a insegnare ai “novellini”, aveva valori molto forti – ci dice un suo collega della Pubblica Assistenza – e competenze lavorative molto alte. Era un ragazzo solare, gli piaceva ridere e scherzare».

Ciclista investito da un camion: muore a 73 anni

Secondo incidente della giornata con un esito mortale. In entrambi i casi coinvolto un mezzo pesante

WhatsApp Image 2021 02 25 At 20.19.16Un uomo di 73 anni è morto nel pomeriggio di oggi, 25 febbraio, per le conseguenze di un incidente stradale in cui è rimasto coinvolto mentre era in sella a una bicicletta. Verso le 17.30 a Reda in via Reda l’uomo è stato investito da un camion: la dinamica dello scontro è ancora da accertare (rilievi affidati alla polizia locale dell’Unione della Romagna faentina) ma per il ciclista non c’è stato nulla da fare. Vani i tentativi di rianimazione compiuti sul posto dal personale medico del 118.

È il secondo incidente stradale con esito mortale sulle strade ravennati nel pomeriggio di oggi. Poche ore prime un 23enne aveva perso la vita sulla statale E45: al volante di un’auto si è scontrato con un camion.

Incidente stradale sulla E45: un morto e strada chiusa in entrambe le direzioni

Chi viaggia verso Roma deve percorrere il Dismano, per chi proviene da Cesena uscita obbligatoria alla Standiana

WhatsApp Image 2021 02 25 At 17.49.27A causa di un incidente stradale con un deceduto, la statale E45 è chiusa al traffico a Ravenna in entrambe le direzioni all’altezza del km 247. Il traffico diretto a Roma è deviato sulla via Disamo, mentre per i mezzi diretti verso Venezia è istituita l’uscita obbligatoria allo svincolo di Standiana. La chiusura si è resa necessaria per consentire i soccorsi sanitari ed i rilievi volti ad accertare la dinamica dell’incidente.

Articolo Uno e Sinistra per Ravenna chiedono un protocollo di tutela per i rider

La proposta di un documento fra Comune e sindacati per i fattorini che consegnano cibo a domicilio. Due anni fa l’assessorato alle Politiche giovanili promosse uno spettacolo teatrale sul tema. L’assessora ci disse: «Sulla gig economy so che siamo indietro, ma questo potrebbe essere un primo passo per aprire un dibattito pubblico»

Page Deliveroo Photo Jason SouthUn protocollo d’intesa tra Comune e sindacati per la promozione di occupazione regolare nel settore del consegne a domicilio di cibo fatte dai fattorini, il cosiddetto food delivery svolto dai rider. È la richiesta di Articolo Uno e Sinistra per Ravenna al Comune di Ravenna e si impegnano ad assumere iniziative in tal senso in consiglio comunale.

La proposta delle due forze politiche arriva a un mese dalla sentenza della Corte di Cassazione che ha inquadrato come lavoro subordinato tutte le volte in cui la prestazione del collaboratore abbia carattere esclusivamente personale e sia svolta in maniera continuativa nel tempo e le modalità di esecuzione della prestazione, anche in relazione ai tempi e al luogo di lavoro, siano organizzate dal committente. «Ora si tratta di operare in ogni territorio, anche mediante accordi fra istituzioni, organizzazioni sindacali e forze imprenditoriali e con adeguati controlli da parte degli organi competenti, per applicare ovunque i principi della sentenza e assicurare una adeguata tutela del lavoro dei riders nei termini previsti dagli accordi con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative». A Modena un protocollo è stato sottoscritto.

R&D si è occupato della situazione rider in provincia di Ravenna di recente: nel numero del settimanale uscito il 28 gennaio (qui potete sfogliarlo) abbiamo intervistato un fattorino, diversi ristoratori e alcuni sindacalisti. Ma avevamo trattato l’argomento già nel 2019. In quell’occasione raccogliemmo le parole di Valentina Morigi, assessora alle Politiche giovanili e esponente di Sinistra per Ravenna: «Ci muoviamo in diverse reti con altri enti locali per occuparci di creatività, ma anche di vulnerabilità giovanile che possono riguardare l’occupabilità, la mobilità verso l’estero, nuove forme di lavoro. Ci è capitato di ragionare su questo tema (rider, ndr) con il collega di Bologna, che stava lavorando alla Carta sui rider. Mi è sembrato un punto di partenza ambizioso e interessante su un fenomeno che dietro una facciata “smart” e “cool” nasconde bolle in cui i diritti sono sospesi e che quindi intreccia il tema della legalità, per cui erano destinati i fondi regionali, perché per noi la diffusione di una cultura della legalità passa dalla diffusione di diritti. Immagino un confronto con i sindacati e le associazioni datoriali. In questo comune si è arrivato a stilare un protocollo sugli appalti pubblici dopo un percorso condiviso. Sulla gig economy so che siamo indietro, ma questo potrebbe essere un primo passo per aprire un dibattito pubblico».

Uno scrittore e una campionessa di ciclismo per i tutorial digitali in biblioteca

Matteo Cavezzali e Sofia Collinelli sono i testimonial della campagna per incentivare l’uso dei servizi gratuiti da remoto, utili in tempo di pandemia: quotidiani e libri si possono leggere sullo schermo

Tutorial Matteo SofiaLe biblioteche romagnole hanno a disposizione un vasto archivio di materiali in digitale da poter consultare gratuitamente e proprio per far conoscere questi servizi agli utenti le biblioteche della Bassa Romagna hanno realizzato sei curiosi video-tutorial. Ad esempio sul sito Mlol si possono leggere gratuitamente dallo schermo del proprio computer tutti i principali quotidiani italiani e stranieri.

Si tratta di un’iniziativa inserita nel “Progetto di promozione dell’educazione all’informazione e promozione della lettura”, voluto dal Coordinamento delle biblioteche. La realizzazione dei video risale già allo scorso anno, proprio alla vigilia dello scoppio della pandemia e del conseguente lockdown. Per questo, il lancio della campagna promozionale è stato rimandato fino ad ora. Paradossalmente gli strumenti digitali promossi dai video (messi a punto dalla Rete bibliotecaria di Romagna e San Marino) sono ancora più utili e necessari nella situazione attuale, che rende praticamente impossibile la fruizione fisica delle biblioteche, e diventano certamente appetibili per ogni fascia di utenti.

I video, realizzati da Studio Biroke di Bagnacavallo, hanno avuto due testimonial: il 38enne scrittore ed organizzatore di eventi letterari Matteo Cavezzali e la 19enne Sofia Collinelli, campionessa di ciclismo che è stata anche componente della nazionale azzurra ai Mondiali Juniores 2019.

«L’importante lavoro sul digitale della rete delle biblioteche – ha detto Riccardo Francone, sindaco di Bagnara e referente per la Cultura per l’Unione Bassa Romagna – ha reso possibile già durante la prima fase della pandemia utilizzare i servizi online: e-book, giornali, riviste e audio libri, i cui prestiti hanno auto un aumento dell’80%. Ci siamo fatti trovare pronti. Ora questi video possono spiegare come avere questi servizi, completamente gratuiti, anche a chi ancora non ha dimestichezza con MLOL e i servizi digitali, in maniera semplice e immediata».

Covid, 196 nuovi casi in provincia. Nessun decesso, ma più ricoveri in Rianimazione

Il totale in un anno dal primo contagio ha superato quota 19mila: i morti totali sono 820

CAMPAGNA VACCINALE PALA DE ANDRE' RAVENNAFra tre giorni, il 28 febbraio, sarà trascorso un anno dal primo contagio di coronavirus in provincia di Ravenna e il totale delle positività diagnosticate ha superato 19mila. Con i 196 nuovi casi individuati oggi, 25 febbraio, il totale esatto è 19.111: di questi circa l’86 percento sono guariti e 820 sonno morti. Altro dato significativo: tornano a crescere i ricoveri in terapia intensiva che ora sono sei.

Dei 196 nuovi casi quelli con sintomi sono 117: 192 sono in isolamento domiciliare e 4 ricoverati. I tamponi eseguiti sono stati 2.720, un dato elevato. Oggi la Regione non ha comunicato alcun decesso. Sono state comunicate circa 80 guarigioni. I comuni di Ravenna e Faenza, i più popolosi della provincia, hanno più della metà dei nuovi casi.

Dall’inizio dell’epidemia in Emilia-Romagna si sono registrati 252.915 casi di positività, 2.092 in più rispetto a ieri, su un totale di 40.804 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 5,1.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 386 nuovi casi e Modena con 379; poi Rimini (289) e Reggio Emilia (247), quindi Ravenna (196), Parma (164) e Ferrara (139). Seguono Cesena (94), Forlì (72), Imola (69) e Piacenza (55).

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 21.823 tamponi molecolari, per un totale di 3.355.208. A questi si aggiungono anche 1.205 test sierologici e 18.981 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.121 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 204.763.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 37.693 (+936 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 35.432 (+898), il 94% del totale dei casi attivi.

In reigone si registrano 33 nuovi decessi. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.459.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 203 (+3 rispetto a ieri), 2.058 quelli negli altri reparti Covid (+35).

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su (dal 1^ marzo prenotazioni aperte anche per quelle dagli 80 agli 84 anni).

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 357.235 dosi; sul totale, 132.607 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Oncologia e Covid, il primario: «Meno prevenzione, ma nessuna emergenza»

Il direttore del reparto Stefano Tamberi segnala una minore partecipazione alle attività di screening nonostante non si siano mai fermate: «I posti letto sono sufficienti, abbiamo lavorato per ridurre l’accesso al ricovero e favorire le dimissioni». A primavera 2020 un focolaio di coronavirus con 5 morti

Tamberi
Stefano Tamberi, direttore del reparto di Oncologia di Ravenna

Tra la fine di marzo e l’inizio d’aprile del 2020 il reparto di Oncologia dell’ospedale di Ravenna è rimasto chiuso per due settimane. Erano stati almeno una quarantina i casi di contagio al coronavirus tra personale e degenti, con 5 pazienti poi morti. Un focolaio che aveva portato a una riorganizzazione con una conseguente riduzione dei posti letto fino a otto. Oggi la situazione pare essere tornata alla normalità, seppur sempre nell’ambito di una gestione d’emergenza per tutto il sistema sanitario a causa della pandemia.

La conferma arriva al telefono dal dottor Stefano Tamberi, dallo scorso mese di ottobre primario pro tempore di Oncologia. «Oggi possiamo contare su 14 posti letto, da sfruttare rispettando i protocolli di sicurezza e nell’ambito della più generale gestione dell’emergenza Covid». Di fatto Tamberi ci spiega come l’ospedale funzioni come un sistema di vasi comunicanti. «Oncologia è un reparto integrato che partecipa in una sorta di rete di sostegno nella gestione dei pazienti Covid. Se Pneumologia, faccio un esempio, si trova alle prese con tanti contagiati, noi possiamo farci carico dei pazienti non-covid che hanno bisogno di terapie». E i tempi di trasferimento interno possono incidere sulla capienza del reparto. «Manteniamo in una stanza singola i pazienti trasferiti, fino al doppio tampone negativo. In questo modo abbiamo creato una serie di stanze singole che fanno da filtro».

La domanda è quindi se sia possibile rispondere ugualmente alla richiesta, se non si rischia così di avere ritardi potenzialmente dannosi nei ricoveri. «No – assicura Tamberi –, non mi risulta ci siano ancora mai stati problemi con i ricoveri (Oncologia anzi ha fatto fronte alle difficoltà di Ematologia prendendosi in carico Paziente11, di cui raccontiamo la storia in questo articolo). La mia priorità è stata fin da subito quella di riorganizzare la degenza mantenendo il massimo standard di sicurezza e continuando a garantire senza ritardi diagnosi e trattamenti, in un contesto in cui è necessario, come dicevo, offrire sostegno anche ad altri reparti».

Tamberi continua ricordando come abbia cercato di «ridurre l’accesso al ricovero, con correttezza, riorganizzando il day hospital. E dall’altra parte cercando di creare una rete di supporto, di cure palliative, dentro e fuori dall’ospedale, per riuscire naturalmente anche a dimettere i pazienti». Non ci sono quindi pochi posti letto? «No, la degenza è assolutamente adeguata. Nonostante sia il riferimento unico per tutta la provincia, per gli ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo. Se tu lo fai “girare” bene, il reparto è adeguato».

Difficile invece stabilire il reale impatto che può aver avuto il Covid sulla popolazione oncologica. «Rispetto alla prima ondata, quando alcuni servizi furono chiusi, in questa seconda fase della pandemia abbiamo sempre mantenuto le attività ambulatoriali, ma in generale la partecipazione del paziente ai progetti di screening è diminuita, c’è ovviamente una minor propensione a venire in ospedale per la prevenzione. Sicuramente ci sarà questo effetto indiretto da considerare. Così come allo stesso tempo il Covid ha influito sull’iter terapeutico, molti pazienti si sono infettati, altri hanno avuto sintomi che non permettevano l’ingresso, ci sono stati dei rallentamenti. Da parte nostra abbiamo mantenuto tutti i percorsi multidisciplinari, non esiste una tipologia di tumore che può essere rimasta più indietro rispetto a un’altra. Certamente, abbiamo avuto momenti di grande pressione, in cui abbiamo dato priorità a casi più gravi».

Complessivamente, in provincia di Ravenna, sono circa 1.500 i pazienti che utilizzano terapie in day hospital nei reparti di Oncologia. Un numero in progressivo aumento nel corso degli anni – ci dice il direttore Tamberi – perché si aggiungono nuovi casi a vecchi pazienti che proseguono con le terapie per anni, grazie a una più lunga durata della malattia rispetto al passato, grazie a un allungamento delle aspettative di vita. Nel reparto di day hospital, per evitare nuovi focolai, è stata introdotta una nuova prassi di screening, con i tamponi che vengono effettuati anche ai pazienti che non restano in ospedale, né hanno contatti stretti con medici e operatori sanitari.

La Pubblica Assistenza organizza un nuovo corso di formazione per volontari

Nei mesi di marzo e aprile videolezioni e prove pratiche in presenza, 30 posti disponibili

Corso Volontari PA 20200921 05La Pubblica Assistenza di Ravenna rilancia la formazione per l’inserimento nel proprio organico di nuovi volontari con un  corso gratuito dall’1 marzo al 24 aprile per formare personale in grado di svolgere servizi di ambulanza, protezione civile, volontariato sociale,  viaggi in auto e pulmino per trasporti, assistenza durante gli eventi pubblici.

Le lezioni teoriche si terranno in videochiamata nelle serate di lunedì, mercoledì e venerdì alle 20.30 per quattro settimane. Le prove pratiche in presenza sono invece programmate nei sabati 6 e 27 marzo, 10 e 24 aprile. Il corso è a numero chiuso fino ad un massimo di 30 partecipanti. È necessaria la pre-iscrizione online a questo link.

«Proprio il volontariato – si legge nel comunicato dell’associazione – in periodo di crisi e di emergenza come quello che stiamo vivendo, risulta un elemento fondamentale per rendere più solida una comunità, basandosi sull’aiuto reciproco e la spirito altruistico. E nel ravennate il volontariato è da sempre alla base della nostra società, rappresenta le nostre radici, la nostra forza, la capacità di sentirsi ed essere comunità».

Partiti i lavori per il nuovo metanodotto: 11,6 milioni di euro per 16 km di tubi

È un tratto di un tracciato di 26 km nelle campagne a ovest di Ravenna che servirà per sostituire il vecchio percorso in zone antropizzate

Nelle campagne a ovest della città di Ravenna, a ridosso della periferia, sono partiti i lavori per interrare un nuovo metanodotto di 16 km che collega i nodi “Ravenna mare” e “Ravenna terra”, parte di un nuovo tracciato di circa 26 chilometri in aree non urbanizzate per consentire la dismissione di 40 chilometri di rete esistente. Si tratta di un intervento del costo di 11,6 milioni di euro realizzato, progettato dalla Comis per Snam Rete Gas e eseguito da Salp.

Le opere sono iniziate nelle prime settimane del 2021. Si possono notare in alcuni punti del territorio, ad esempio ai lati di via Faentina nei pressi dello svincolo autostradale tra Fornace Zarattini e San Michele. Ma anche a ridosso del fiume Montone a San Marco. La conclusione è prevista per dicembre 2022.

Il metanodotto esistente garantisce il travaso dei quantitativi di gas prodotti al largo della costa adriatica verso il mercato del basso Veneto e verso il nodo e lo stoccaggio di Minerbio; questa importante connessione risulta necessaria per garantire flessibilità e sicurezza al servizio di trasporto verso gli utilizzatori del sistema del centro Italia. Il rifacimento dell’opera  si rende necessario per delocalizzare in area non urbanizzata il gasdotto esistente e ubicato all’interno della zona industriale/portuale ad est di Ravenna, caratterizzata da intensa antropizzazione.

Via libera dal Comune: Unigrà si amplia e investe 95 milioni. 180 nuove assunzioni

Il progetto è stato modificato: un impianto fotovoltaico sulla vecchia discarica. Resta il nodo dei mezzi pesanti

UnigraVia libera dal consiglio comunale di Conselice all’espansione dell’Unigrà.

Sono state infatti approvate due delibere fondamentali per poter concludere l’iter autorizzativo iniziato da vari mesi (il progetto fu presentato la prima volta in consiglio comunale nel febbraio del 2020). Il Paur (Provvedimento autorizzativo unico regionale) deve essere ora deliberato dalla Giunta della Regione previo il parere positivo della Conferenza dei servizi conclusiva, che è prevista per i primi giorni di marzo.

Il progetto prevede essenzialmente l’incremento della capacità produttiva (da 1.150 t/giorno a 1.890 t/giorno) attraverso l’inserimento di nuove linee e di nuove tipologie produttive e il conseguente e necessario adeguamento e rafforzamento del comparto servizi, nonché l’ampliamento del perimetro dello stabilimento alimentare con occupazione di aree adiacenti allo stesso (per una superficie totale pari a 146.769 m2) e la realizzazione di fabbricati per un complessivo di 45.400  m2 di superficie coperta.

Unigrà vanta un fatturato che per l’impianto di Conselice è passato da 360 milioni di euro nel 2010 a 531 milioni nel 2019 ed esporta circa il 40 percento del suo volume con importatori in più di 100 Paesi nel mondo.

Anche il trend occupazionale è di forte incremento: nello stabilimento di Conselice il personale è cresciuto da 342 dipendenti nel 2010 a 658 nel 2019.

L’azienda – è stato poi ricordato in consiglio comunale – in tutta la sua storia e anche in quest’ultimo difficile periodo, non ha mai fatto ricorso all’uso di ammortizzatori sociali, come la Cassa Integrazione.

Il nuovo progetto prevede investimenti per 95 milioni di euro, e un incremento ulteriore di 180 dipendenti. I prodotti, frutto delle lavorazioni dell’impianto sono principalmente oli e grassi alimentari, margarine, cioccolato, creme e bevande vegetali destinati sia ad aziende industriali che artigianali, oltre che al consumatore finale tramite, in particolare, il noto marchio Orasì, sponsor tra l’altro dell’omonima squadra di basket di Ravenna (serie A2).

Durante la fase istruttoria del procedimento ed il confronto con le Autorità locali, «sono state apportate significative modifiche al progetto finalizzate al miglioramento dell’impatto ambientale complessivo», si legge sempre nella nota del Comune. In particolare, è stato ritirato il progetto di sopraelevazione della discarica, originariamente previsto, con «conseguente presentazione del progetto di chiusura della stessa; verrà installato un sistema di abbattimento delle emissioni in atmosfera di NOx e CO sulla nuova linea di cogenerazione in progetto; verranno utilizzati mezzi euro 6 / euro 5 ad elevate prestazioni ambientali per il trasporto dell’olio vegetale e dei prodotti finiti; verrà installato un impianto fotovoltaico sulla vecchia discarica attualmente esaurita; verranno realizzate colonnine di ricarica elettrica nel parcheggio».

Fra i temi rilevanti collegati all’allargamento dello stabilimento di Conselice, c’è sicuramente quello dell’incremento previsto del traffico di mezzi pesanti. Al riguardo, il sindaco Paola Pula ha sottolineato in consiglio comunale che proprio pochi giorni fa la Rete Ferroviaria Italiana ha scritto una lettera ufficiale al Comune in relazione al nuovo raccordo ferroviario che dovrebbe raggiungere l’Unigrà per incentivare il traffico di merci su rotaia. “Tenuto conto del parere positivo dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria”, si legge nella nota, “si prevede la conclusione dell’ite approvativo al progetto entro il 30 aprile p.v. e l’avvio dei lavori entro il mese di settembre 2021”.

«Esprimo soddisfazione per la volontà dell’azienda più importante del nostro Comune di investire sul territorio – sottolinea il sindaco, Paola Pula – per di più in un momento delicato come questo, mantenendo l’impegno precedentemente preso nonostante il sopraggiungere della pandemia. E abbiamo apprezzato lo spirito collaborativo con cui è stato modificato il progetto originario, addivenendo a una soluzione che unisce le esigenze di espansione dell’azienda con quelle di salvaguardia ambientale del territorio. Rimangono problematiche aperte soprattutto legate al flusso di mezzi pesanti e per questo continuerà la vigilanza sui tempi indicati da RFI per l’attuazione della messa in funzione del raccordo ferroviario, come pure l’impegno con le altre istituzioni coinvolte (Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Provincia di Ravenna e Regione Emilia Romagna) per la ricerca di finanziamenti per la realizzazione della Variante Selice Ponte Rosso-Statale 16, indicata come priorità nei documenti della Unione della Bassa Romagna. Poi vi è l’impegno reciproco, finché non verrà messa in funzione la ferrovia (Unigrà ha già realizzato il raccordo in prossimità dell’azienda, ha realizzato i serbatoi per lo stoccaggio degli oli sul porto e il raccordo al terminal portuale) per l’aggiornamento dell’accordo volontario fra gli Enti (Provincia, Comuni di Lugo e Conselice, e azienda) sottoscritto per la prima volta nel lontano 2002 per la distribuzione del traffico da e per il porto, sulle arterie viarie della provincia. Infine, abbiamo chiesto all’Azienda la disponibilità a collaborare per la fattibilità dell’ampliamento dell’acquedotto industriale, al fine di utilizzare acqua da superficie e attingere sempre meno acqua dal sottosuolo: un’ infrastruttura ambientale che ritengo davvero strategica per il futuro».

Il parco Teodorico come quelli in Gran Bretagna: due porte da rugby per tutti

Sono alte undici metri, nell’area vicino al campo da basket. L’assessore: «Piccola iniziativa che rende più varia l’offerta sportiva in città»

WhatsApp Image 2021 02 25 At 10.38.07Tanti percorsi con attrezzi per esercizi di ginnastica, porte da calcio in abbondanza, non mancano canestri con piastre di cemento: di solito si ferma qui l’offerta dei parchi pubblici italiani per lo sport all’aperto, ma a Ravenna spunta una novità. Al Teodorico sono state installate due porte da rugby. Ed è subito Gran Bretagna. Nel Regno Unito infatti, come noto, la palla ovale ha una popolarità molto maggiore e non è così inusuale trovare le porte per giocare liberamente sui prati pubblici.

Adesso anche Ravenna. Alte 11 metri fuori dal terreno, in alluminio, verniciate, con inserti per giunzione, complete di bussole, le porte sono state posizionate nell’area verde vicino al campo da basket.

È l’esito di una promessa fatta dall’assessore comunale Roberto Fagnani in occasione di “Rugby nei parchi” nel 2017, iniziativa itinerante per la promozione della pratica sportiva: «Sono particolarmente soddisfatto di questa piccola iniziativa che contribuisce a rendere l’offerta sportiva di Ravenna varia e diffusa – scriveva l’assessore su Facebook – in modo che ognuno possa provare e scegliere di praticare la disciplina che sente più affine e adatta alle proprie esigenze. Penso che sarà molto bello, una volta superata questa pandemia, vedere giovani e meno giovani a riempire i parchi per fare sport, ogni tipo di sport, qualsiasi sport».

 

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